5 Marzo 2020 - 9.36

Confindustria Vicenza: “Per il tessile serve un piano di ripresa”

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“Non dimentichiamo mai che la salvaguardia della salute e delle persone è prioritaria e infatti le aziende l’hanno messa al primo posto implementando fin da subito azioni e procedure a tutela dei propri dipendenti e partner”, esordisce così, dopo i primi 10 giorni di emergenza coronavirus in Italia, il Presidente della Sezione Moda e Tessile di Confindustria Vicenza Michele Bocchese che conta oltre 80 aziende per quasi 8000 dipendenti.

“Detto ciò – prosegue -, l’apparato di norme e limitazioni emerso con l’emergenza, ha portato le aziende ad incontrare delle difficoltà nella normale operatività delle aziende, in particolare per quanto riguarda l’ambito commerciale, ovvero nella possibilità di incontrare o accogliere clienti, soprattutto se provenienti o diretti verso l’estero”.

Per quanto riguarda invece la parte produttiva, i principali player del Vicentino, che nella moda e nel tessile è una provincia di riferimento sia nel B2C che nel B2B, oltre ad utilizzare ove possibile lo smart working per alcuni uffici (attività comunque non preponderante), sono riusciti a mantenere una produttività più che buona nelle fabbriche, adottando quei protocolli e quelle protezioni che, grazie anche al supporto di Confindustria Vicenza, hanno permesso di non bloccare le attività.

“La speranza è che la situazione torni quella precedente all’emergenza, ma questo primo periodo ha comunque dimostrato che siamo in grado di tener fede agli impegni con clienti e fornitori assicura Bocchese –. Quindi, in una provincia come la nostra, che ‘vive di fabbriche’, la produzione non si è interrotta, le aziende hanno reagito bene e in fretta e le misure di prevenzione sono state applicate con responsabilità ma senza estremizzazioni. Sarebbe opportuno che lo stesso atteggiamento fosse tenuto da tutti coloro che hanno influenza pubblica anche in termini di comunicazione”.

Rimane l’incertezza su come proseguirà la situazione economico-normativa a livello globale: “Se pur preoccupati – dice il presidente di Sezione -, la nostra indole ci impone di non piangerci addosso, di pensare positivo vedendo anche che in Cina, dove l’emergenza è stata ed è molto più grave rispetto all’Italia, le cose stanno iniziando a migliorare, quindi presumibilmente noi dovremmo riuscire ad uscirne con maggior rapidità visto che il perimetro del contagio è molto più contenuto. In attesa di una stabilizzazione della situazione che speriamo arrivi presto, c’è bisogno però di progettare fin da subito il piano di intensa ripresa dei rapporti in ambito commerciale che preveda misure straordinarie. Ad oggi non è possibile stimare quale sarà l’impatto economico sul settore, chiaramente stiamo monitorando per prendere le opportune contromisure”.

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