17 Maggio 2023 - 14.26

In Veneto ad aprile +15mila posti di lavoro

Prosegue su livelli elevati la crescita occupazionale in Veneto, dove ad aprile il saldo tra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, a tempo determinato e di apprendistato è positivo per oltre 15.000 posizioni, con un bilancio complessivo di +43.900 posti di lavoro dall’inizio dell’anno.

Il dato emerge dalla ‘Bussola’ dell’agenzia regionale Veneto Lavoro.


    Anche in virtù delle dinamiche stagionali, in occasione delle festività pasquali e in vista della stagione estiva, a determinare questo risultato positivo contribuisce in particolare il lavoro a termine, che tra gennaio e aprile fa registrare 24.500 posizioni in più (+11.400 solo ad aprile) e un +6% delle assunzioni rispetto all’anno precedente.
    L’aumento delle stabilizzazioni e la diminuzione delle cessazioni determinano un saldo positivo anche per i contratti a tempo indeterminato (+18.900), mentre l’apprendistato mostra un saldo di +500 posizioni, tutte concentrate nell’ultimo mese.
    I dati parziali sul lavoro somministrato (gennaio-marzo) evidenziano invece una netta flessione dei saldi, che registra inoltre un -11% delle assunzioni rispetto al 2022.
    La domanda di lavoro complessiva si attesta su livelli superiori rispetto ai quattro anni precedenti, sia per quanto riguarda aprile che l’intero quadrimestre. Nell’ultimo mese le assunzioni sono state 59.700, +5% rispetto allo scorso anno, 220.400 dall’inizio dell’anno. Prosegue la crescita delle trasformazioni a tempo indeterminato (+14% nel quadrimestre). Ad aumentare è in particolare la richiesta di lavoratori over 55 (+11%) e di quelli stranieri (+11%). In crescita anche la quota delle assunzioni con contratto part time (+9%), che interessano sempre di più anche gli uomini.
    Nei primi quattro mesi dell’anno le cessazioni sono state 176.500, di cui 44.600 nel mese di aprile. Crescono in particolare quelle per fine termine (+8%), che costituiscono quasi la metà delle uscite complessive, mentre le dimissioni, che rappresentano un terzo del totale, risultano in lieve riduzione dopo i numeri eccezionalmente alti registrati nel 2022. (ANSA).

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