20 Aprile 2018 - 16.20

Oncologia Pediatrica di Vicenza – Inaugurata la nuova ‘stanza di isolamento’

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La stanza, dotata di un sofisticato impianto per il controllo della pressione dell’aria, è stata realizzata grazie ad una donazione del valore di circa 60 mila euro da parte di Team For Children Vicenza,
Gruppo Mastrotto e Rotaract del Triveneto
Più sicurezza, ma anche un confort superiore e una maggiore sensazione di “normalità”, che quando un bambino deve affrontare una lunga e grave malattia rappresenta anch’essa una “medicina” incredibilmente importante. Sono questi i benefici, davvero rilevanti, della nuova “stanza di isolamento” della Pediatria dell’Ospedale San Bortolo, inaugurata oggi e frutto di un investimento complessivo di oltre 100 mila euro, finanziati per circa 60 mila euro grazie ad una donazione di Team For Children Vicenza Onlus, con un contributo determinante del Gruppo Mastrotto e dei Rotaract Club del Triveneto.
Come funziona
L’accesso alla stanza avviene attraverso una zona filtro, mentre al suo interno è attivo un sofisticato sistema di ventilazione che può lavorare sia a “pressione positiva” sia a “pressione negativa”. Nel primo caso, che tipicamente trova applicazione quando al suo interno si trovano pazienti immunodepressi, la pressione dell’aria impedisce ai microorganismi di entrare all’interno della stanza, riducendo così drasticamente i pericoli – per i pazienti al suo interno – di contagio dal mondo esterno. Nel caso invece di soggetti con malattie infettive, il sistema può invece lavorare al contrario, producendo una pressione opposta e dunque trattenendo i virus così da impedire che essi si diffondano nell’ambiente al di fuori dalla stanza. In questo modo la “stanza di isolamento” rappresenta una dotazione di particolare importanza per il trattamento da una parte dei pazienti oncologici pediatrici, che come noto durante i cicli di chemioterapia vedono le proprie difese immunitarie ridursi drasticamente, dall’altra per i bambini con malattie infettive: nell’ultimo anno la Pediatria dell’ospedale di Vicenza ha ospitato bambini con sospetta tubercolosi, ma anche casi delicati di varicella e morbillo.

I benefici per i pazienti della Pediatria

A spiegare i benefici pratici per i piccoli pazienti del S. Bortolo è il dott Massimo Bellettato, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria: «In questo modo innanzi tutto possiamo garantire un livello molto maggiore di sicurezza, proteggendo in modo più efficace i pazienti immunodepressi o al contrario gli altri pazienti del reparto in presenza di soggetti contagiosi, ma allo stesso tempo possiamo offrire loro un ambiente più accogliente e in generale una situazione meno traumatica. Perché nell’uno e nell’altro caso infatti fino a ieri chi entrava in contatto con questi pazienti doveva utilizzare una serie di protezioni e precauzioni piuttosto vistose, “pesanti” anche sul piano psicologico. Inoltre nel progettare questa nuova dotazione abbiamo pensato specificamente anche al confort per presenza dei genitori». In uno spazio di 30 mq, infatti, la “stanza di isolamento” prevede due posti letto per altrettanti pazienti e altre due “Postazioni Mamma”, letti riservati al genitore – alle mamme ma anche ai papà naturalmente – che desiderano restare con i propri figli. Un’opportunità, questa, che rientra in una generale attenzione della Pediatria del S. Bortolo anche nei confronti dei genitori e che assume una particolare importanza anche considerando le degenze medie piuttosto lunghe dei pazienti immunodepressi a seguito dei cicli di chemioterapia: normalmente sono circa 50 ogni anno i pazienti oncologici pediatrici seguiti al S. Bortolo, e per una trentina di loro si rendono necessari ricoveri con una durata media che supera la settimana.
Un progetto condiviso
«Desidero ringraziare quanti hanno reso possibile questa nuova dotazione – sottolinea il dott. Bellettato – che rappresenta un ulteriore miglioramento della qualità delle cure che possiamo garantire, tanto più che si tratta di un progetto rivolto ad una tipologia di pazienti particolarmente delicati, per i quali anche le piccole attenzioni possono fare una grande differenza, sia sul piano medico sia su quello psicologico, e anche nel rapporto con la famiglia».
Un sentito ringraziamento arriva anche dal Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica Giovanni Pavesi: «Ancora una volta si conferma la grande generosità e sensibilità nei confronti del nostro ospedale da parte del territorio vicentino, così come il nostro impegno nel tradurre le donazioni in risorse che abbiano ricadute positive molto concrete sui pazienti e i loro familiari, sia sul piano clinico sia su quello, altrettanto importante, della qualità dell’accoglienza. Voglio quindi ringraziare quanti hanno contribuito a questo progetto, ma anche chi lo ha seguito nelle sue diverse fasi, dagli studi di fattibilità preliminari fino alla sua conclusione, senza mai interferire con l’attività di un reparto che nel frattempo, a pochi metri di distanza, ha continuato a lavorare al 100%».
La realizzazione della “stanza di isolamento” ha rappresentato infatti un progetto piuttosto complesso, sia per la valutazione della soluzione tecnologica migliore tra quelle disponibili, sia per la necessità di procedere con un’installazione piuttosto complessa all’interno di locali originariamente non progettati per questo tipo di impianti, il tutto in un ambiente delicato come un reparto ospedaliero pediatrico.
Un’altra sfida portata a termine con successo, dunque, come sottolinea Coralba Scaricco, presidente di Team For Children Vicenza Onlus: «Ce l’abbiamo fatta. La “stanza filtro”, il nostro Nido del Papero, da sogno nel cassetto è diventata realtà. Siamo orgogliosi di questo risultato e siamo certi che l’opera realizzata è anzitutto un grande segno di civiltà e di rispetto nei confronti delle famiglie e dei piccoli pazienti che, in questo modo, saranno un po’ meno penalizzati dalla distanza che, inevitabilmente, le cure comportano, Ora, quindi, numerose famiglie potranno stare ancor più vicine ai loro piccoli in trattamento. Una vicinanza che assume un valore ancor più forte in questi momenti di difficoltà».
Un ringraziamento particolare per il sostegno economico all’iniziativa va al Gruppo Mastrotto ed al Distretto Rotaract 2060. «La nostra azienda da sempre interpreta il “fare impresa” anche come testimonianza di responsabilità sociale e di attenzione verso il proprio territorio di riferimento – commenta Chiara Mastrotto, Presidente del Gruppo, che da solo ha donato circa 25 mila euro -. Numerose sono le iniziative solidali che hanno come destinatari le persone del nostro territorio: dal Centro Ricreativo per Anziani Arciso Mastrotto al sostegno all’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno con la donazione di un’apparecchiatura all’avanguardia all’Ospedale di Montecchio Maggiore, fino al Parkinson Café ad Arzignano, il primo in Italia, che ha l’obiettivo di coinvolgere le persone ammalate di Parkinson del territorio e le loro famiglie. Questa occasione è un’ulteriore conferma di quanto sia per noi importante continuare a dimostrare l’attaccamento al territorio che ci ha visto nascere come azienda. Abbiamo accolto questa iniziativa con entusiasmo, coinvolgendo anche i nostri fornitori nel supporto a questo progetto in occasione del Natale, rinunciando ad eventuali omaggi aziendali. Oggi sono felice di essere testimone della sua realizzazione, in particolare in concomitanza con i 60 anni di Gruppo Mastrotto, momento che costituisce per noi un importante traguardo. Ovviamente continueremo ad impegnarci, la responsabilità sociale d’impresa è un po’ come l’evoluzione e la crescita di un’azienda: va alimentata continuamente per poter dare frutti concreti e duraturi nel tempo».
Importante è stato anche il contributo dei Rotaract Club di tutto il Triveneto, raggruppati nel Distretto Rotaract 2060, che avevano votato il progetto tra cinque proposte di intervento con finalità sociali, decidendo di sostenerlo con una donazione di 12.000 euro: «Questa è la dimostrazione pratica – spiega Emanuele Maria Raccagni, socio del Rotaract Club Sandrigo e referente del progetto per il Distretto – di cosa voglia dire fare Rotaract. Il nome stesso della nostra associazione, infatti, che è un’ellisse di ROTary in ACTion, sta a significare l’importanza di tradurre le idee in azioni. E così abbiamo fatto, dando vita ad un progetto di cui si è innamorato non solo il nostro Club ma anche tutti i Club del Triveneto, che sono circa cinquantina. Un ringraziamento speciale, però, va anche al Design Studio INRIVA che ci ha messo a disposizione la propria esperienza, a titolo gratuito, per sviluppare nome e logo del progetto».

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