Malvivente pluripregiudicato si dichiara gay e non può essere espulso: in Tunisia sarebbe perseguitato

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Doveva essere rimpatriato nel luglio 2024, ma è rimasto in Italia grazie a una sentenza del giudice di pace di Bari, che aveva accolto le sue dichiarazioni sul rischio di persecuzioni in patria per via del suo orientamento sessuale. A distanza di nove mesi, il giovane tunisino è stato nuovamente arrestato durante un blitz anti-degrado a Mogliano Veneto ed è stato trasferito al Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Gradisca d’Isonzo. La notizia è riportata dal Corriere del Veneto.
Il 40enne, irregolare sul territorio nazionale e con diversi precedenti, era stato raggiunto da un decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Treviso nel giugno scorso. Il rimpatrio era stato però sospeso per motivi umanitari. La sua richiesta si fondava sul timore di discriminazioni in patria legate all’orientamento sessuale, una motivazione riconosciuta dal diritto internazionale nei casi di richiesta di protezione.
Nonostante ciò, il tunisino ha continuato a commettere reati. Durante l’operazione in un ex albergo abbandonato, i carabinieri e la polizia locale lo hanno individuato e fermato. A conclusione del blitz, è stato emesso un nuovo decreto di espulsione e l’uomo è stato portato al Cpr in attesa di sviluppi.
Il caso riapre la discussione sull’equilibrio tra tutela dei diritti umani e sicurezza pubblica.