10 Giugno 2021 - 9.35

I no vax mascherati: “Vai avanti tu, la capra mi ha mangiato la prenotazione…”

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di Alessandro Cammarano

“Vai avanti tu, che a me viene da ridere”: questa era la battuta finale di una barzelletta vecchissima, parecchio divertente, che allo stato attuale potrebbe essere parafrasata in “Vaccinati tu mentre io ci penso”.

Non sono esattamente noVax, non negano l’efficacia del vaccino, non credono in megacomplotti rettiliano-massonici, diffidano dagli slogan preconfezionati conto BigPharma e tuttavia costituiscono una fetta non piccola di popolazione

Chi sono allora coloro che delegano agli altri il compito di vaccinarsi attendendo speranzosi – e un po’ avvoltoi – l’immunità di gregge, affidandola però ad altri?

La tipologia è varia: si va da una grossa fetta di “disinformati” o “malinformati” – per colpa loro – sempre pronti a trovare giustificazione del loro comportamento, che della solidarietà se ne fa un baffo a tortiglione, attraverso citazioni del virologo controcorrente o dell’epidemiologo non ortodosso, di quelli che dalle pagine dei giornali o durante ospitate televisive affermano concetti del tipo “Il vaccino Tizio è sicurissimo, però se avete un parente che vi è particolarmente antipatico fatelo fare prima a lui e vedete come va” oppure “Nessun dubbio sul siero Sempronio, a parte quel tappeto di squame giallo limone lungo la schiena che si sono manifestate in due esquimesi dopo la prima dose”.

Il non vaccinista delegante coglie la palla al balzo per attendere, tanto c’è chi la fila e l’iniezione se la fa al suo posto.

Altri, memori dei pretesti a cui ricorrevano negli anni della scuola per sfuggire alle interrogazioni, si barricano dietro alibi che spesso sono veri e propri capolavori degni del miglior Macchiavelli “de’ noantri”, tanto elaborati quanto improbabili.

Ecco dunque uscite del tipo “Guardi, io mi volevo vaccinare già due mesi fa, ma lo “hub” al quale ero destinato è stato invaso da ratti tropicali assassini” oppure “Sono riuscito a prendere appuntamento per tutti i miei familiari e quando è arrivato il mio turno il sistema si è impallato e mi si dice che il mio nominativo sarà reinserito non prima del 2027”.

Deliziosi anche “Lei sa che le capre mangiano qualsiasi cosa, vero? Ecco! A spese mie ho dovuto imparare che non si va in campagna con il foglio di prenotazione in mano e soprattutto non ci si avvicina troppo al recinto dei simpatici e onnivori ovini. Se un caprone con quaranta centimetri di corna addenta lo stampato che fa? Prova a farglielo sputare? Non sono mica matto; rinuncio, tanto in ufficio da me già si sono vaccinati tutti.”

Non male neppure “Dopodomani? Oddio, solo due giorni di preavviso? Ma allora è vero che vi avanzano un sacco di dosi. Sarà mica una partita difettosa? E proprio a me volete iniettare una dose farlocca? Guardi, magari ci penso e poi ci risentiamo”.

Impagabile il ricorso alla superstizione: “Venerdì 17 prossimo? Ma è matto? Io non sono superstizioso, ci mancherebbe; però se lei fosse al posto mio che farebbe? Ah per lei non ci sarebbe problema? Allora guardi, sono felicissimo di cederle il mio posto e nel frattempo vado a comprarmi un corno col sale dentro.”.

Non infrequente il ricorso ai malanni altrui: “Avrei voluto prenotarmi, poi quando sono stato davanti al computer pronto a schiacciare OK mi è venuto in mente che con tutta probabilità alla nonna verrà un’ischemia il giorno prima. Sa, coi vecchi non si può stare mai tranquilli”.

Tra i rampanti gira anche un “Non mi posso mica permettere di stare a letto una giornata per via degli effetti collaterali, mica sono un dipendente pubblico. Io ho un budget e dei target da rispettare. Che si vaccinino gli insegnati e tutti quegli altri scioperati statali che io non ho tempo da perdere!”.

Ci sono anche gli irridenti: “Lei si è vaccinato? Allora devo ringraziarla, perché io non ho nessuna intenzione di farlo, almeno per ora, ma lei protegge anche me”. Qui le mani prudono e la voglia di starnutire loro in faccia, tanto per farli preoccupare un po’, si fa pressante.

Naturalmente tutti i soggetti succitati solitamente si appellano alla “libertà di espressione” e alla “democrazia”. Vabbè, meno male che ci sono i giovani – troppo spesso e a torto tacciati di menefreghismo – che stanno correndo in massa a vaccinarsi. Bravi ragazzi, noi siamo con voi!

Alessandro Cammarano

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