25 Aprile 2023 - 10.30

Un altro 25 aprile con la solita retorica

“la vittoria dell’antifascismo è la destra democratica al governo e chi non lo vuole capire è assolto per non aver compreso il fatto”

Una frase come questa potrebbe averla scritta – o pensata – Giorgia Meloni, o magari perfino qualcuno dei suoi colonnelli in cerca di legittimazione e con il senso di colpa sulle radici missine, invece no, l’ha detta – e pensata – quel pericoloso estremista e fascista di Gianfranco Rotondi, vecchia volpe democristiana che si è arruolato nella nuova destra democratica, quella che la Meloni ha costruito in questi anni senza bagnarsi un’altra volta nelle acque purificatrici di Fiuggi, ma conquistando il primato elettorale alle elezioni dello scorso settembre.

Eppure ancora si agita lo spettro del fascismo nel Paese e anche nella nostra, piccola, Vicenza. Certo uscite come quelle di Ignazio La Russa non aiutano, ma gli italiani hanno scelto Meloni, non La Russa e nemmeno i suoi epigoni sparsi sul territorio – che sono sempre meno -. Dalle nostre parti i giornali parlano di spiegamento di forze di Polizia e Carabinieri perchè si temono disordini intorno alle cerimonie del 25 aprile, anche se il Centrodestra ha già fatto, in più canali, professione di antifascismo. Non basta? Certo che no se la tesi del Centrosinistra continua a non vedere quello che è sotto gli occhi di tutti, che il fascismo o i suoi ammiratori non stanno nel Centrodestra.

Qualche anno fa Gianfranco Fini disse che gli esami per la Destra erano finiti, ma quelle parole continuano ad essere dimenticate in una recita a soggetto che sostiene l’identificazione dell’antifascismo solo a sinistra, mentre chi non è di sinistra non può dirsi antifascista. Dal 1945 al 1994 la Democrazia Cristiana fu il vero argine al PCI ed alle sinistre, i postfascisti furono irrilevanti e il dibattito politico e culturale fu tra chi era di sinistra e chi, nelle varie sfumature, non lo era. Nessuno mai pensò che i democristiani fossero davvero la continuazione del Ventennio, perchè mantennero, con i fatti e con i provvedimenti la linea della democrazia, ed è grazie a quelle scelte oggi gli italiani, ed anche i vicentini, non temono l’arrivo del totalitarismo by Meloni & C., non perchè hanno nostalgia della camicia nera, ma perchè la destra democratica della leader di FdI ha convinto il mainstream che gli esami sono finiti.

Buon 25 aprile da campagna elettorale, magari con un po’ di retorica in meno, altrimenti si perde un’altra occasione.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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