25 Marzo 2022 - 11.45

Più di 100 concerti per Vicenza Jazz

Oltre 100 concerti per i 100 anni di Charles Mingus: la ventiseiesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz affronterà con la sua celebre ricchezza di appuntamenti l’anniversario di una delle figure più rilevanti della storia della musica afroamericana e, in ogni caso, di tutta la musica del secolo scorso.

Dopo due edizioni segnate dalla pandemia, il festival ritorna nella sua tradizionale collocazione, dall’11 al 22 maggio, con un programma artistico esuberante per produzioni originali, omaggi mingusiani e grandi nomi: da Bill Frisell a John Scofield e Joe Lovano, Avishai Cohen, Richard Bona assieme ad Alfredo Rodriguez, David Murray, John Surman, il ritorno dei Doctor 3, Enrico Rava con Fred Hersch e l’inedita partecipazione di Maria Pia De Vito.

Ma la grande novità del 2022 sta nel “raddoppio” del cartellone a luglio con una quattro-giorni resa possibile dell’impegno suppletivo del coproduttore Luca Trivellato che anche quest’anno, come da ventisei anni, si unisce al Comune di Vicenza, oltre che alla Fondazione Teatro Comunale, per festeggiare il centenario della sua stessa azienda Trivellato, avviatasi nel 1922, la data di nascita di Charles Mingus, come pure di Jack Kerouac, autore-emblema dell’idea di viaggio.

Ecco dunque l’inedita ripresa estiva del festival: dal 14 al 17 luglio con appuntamenti di alto rilievo all’aperto: il Cross Currents Trio (con Dave Holland, Zakir Hussain e Chris Potter), Kurt Elling, Vijay Iyer e una serata scientifico-musicale con Mario Tozzi ed Enzo Favata che lega la cultura musicale con quella della difesa dell’ambiente.

A sostegno dei concerti di prima serata ci sarà, come di consuetudine, un ricco contorno di altre proposte live: un programma che riempirà la città di Vicenza di jazz sounds dal pieno giorno a notte fonda.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2022, direzione artistica di Riccardo Brazzale, è promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Trivellato Mercedes Benz, e con la partecipazione di Aquila Corde Armoniche di Vicenza come sponsor e Acqua Recoaro come sponsor tecnico.

Nel vortice di Mingus

Le prime due serate della kermesse jazzistica vicentina saranno caratterizzate dalla fase conclusiva dell’Olimpico Jazz Contest, di sui si svolgeranno le semifinali (l’11 maggio in trasferta all’Auditorium Fonato di Thiene) e le finali (il 12 maggio al Teatro Comunale di Vicenza). Il programma comprende anche i primi live dedicati a Mingus. L’11 il contrabbassista Furio Di Castri rispolvererà il suo storico progetto “Furious Mingus”, eseguendolo con un nuovo quintetto: attenzione alla numerologia mingusiana e agli accostamenti in altorilievo tra composizione e improvvisazione. Il 12, Di Castri affronterà la musica di Mingus da una ben diversa prospettiva: un solo di contrabbasso.

È una produzione originale il quintetto del sassofonista David Murray (il 17 al Teatro Comunale): il percorso stilistico seguito da questo storico sassofonista nella sua lunga carriera, partito dal free per approdare a un jazz più ‘ecumenico’ che ingloba il mainstream, la world music, la fusion, tenendo saldi i legami con l’Africa, è quanto mai ideale per calarsi nell’universo musicale di Charles Mingus, pieno di riferimenti tanto a Duke Ellington e Ben Webster quanto ad Archie Shepp e Albert Ayler.

Mancavano dai palcoscenici da un po’ di tempo e un loro ritorno in scena era quanto mai atteso: parliamo dei Doctor 3 (ovvero Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra), una delle più famose band del jazz italiano degli ultimi venticinque anni. Anche loro aderiranno al tema portante di Vicenza Jazz 2022, inserendo in scaletta musiche di Mingus, un terreno per loro inconsueto (il 19 al Teatro Olimpico, abbinati al trio ‘world’ di Tigran Hamasyan, per una serata speciale dedicata alla formazione del piano trio.

Jazz globale

Con l’ampia esplorazione dell’universo mingusiano, il festival vicentino fa un affondo nel cuore della musica jazz di matrice afroamericana. Ma nel cartellone troveranno poi spazio emblematici rappresentanti di altre correnti del jazz statunitense e internazionale.

Bill Frisell è uno dei più ammirati guitar heroes dagli anni Ottanta a oggi. Il trio con cui suonerà all’Olimpico (il 15) è una delle formazioni che gli lascia più libertà d’azione per le sue scorribande musicali, con i loro contrasti espressivi a tinte forti: musica metropolitana a braccetto con sonorità rurali, postmodernismo e primitivismo, un effetto ping pong tra sperimentazione e tradizione.

Prima di lui, il giorno precedente, sempre all’Olimpico, si esibisce il suo vecchio amico e compagno di tante battaglie musicali, il sassofonista Joe Lovano, in trio con due musiciste particolarmente personali: la pianista Marilyn Crispell e la batterista Carmen Castaldi.

Il 21 all’Olimpico i riflettori saranno ancora puntati su una chitarra di livello assoluto, quella di John Scofield, jazzista tra i più influenti degli ultimi quattro decenni, ferratissimo solista post-bop da sempre sensibile alle seduzioni della fusion, il funky, il soul jazz, da quando suonava alla corte di Miles Davis. E il suo trio è appunto un versatile strumento per muoversi liberamente in territori stilistici aperti.

Il jazz statunitense negli ultimi anni è particolarmente ricettivo nei confronti degli stimoli provenienti dal Mediterraneo e il Vicino Oriente. Portabandiera di questo afflusso di nuove idee e forme sonore è il bassista israeliano Avishai Cohen. Con il suo trio (lo si ascolterà il 16 nella Sala Maggiore del Comunale) Cohen lascia emergere con la massima chiarezza gli elementi mediorientali e gli influssi della musica ebraica, intrecciandoli saldamente alla matrice jazzistica afroamericana.

Sulla stessa scia è assai rilevante anche il lavoro del pianista armeno Tigran Hamasyan, nella cui musica convivono elementi folklorici del suo paese, ingredienti jazzistici e, sporadicamente, rock. Il progetto in trio che presenterà all’Olimpico (il 19, in abbinamento ai Doctor 3) è la sua prima prova completamente dedicata al repertorio degli standard. E ancora su questa strada è il giovane pianista statunitense ma di origini israeliane Yaniv Taubenhouse, che il festival di Vicenza si incarica di far scoprire al pubblico italiano. Ci saranno poi esotismi dal nord e il sud del mondo. Due prestigiatori del ritmo che assieme ridefiniscono i limiti della propulsione sonora: sono il bassista camerunense Richard Bona e il pianista cubano Alfredo Rodriguez (13 maggio, in trio, al Teatro Comunale). John Surman è l’altra faccia del sassofono nordico, quella che meglio si contrappone all’egemonia sonora patinata di Jan Garbarek: lo troveremo in duo con il pianista norvegese Vigleik Storaas (il 18 all’Olimpico, in serata con l’Earth Trio).

Made in Vicenza Jazz

Audace e propositivo: Vicenza Jazz 2022 ha in cartellone ben cinque produzioni originali. Oltre alle due dedicate a Mingus, ci sarà “Songs from the Heart”, un inedito quartetto creato da Ada Montellanico, voce di riferimento nel panorama jazzistico italiano (sarà protagonista dell’ormai celebre appuntamento di mezzanotte al Cimitero Maggiore, il 12 maggio).

Ancora note inedite il 18 (all’Olimpico, nella stessa serata di John Surman) con l’Earth Trio, ovvero il bassista Paolo Damiani, il sassofonista Rosario Giuliani e il batterista Zeno De Rossi: personalità assai diverse che trovano una perfetta quadratura ispirandosi alle vicende musicali dello storicotrio Air.

L’incontro tra il trombettista Enrico Rava e il pianista Fred Hersch riunisce due storie musicali straordinarie: il loro duo, sbocciato nel 2021, è stato sin da subito una delle principali attrazioni festivaliere. In maniera del tutto speciale per Vicenza Jazz il duetto si amplia grazie alla presenza vocale di Maria Pia De Vito (il 20 all’Olimpico).

Ma, come sempre accade a Vicenza Jazz, i concerti non si limiteranno ai teatri ma invaderanno la città, soprattutto nei locali (a partire dal Jazz Café Trivellato Bar Borsa) ma anche nei palazzi antichi, le chiese, i musei, i cinema, le librerie e, specialmente nel primo weekend, lungo le vie e le piazze del centro storico con più di una coinvolgente street band. Fra le varie iniziative si segnala la rassegna “Proxima”, curata in collaborazione con l’associazione Bacàn, dedicata ai giovani musicisti del territorio, da poco emergenti con proprie produzioni discografiche. “Proxima” si terrà a Palazzo Chiericati, nei pomeriggi (ore 18) da martedì 17 a sabato 21.

Vicenza Jazz anche d’estate

Grande novità di questa edizione è un’appendice di lusso che, per l’importanza degli artisti invitati, costituisce un vero e proprio festival nel festival: quattro serate estive al Parco Querini, dal 14 al 17 luglio, che costituiranno il primo capitolo di un’estate vicentina che si annuncia spettacolare e sicuramente diversa dal suo solito.

Lo spettacolo del 14 luglio porterà il jazz fuori dai suoi schemi abituali: il sassofonista Enzo Favata creerà una colonna sonora elettro-acustica a sostegno delle parole di Mario Tozzi, scienziato, divulgatore e anche celebrità televisiva. Tra scienza e mitologia, Tozzi darà vita alla pièce “Mediterraneo, le radici di un mito”.

Il 15 sul palco all’aperto salirà il Cross Currents Trio, con la sua combinazione ditre leggende dei rispettivi strumenti: Dave Holland è uno dei più importanti bassisti della storia del jazz, Zakir Hussain è il virtuoso indiano delle tabla che più di ogni altro si è confrontato con il jazz statunitense, Chris Potter è uno dei più apprezzati ‘stilisti’ del sax. Con loro la musica non può che scorrere incontenibile e a stile libero.

Il 16 si ascolterà la più carismatica voce jazz maschile degli ultimi venti anni: Kurt Elling. Nel suo nuovo progetto “SuperBlue”, un quartetto con la partecipazione del chitarrista Charlie Hunter, il senso del groove assurge a una nuova dimensione grazie alle basi ritmiche ideate da un team di campioni dell’hip hop.

Il 17, Vicenza Jazz 2022 saluterà il suo pubblico con Vijay Iyer, uno dei solisti che stanno definendo più chiaramente i contorni del pianoforte jazz contemporaneo. Il suo trio con il batterista Tyshawn Sorey e la contrabbassista Linda May Han Oh è stato da poco immortalato su un disco dell’ECM che è un trionfo di interplay e fertile inventiva.

Dopo di che, Comune e Trivellato, con il Teatro Comunale, promettono di rifarsi vivi nell’ultima parte dell’anno per chiudere in bellezza un anno straordinario.

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