21 Marzo 2017 - 16.15

VICENZA – “Quello che non ho”, Neri Marcorè al Comunale

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Completo cambio di passo e di genere negli appuntamenti della Stagione di Prosa del Teatro Comunale di Vicenza: sabato 25 marzo e domenica 26 marzo alle 20.45 sarà la volta di “Quello che non ho” una produzione del Teatro genovese dell’Archivolto, che vede protagonista Neri Marcorè che sul palco reciterà e canterà, accompagnato dalle voci e dalle chitarre di Giua, Pietro Guarracino e Vieri Sturlini.
Splendido esempio di teatro musicale, lo spettacolo è scritto e diretto da Giorgio Gallione, collaborazione alla drammaturgia di Giulio Costa, arrangiamenti musicali di Paolo Silvestri; è ispirato a due giganti del nostro recente passato come Pier Paolo Pasolini e Fabrizio De Andrè, e porta in scena in modo ironico ed accorato, il sentimento di indignazione civile del primo e le “anime salve” del secondo.
“Quello che non ho” sarà preceduto dall’Incontro a teatro nel Foyer del Teatro, sabato 25 marzo e domenica 26 marzo alle 20.00 condotto in entrambe le date da Antonio Stefani, giornalista di teatro e musica per il Giornale di Vicenza; Stefani accompagnerà il pubblico alla scoperta del mondo poetico e musicale dei due artisti a cui lo spettacolo è dedicato; domenica sera Neri Marcorè ha assicurato la sua presenza all’incontro con il pubblico.
Lo spettacolo, che ha debuttato nel dicembre del 2015 a Genova è in tournée nei maggiori teatri italiani; sarà a Vicenza sabato 25 marzo e domenica 26 marzo nell’unica tappa veneta del tour; per le due date rimangono ancora pochissimi biglietti.

Quello che non ho” è un affresco teatrale che si interroga sulla nostra epoca, in equilibrio instabile tra ansia del presente e speranza del futuro; lo fa raccontando storie emblematiche, anche in chiave satirica, che mettono a nudo le contraddizioni della nostra società globalizzata, dove – come affermava Pasolini nel documentario La rabbia – continua ad esserci sviluppo senza progresso. A questo tessuto narrativo, basato su episodi di cronaca internazionale, riflessioni di carattere economico e sociale, si incrociano le canzoni di Fabrizio De Andrè, da Khorakhané a Don Raffaè a Smisurata Preghiera – poesie in musica che passano dalle ribellioni e i sarcasmi giovanili alla visionarietà dolente delle “anime salve” e dei “non allineati” contemporanei. Idealmente dallo spettacolo emerge un dialogo, etico e politico, tra le narrazioni dell’Italia e del mondo lasciateci in eredità da due artisti lontani tra loro, ma curiosamente più vicini di quanto si creda e spesso in sintonia.

“Nelle ultime stagioni insieme a Neri Marcorè abbiamo molto frequentato il teatro musicale, costruendo spettacoli che guardavano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale” ha spiegato il regista Giorgio Gallione. “Con ‘Quello che non ho’ siamo di fronte a un anomalo, reinventato esempio di teatro canzone che, traendo linfa dalla visione del mondo e dalla poetica di Pasolini e De Andrè, prova a raccontare l’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali”.

Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria” si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande 2 volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie canzone che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.

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