28 Agosto 2020 - 10.10

Covid-19, scuole la riapertura è a rischio: insegnanti in rivolta

Riapertura delle scuole a forte rischio. Con queste condizioni, il rientro a scuola non è scontato. A fare da portavoce del malcontento delle Regioni è il governatore della Campania, De Luca che il 27 agosto ha chiarito: «Governare questa fase sarà difficile. Saremo chiamati a decisioni importanti tra una o due settimane. Nelle condizioni attuali non è possibile aprire le scuole. Non so cosa saranno in grado di fare in due settimane, ma avremo scelte complicate da fare». 

L’ipotesi di chiedere un rinvio della data di inizio delle lezioni, riferisce Il Mattino, è sul tavolo, come traspare anche dalle parole dell’assessore salviniano in Abruzzo Piero Fioretti: «Non è escluso che apriremo il 24 settembre, dopo le elezioni». Il nodo principale riguarda i trasporti: come garantire il distanziamento sociale su bus e treni che portano i ragazzi a scuola. 

A questo proposito, il governatore del Veneto Luca Zaia ha detto: «Il governo è ostaggio del Cts. Non ritiro l’ordinanza sulla capienza da omologazione dei bus, anche perché non sono ancora aperte le scuole, ma aspettiamo una risposta del governo. Per noi l’80% è ancora poco. Ho l’allergia al plexiglas, assurdo metterlo nei bus o sui treni».

Il riferimento di Zaia è alla riunione del Comitato tecnico scientifico (Cts) che ha messo in chiaro come l’unico modo per derogare al metro di distanza sia installare separatori tra i sedili. Il Cts ha già precisato che questi separatori non sarebbero di plexiglass, il problema vero però è che se è facile installarli sui mezzi a lunga percorrenza, su quelli urbani è tutto più complicato, visto l’affollamento delle ore di punta e gli spazi ristretti. Per le Regioni servirebbe raddoppiare il numero dei mezzi, e le risorse non ci sono.

Il tavolo tra governo e Regioni è aggiornato a oggi, 28 agosto. Ma sullo sfondo, nel frattempo, si registra il malcontento crescente degli insegnanti, che non si sentono tutelati. Come riporta La Stampa, sono centinaia quelli che hanno già chiesto di non tornare in cattedra in quanto “lavoratori fragili” perché particolarmente esposti al contagio da Covid-19. Si tratta di over 55 anni, alcuni con problemi di asma e allergie, o con malattie croniche. «Sono anche io convinto che chi ha problemi di salute debba evitare ogni tipo di assembramento – ha detto Zaia – ma questo non rientra nelle nostre competenze, almeno finché non avremo l’autonomia».

Il 40% del corpo docente, pari a circa 400mila persone, ha più di 55 anni. «È una situazione molto complicata, abbiamo chiesto più volte che venga chiarita – dice Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola – perché lascia senza tutele questi insegnanti e apre ulteriori incognite sulla ripartenza delle lezioni». Qualcuno potrebbe optare per la malattia. «E così si cercherà un supplente, un precario che magari è più vecchio del collega che va a sostituire, perché questa è la realtà», continua Gissi, «serve un intervento normativo per stabilire come gestire questi insegnanti

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