30 Ottobre 2015 - 10.55

CINEMA – Scamarcio, Chiatti e 'Io che amo solo te'

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IO CHE AMO SOLO TE

Di: Marco Ponti

Con: Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Michele Placido, Maria Pia Calzone, Luciana Littizzetto

@: a Polignano a Mare Chiara (Laura Chiatti) e Damiano (Riccardo Scamarcio) stanno per sposarsi, e il loro matrimonio è un evento da non perdere. Vengono da due famiglie completamente diverse: Chiara conta sulla madre sarta (Maria Pia Calzone), vedova da anni, e la sorella; Damiano è figlio del ricco del paese, don Mimì da sempre innamorato della mamma di Chiara. Sull’orlo di una crisi matrimoniale prima della stessa celebrazione, Chiara e Damiano coroneranno il loro sogno nello sfarzo di un matrimonio principesco ricco di sorprese.

+ : la scenografia naturale, Polignano a Mare, località molto famosa e altrettanto scelta come meta turistica negli ultimi anni, trasforma il film in una favola dal gusto mediterraneo. Sono molte le sequenze che si fermano sui panorami più belli della cittadina, spesso ripresi dall’alto, sempre in giorni di sole (che in questo periodo piovoso fanno davvero invidia).

E’ poi un film sull’amore e le sue declinazioni: quello della gioventù insicura che ha paura di impegnarsi, e quello dei genitori con i rimorsi che durano da tutta la vita. Ma come in tutte le storie d’amore cui siamo abituati, il lieto fine c’è per tutti i cuori: perché si sa, l’amore alla fine vince sempre. E come si sente nel film: “La cosa importante è la sistemazione”, con l’amore è sicuramente meglio.

– : quando si porta sul grande schermo l’amore si deve fare i conti con il rischio di dire molte cose già dette, di girare scene già viste. Di matrimoni al cinema se ne sono visti molti, di matrimoni meridionali anche, di matrimoni con attori belli e famosi pure, di matrimoni in crisi prima di iniziare non ne parliamo. L’effetto déjà vu è abbastanza forte, nonostante l’ambientazione pugliese e di sicuro effetto. Per non parlare poi del mancato amore (i due genitori degli sposi), delle mogli abituate alla formalità e al controllo completo della famiglia (la moglie di don Mimì), i preparativi del matrimonio del secolo, e infine la rivelazione dell’omosessualità (Orlando, il fratello di Damiano e figlio della famiglia tradizionale). Niente di nuovo.

Il film è tratto dall’omonimo libro di Luca Bianchini (qualcuno definisce più accattivante del film).

***: se state pensando che il titolo vi dice qualcosa, siete nella strada giusta. La canzone di Sergio Endrigo ha cinquant’anni, ma non li sente proprio. Sarà perché in cinque decenni è stata cantata da chiunque e in un film con Scamarcio e Chiatti sta proprio bene. E’ il leitmotiv che permette al film di scorrere, nonostante tutto, veloce e spensierato, come l’amore incosciente e spontaneo di chi agisce con il cuore e meno con la testa.

Non c’è dubbio che il sole di Polignano a Mare e i due novelli Audrey Hepburn e Gregory Peck, che girano in vespa fra le bianche strade e case, portano un po’ di felicità a queste tristi giornate di fine ottobre. E come dice la nostra canzone: “C’è gente che ama mille cose e si perde per le strade del mondo. Io che amo solo te, io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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