16 Gennaio 2017 - 12.45

VICENZA – Torna Il Macbeth ‘in rosa’ di Patricia Zanco

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Un nuovo, interessante appuntamento, di sicuro spessore, nell’ambito degli spettacoli fuori abbonamento al Teatro Comunale di Vicenza: giovedì 19 gennaio alle 20.45 sarà in scena al Ridotto “MACBETH? Study for wo.men” regia di Patricia Zanco e Daniela Mattiuzzi traduzione e adattamento di Vitaliano Trevisan.

Dopo aver debuttato con successo ad ottobre al 69° Ciclo di Spettacoli Classici di Vicenza, negli spazi della Basilica Palladiana, lo spettacolo viene proposto al Ridotto, luogo teatrale convenzionale, in una messa in scena ripensata nel rapporto e nel coinvolgimento del pubblico. Attrici protagoniste con Patricia Zanco (Macbeth) saranno Francesca Botti, Beatrice Niero (Lady Macbeth), alla camera Corrado Ceron, sculture di Alberto Salvetti, costumi di Rossit Zaccaria Zanco; lo spettacolo è una 
produzione fatebenesorelle teatro realizzata con il sostegno di Conversazioni 2016 – Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, in collaborazione con Mauro Zocchetta.

In questo spettacolo, che indaga e rivisita una delle tragedie più conosciute e intriganti di William Shakespeare, il ruolo di genere e gli stereotipi ad esso collegati sono totalmente rovesciati: Macbeth è interpretato da una donna; vorrebbe, quindi dovrebbe, essere uomo, forte, coraggioso, risoluto, ma non ci riesce. La domanda, implicita nel titolo (Macbeth?), si concentra su uno dei temi shakespeariani per eccellenza, il rapporto uomo-donna.

Macbeth e Lady Macbeth sono protagonisti e artefici di una grande messa in scena, di un macabro disegno, lo sviluppo di un tragico gioco di potere per il potere: il grande e valoroso guerriero scopre di desiderare una corona che non gli spetta e ha bisogno di un complice, e chi se non la sua lady che vive confinata in un castello minore, in attesa che arrivi il suo uomo, può esserlo? Lei cerca in lui quello che non ha. Lei si aspetta da lui quello che non può essere. Lui non mette mai in discussione la dominanza di lei. La complicità tra i due non è sostenuta da atti d’amore ma dall’emergenza: una lotta in perfetta solitudine, uniti dal male e dalla paura come conseguenza, perciò divisi nel dolore. E lo sguardo ravvicinato dello spettatore entra in questa intimità. (Daniela Mattiuzzi).

In questo nuovo, originale adattamento della tragedia scozzese, accolto con consensi unanimi al suo debutto, cinema e teatro sono due poetiche dello stesso dramma e l’immagine filmica inserita nello spettacolo, curata dal giovane regista Corrado Ceron, diventa una seconda visione della stessa esperienza. Il film diventa una realtà parallela, un sentiero mai interrotto che procede con il dramma teatrale, seguendolo ma discostandosi per altre vie. E sono vie che si perdono e che si ritrovano subito dopo, per poi perdersi di nuovo. Grazie a questo intrigante gioco di rimandi tra rappresentazione e visione, lo spettatore viene trasportato nell’intimità dei singoli protagonisti, in quella parte oscura che risiede anche in ognuno di noi, in cui sono aboliti i confini tra razionalità e inconscio.

La messa in scena di “Macbeth?” nasce sull’adattamento che Vitaliano Trevisan ha fatto della tragedia shakespeariana, come ricorda Zanco nelle sue note di regia: Prima di altre/i viene l’incontro con lo scrittore Vitaliano Trevisan che con la sua traduzione e adattamento ha reso asciutto e ironico il testo e a noi vicino.

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