13 Novembre 2022 - 9.38

Alta Variabilità ad est di Vicenza

Mentre si viaggia a ritmi serrati verso le elezioni di primavera, dopo il tentativo andato a vuoto di declinare in senso elettorale la vicenda a ovest della città sul passaggio dell’Alta Velocità, dove Rucco & friends hanno disinnescato una potenziale grana con i residenti, prendendo per le orecchie le responsabilità di RFI e IRICAV, in questi giorni le minoranze confederate con il Gruppo Misto – trad. della sigla reale “Gruppo Delusi da Rucco” – stanno, giustamente, alzando le barricate sul pacco dono che ci sta regalando RFI a Settecà.

Sul principio nulla da dire, anzi, le minoranze esercitano correttamente il loro ruolo di controllo e segnalano le criticità, solo che il fumus della strategia elettorale si vede troppo. Soprattutto dopo l’asciutto comunicato stampa dell’assessore alla Mobilità, Matteo Celebron, il quale riassume la sua versione della cronaca recente sulla slide incriminata – è stata considerata o no? RFI sostiene di sì, ma nella nota commissione in cui si è trattato l’argomento non se n’è accorta nè la maggioranza nè le opposizioni – e in due parole, finalmente, sintetizza la posizione politica del Centrodestra sul famoso scavalco a Settecà: ”siamo contrari”.

Quindi opposizione e maggioranza sulla stessa linea? No, sì, però, cioè e via tutti i distinguo della cassetta degli attrezzi del no a prescindere. Peccato, perchè sarebbe un buon precedente per dimostrare alla signora Maria che, quando serve, la politica sa trovare le ragioni per scegliere il meglio per il territorio, sa deporre le armi della battaglia partigiana per cercare la sintesi che protegga la città da un attraversamento ferroviario che ne cambierà per sempre la morfologia.

Invece è il solito gioco delle parti, che non si parlano tra loro, ma che pensano solo a blandire ognuna il proprio elettorato, reale o presunto, che parlano alla pancia o alla rabbia, che inseguono il consenso facile invece che presentarsi al cittadino con uno straccio di idea per il futuro di Vicenza. Siamo alla dimensione distopica della politica, un mondo che sta perdendo la vocazione su cui si fonda la chiamata al bene comune, cioè la capacità di mettersi al servizio della propria città, non della propria parte o, peggio, del proprio narcisismo.

Consiglio non richiesto al Sindaco e all’assessore, confrontatevi con le minoranze su questo punto con l’obiettivo comune di scegliere il meglio per la città, non fatevi provocare dalle frustrazioni dei delusi che esistono sotto ogni bandiera e cercate, anche tra le minoranze ed i comitati, chi ha sinceramente a cuore il bene di Vicenza.

P.S. Le scelte di RFI non sono le Tavole della Legge dettate dal Padreterno. Se la politica fa la sua parte le può sempre modificare.

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