30 Ottobre 2021 - 8.26

Buongiorno Vicenza: Stipendi dei Sindaci aumentati? Sí, no, forse

Ha una firma vicentina, quella di Achille Variati, ma avrà una ricaduta su tutto il Paese la manovra approvata in questi giorni da Mario Draghi che consente l’aumento delle indennità agli amministratori locali. E a Vicenza cosa potrebbe succedere? Francesco Rucco e la sua giunta potranno aumentarsi lo stipendio fino all’80% dell’attuale emolumento. Una misura inserita giovedì scorso dal Governo nella nuova legge di bilancio che ha collocato le risorse per l’incremento del compenso dei primi cittadini e dei loro collaboratori. Gli aumenti andranno al via dal 2022, con le indennità che saliranno in modo graduale fino a raggiungere, nel 2024, un importo pari a quanto percepiscono i Presidenti di Regione, 13.800 euro lordi al mese. Ogni stipendio sarà commisurato al numero degli abitanti ed all’importanza (capoluogo di regione e/o di provincia). Insomma lo scatto in avanti sarà pieno (aumento del 100%) per i sindaci delle città metropolitane (Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria). La Giunta Rucco e il Presidente del Consiglio Comunale, in quanto amministrante un capoluogo di provincia con più di 100.000 abitanti, avrebbe un aumento possibile fino all’80%. Va ricordato tuttavia che la norma “può “ essere incrementata, non “deve”. Dunque se in Parlamento non ci saranno modifiche in questa direzione, la scelta se aumentarsi oppure no gli emolumenti, sarà votata dai Consigli Comunali, con la prevedibile fiera dell’ipocrisia dell’antipolitica sullo spirito di servizio e sui costi dell politica stessa.
Discorso leggermente diverso per gli altri comuni del Vicentino, dove gli aumenti potranno avvenire per fasce di abitanti, il 35% in più per quelli tra i 30.001 ed i 50.000 abitanti, il 30% in più per i comuni tra i 10.001 ed i 30.000 abitanti, il 29% per i comuni dai 5001 ai 10.000 abitanti, il 22% per i comuni tra i 3001 ed i 5000 ed infine il 16% fino a 3000 abitanti.

Adesso si vedrà come si muoveranno i vari consigli comunali, quello che è certa è l’ennesima prova di ambiguità del Legislatore che scarica sui sindaci non un dovere, ma una facoltà, facendola sembrare un atto di riconoscimento al lavoro dei primi cittadini, ma in realtà lasciando pilatescamente ad essi l’onere di affrontare una scelta che rischia l’impopolarità, nonostante da più parti si rilevi la crisi di vocazione alla politica locale come testimoniano le tante difficoltà nel cercare persone di valore disponibili al civil servant per l’Ente Locale.
Allora con serietà ed assunzione di ruolo, il Legislatore ponga l’obbligo di aumentare adeguatamente gli stipendi degli amministratori locali che adesso sono ridicoli se commisurati al livello di responsabilità e soprattutto se paragonati con i loro colleghi del livello regionale e parlamentare, e non scarichi ipocritamente la scelta ai sindaci, che dovrebbero essere riconosciuti come eroi nazionali per il lavoro sputtanato e sottopagato che fanno ogni giorno nelle città e nei paesi.

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