27 Maggio 2022 - 8.37

Tutela della natura: l’Italia è il paese che investe di più in Europa per la salvaguardia della biodiversità

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di Anna Roscini

Un Italia da primato, quando si tratta di proteggere la natura. Il nostro Paese è il primo in Europa per investimenti destinati alla salvaguardia della biodiversità. Uno spiraglio di speranza che arriva da “Biodiversità a rischio”, il nuovo rapporto di Legambiente sullo stato di salute delle specie viventi, sui principali fattori di rischio e sulle strategie da adottare per far fronte alla perdita della diversità biologica. Nel dettaglio, tra il 1992 e il 2020, in Italia sono stati finanziati più di 970 progetti, determinando un investimento complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro, di cui circa 850 milioni di euro stanziati dalla Commissione europea a titolo di cofinanziamento.

Trent’anni di tutela della natura anche grazie a tre strumenti europei fondamentali per la conservazione e valorizzazione della natura e della biodiversità: la Direttiva Habitat, il programma finanziario LIFE e la Rete Natura 2000. Esempi di successo arrivano proprio dalla nostra Penisola: sono numerosi i progetti LIFE Natura che si sono distinti per aver migliorato e ripristinato lo stato di conservazione di diverse tipologie di habitat, specie animali e vegetali presenti nei siti della rete Natura 2000. Tra questi troviamo il progetto LIFE Falkon, con l’obiettivo di favorire la conservazione delle popolazioni di Grillaio del Mediterraneo centro-orientale, un piccolo rapace diurno che ha subito un consistente declino numerico nel corso del XX secolo. Senza dimenticare i progetti dedicati alle specie vegetali: Floranet LIFE, per la salvaguardia e la valorizzazione dei fiori appenninici; e LIFE Orchids, per migliorare lo stato di conservazione di piccole popolazioni a rischio di orchidee spontanee in habitat selezionati. E ancora, LIFE Coornata ha permesso lo sviluppo di misure coordinate di protezione per il camoscio appenninico che era a rischio d’estinzione. Il progetto LIFE WetFLYAmphibia ha lavorato invece per la conservazione di anfibi e farfalle di aree umide e del loro habitat nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. I progetti LIFE Tartanet e Tartalife si sono impegnati per la riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di pesca professionale. Ottimi risultati ottenuti anche da LIFE Wolfnet per sviluppare azioni di protezione coordinate per il lupo in Appennino.

«La Direttiva Habitat – spiega Antonio Nicoletti, responsabile aree protette Legambiente – ha resistito molto bene alla prova del tempo e le sue disposizioni rimangono rilevanti oggi come 30 anni fa, ma il vero e proprio successo sarà, in larga misura, determinato dal modo in cui la rete Natura 2000, istituita grazie alla Direttiva Habitat e pilastro importante per la tutela dell’ambiente a cui dobbiamo tanto, verrà gestita e da quanto riuscirà ad integrarsi nelle più ampie politiche europee di sviluppo. Per questo ricopre una grande importanza il progetto Life SeaNet, iniziato pochi mesi fa, il quale ha come obiettivo proprio quello di migliorare la governance dei siti Natura 2000 a mare. I prossimi 10 anni saranno quindi cruciali per la biodiversità in Europa. La nuova Strategia UE per la biodiversità al 2030 fornisce una rinnovata volontà politica di garantire il ripristino della natura attraverso la piena attuazione delle direttive Habitat e Uccelli e di rendere la rete Natura 2000 più resiliente dal punto di vista ecologico, più connessa e più coerente. Una sfida importate e un obiettivo da raggiungere al più presto visto che stiamo parlando della rete europea di aree protette dall’alto valore ambientale e paesaggistico».

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