7 Novembre 2016 - 17.39

VENETO, LOMBARDIA E LIGURIA a Renzi: “Ecco la nostra Spending Review: via le prefetture e molto altro”

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Terzo appuntamento della Trilaterale fra Liguria, Lombardia e Veneto, dopo gli incontri a Genova e a Milano che hanno affrontato i temi dell’immigrazione – con il varo della “Carta di Genova” – dell’Europa e della Riforma Costituzionale. All’ordine del giorno dell’incontro di oggi a Roncade di Treviso la Legge di Stabilità e il suo impatto sui bilanci delle regioni “virtuose”, come appunto Liguria, Lombardia e Veneto.
Ecco le proposte

1) SPENDING REVIEW:

a. Applicare costi standard ALLA SANITA’, definire un livello ottimale e lasciare un bonus alla Regioni
virtuose.

b. Applicare costi standard al numero di personale pubblico negli enti e spesa pubblica in genere,

(con un risparmio annuo di quasi 28 miliardi di euro).

c. Eliminare le PREFETTURE e riversare i relativi risparmi alle Province a compensazione dei tagli fatti e

degli oneri spostati a carico delle Regioni.

2) FEDERALIZZARE ENTRATE E TRIBUTI:

a. Riconoscimento dello status di Regione Autonoma alle Regioni che ne fanno richiesta.

b. Regionalizzazione del debito pubblico.

c. Lasciare ai Comuni, Città metropolitane ed ex Province oggi Aree Vaste i completi gettiti dei tributi
locali; pertanto lo Stato deve assumere a proprio carico la perequazione relativa ai fabbisogni su
funzioni fondamentali degli enti locali.

d. Consentire alle Regioni e ai Comuni, Città metropolitane ed ex Province oggi Aree Vaste di poter
liberamente utilizzare le quote dei propri avanzi di amministrazione sia vincolati, sia destinati nella
misura della capienza dei propri fondi di cassa, sterilizzando tali impieghi ai fini del rispetto degli
equilibri di bilancio che annualmente ciascun ente deve rispettare quale proprio contributo per il
rispetto dei parametri di finanza pubblica nazionale eurocompatibili (manovra indispensabile sia per
innescare un meccanismo virtuoso di spesa pubblica a sostegno della crescita del PIL, sia per
consentire agli enti di rispettare i vincoli e le destinazioni degli avanzi accertati a consuntivo. In
alcuni casi si tratta addirittura di poste contabili a favore dello Stato; quindi è doppiamente
paradossale che tali poste gravine a carico degli equilibri annui degli enti).

e. Consentire alle Regioni e ai Comuni, Città metropolitane ed ex Province oggi Aree Vaste di poter
utilizzare le proprie risorse finanziarie per la realizzazione di opere pubbliche e in generale per
attivare investimenti pubblici, sterilizzando, anche in questo caso, tali impieghi ai fini del rispetto
degli equilibri di bilancio che annualmente ciascun ente deve rispettare quale proprio contributo per
il rispetto dei parametri di finanza pubblica nazionale eurocompatibili (manovra indispensabile per
innescare un meccanismo virtuoso di spesa pubblica a sostegno della crescita del PIL).

3) RICHIESTA ECONOMICA SU INIZIATIVE DIRETTE:

a. MESSA in sicurezza del territorio, iniziative antisismiche, tutela idraulica e relative casse di
espansione, messa in sicurezza del territorio montano e collinare (frane e smottamenti) attraverso
fondi da assegnare alle Regioni oppure, come per I’edilizia scolastica, con accensione MUTUO a
carico dello Stato di durata trentennale e compartecipazione degli enti coinvolti.

b. Eliminazione dal computo del pareggio di bilancio delle spese di investimento su specifici settori
strategici (utilizzo dell’avanzo di bilancio) come quelli sopra indicati e altri come quelli relativi a
infrastrutture (Alta Velocita, strade e viabilità, ecc.); manutenzione strade e corsi d’acqua (le Regioni
hanno un avanzo pari a 21 miliardi che verrebbero messi subito in moto in modo equo tra tutte le
Regioni).

c. Applicazione di un regime forfettario per i giovani, disoccupati e ultra cinquantenni estromessi dal
mercato del lavoro che avviano attività con percentuale forfettaria e fissa al 10% fino ad un fatturato
di 50.000 (oggi è al 15% e fino a 30.000).

d. SCUOLE PARITARIE: INCENTIVARLE su scala Nazionale e sostenere con nuove risorse quelle esistenti
con dei risparmi economici conseguibili rispetto alle scuole “statali”.

e. ART BONUS: portare il credito di imposta dal 65% attuale al 100% ed inserire anche gli immobili beni
culturali appartenenti a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti
ecclesiastici civilmente riconosciuti.

f. BLOCCARE i tagli alle REGIONI avviati dal DL 78/2010 e applicati in maniera lineare a TUTTE le
Regioni.

4) SEMPLIFICAZIONE: Individuare nella legislazione vigente nazionale dei colli di bottiglia da eliminare per
accelerare l’economia (ad esempio):

a. Trasferire alle Regioni le funzioni svolte dall’ Agenzia del Demanio; dalla Sovrintendenza per i Beni
Culturali; dal Corpo forestale dello Stato.

b. Regionalizzazione delle funzioni amministrative relative a: tutela paesaggistica; tutela dell’ambiente;
difesa del suolo; gestione del demanio marittimo sulla Laguna di Venezia.

c. Eliminare le CONFERENZE DEI SERVIZI che da soggetti facilitatori si sono trasformate in alibi per
rinviare in conferenza ogni decisione che il singolo responsabile del procedimento non vuole
assumere.

d. Regionalizzare completamente la VIA e trasferire alla Regione le competenze. Un parere VIA statale
dura circa 3 anni mentre quello regionale tra i 12 e i 18 mesi.

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