20 Maggio 2022 - 11.26

Draghi in Veneto in visita a una scuola: “Anch’io sono mezzo veneto”

“Un saluto ed un abbraccio grande ai veneti.

In fondo anch’io sono mezzo veneto”.

Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha salutato i giornalisti al suo arrivo alla scuola media Dante Alighieri di Sommacampagna (Verona), dove si svolge la prima visita in regione da premier.

In particolare Draghi ha incontrato una classe, la 2D, che nelle scorse settimane aveva inviato una serie di lettere a palazzo Chigi a lui indirizzate, per chiedere spiegazioni sulla guerra. Draghi nella scuola è stato accolto dalla dirigente scolastica Emanuela Antolini, dal sindaco Fabrizio Bertolaso, e dal presidente del Veneto Luca Zaia assieme ad autorità locali. 

“Spero che l’anno prossimo non ci sia più bisogno di mascherine e che la pandemia non ritorni. So quanto avete sofferto, alla vostra età è importante stare insieme”, ha detto il premier Mario Draghi incontrando gli studenti. “Gli insegnanti vi aiutano ad avere consapevolezza, assieme ai genitori, ma anche i vostri amici. Stare insieme aiuta a capire chi siete, con amore, con bontà, con allegria. Vi dovete divertire”. “Quel che si deve fare è cercare la pace, far in modo che i due smettano di sparare e comincino a parlare. Questo è quello che noi dobbiamo cercar di fare”, ha poi spiegato Draghi. “A Putin ho detto – ha aggiunto – ‘la chiamo per parlare di pace’, e lui mi ha detto ‘non è il momento’. ‘La chiamo perché vorrei un cessate il fuoco’, ‘non è il momento’. ‘Forse i problemi li potete risolvere voi due, perché non vi parlate?’, ‘Non è il momento’. Ho avuto più fortuna a Washington parlando con il presidente Biden; solo da lui Putin vuol sentire una parola e gli ho detto che telefonasse. Il suggerimento ha avuto più fortuna perché i loro ministri si sono sentiti”, ha concluso. “Chi attacca ha sempre torto. C’è differenza tra chi è attaccato e chi attacca, bisogna tenerlo in mente. Come quando uno per strada è grosso grosso e dà uno schiaffone a uno piccolo”. “Quello che è successo – ha aggiunto Draghi – è che il piccolino adesso è più grande e si ‘ripara’ dagli schiaffi, prima di tutto perché è stato aiutato dagli amici, ma anche perché combatte e si difende per un motivo, la libertà”, ha concluso.

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