17 Luglio 2017 - 9.48

VENETO – Precipitazioni ai minimi storici, fondamentali i bacini di laminazione

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​Le precipitazioni sono in calo di oltre il 90% nel Vicentino e, sulla base dei dati Isac-Cnr, la scorsa primavera, a livello nazionale, è risultata la terza più asciutta dal 1800, con precipitazioni in calo del 48%. Dati oggettivamente allarmanti, che in talune zone della Penisola hanno portato ad incendi devastanti, con danni al territorio ed alla fauna che lo popola. Un’evidente anomalia climatica, che per alcuni giorni è stata percepibile anche dalle alte temperature, con le massime che nel nostro territorio sono almeno 1,5 gradi superiori alla media, mentre il differenziale sale addirittura a 2,7 gradi per le minime, in rapporto allo stesso periodo dello scorso anno. Al pericolo inquinamento, particolarmente sentito nel Vicentino, si aggiunge quello degli incendi, il più delle volte dolosi, che dalle scorse settimane, hanno colpito vaste aree in particolare del Centro e Sud Italia. “Se nelle città la mancanza di pioggia ha causato l’innalzamento dei livelli di inquinamento, nelle campagne – spiegano il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù – è la siccità a preoccupare, almeno in alcune zone. In tal senso dobbiamo riconoscere l’esigenza di giocare d’anticipo e puntare sui bacini di laminazione, opere fondamentali per far fronte ai cambiamenti climatici in atto, per garantire sempre l’irrigazione delle colture, anche perché dovremo abituarci a minori precipitazioni e nevicate, così come ad alluvioni e bombe d’acqua, che si alterneranno imprevedibilmente”. Con questo scenario appare anche fondamentale lavorare sul versante della riduzione dell’inquinamento. Se di fronte ai cambiamenti climatici non si può intervenire, è invece possibile adottare politiche a sostegno dei trasporti pubblici locali e scelte politiche che privilegino la creazione di nuovi spazi verdi. “La politica deve rimettere in discussione le scelte fallimentari fatte negli ultimi decenni – aggiungono Cerantola e Palù – in quanto non risolutive dei problemi riscontrati, ma nemmeno migliorative sul versante dei dati. Non è possibile che gli amministratori locali facciano la danza della pioggia per sperare che la concentrazione di polveri sottili diminuisca. Servono politiche educative, trasporti pubblici efficienti ed economici e, soprattutto, una politica edilizia non fondata sull’edificazione, ma sull’analisi dell’edificato esistente, per evitare di continuare a sottrarre verde pubblico e verde impiegabile per l’agricoltura a favore di nuove strutture immobiliari destinate a restare inutilizzate”. Se la carenza di piogge dovesse continuare, appare fondamentale tenere a mente il decalogo di Coldiretti per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l’insorgenza di un incendio nel bosco è quella di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via non solo che il fuoco sia spento, ma anche che le braci siano completamente fredde. Soprattutto nelle campagne non bisogna gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre, non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone boscate o in loro prossimità ed evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi. “Ogni cittadino auspichiamo faccia la sua parte – concludono Cerantola e Palù – assumendo il massimo senso di responsabilità ne segnalare qualsiasi anomali dovesse avvistare nel territorio e che potesse fare presagire ad un incendio. Il senso civico è fondamentale per un territorio curato e sicuro per tutti”.

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