6 Settembre 2021 - 16.19

VENETO – Colpo di scena: il 43enne torrentista dato per morto è stato trovato vivo

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Aggiornamento ore 16.19

È vivo Giacomo, 43 anni, di Val di Zoldo (BL), l’uomo per la cui scomparsa durante la discesa del torrente Maè, erano scattate ieri le ricerche da parte di Soccorso alpino, Vigili del fuoco, Guardia di finanza e Carabinieri forestali. Una vicenda incredibile, che si è risolta nel migliore dei modi, quando si pensava che legato alla corda sotto la pressione dell’acqua non potesse che trovarsi il corpo senza vita dell’uomo. Questa mattina verso le 10, la squadra del Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto aveva trovato le corde che scendevano bloccate in una pozza inavvicinabile per la forza della corrente. Quando i soccorritori avevano cercato di tirarle, queste si erano sganciate dall’imbrago, costringendoli ad organizzarsi per affrontare un recupero assai rischioso e forse impossibile con quella portata in quattro metri cubi d’acqua. La squadra si era quindi attrezzata con un arpione lungo sei metri, per tentare di sondare la vasca, mentre si procedeva con la richiesta della chiusura quasi totale del minimo deflusso vitale della diga di Pontesei a monte. Nel momento in cui uno dei soccorritori si era avvicinato al flusso con una frontale per provare a guardare al di là della cascata, si era intravisto un piede e poi il volto dell’uomo. Era vivo, lasciando commossi tutti. Giacomo si era calato dalla cascata ieri verso le 10. Trascinato verso il basso dal flusso, era riuscito ad agganciarsi con una mano alla roccia ed era stato spinto dalla corrente all’interno di una grotta di un paio di metri, dove si trovava da ieri mattina. Quando si era sentito tirare, aveva sganciato lui le corde pensando potessero servire e si era avvicinato alla cascata, nel preciso istante in cui un soccorritore stava guardando nella sua direzione, solo perché era convinto di aver visto uno zaino. I soccorritori sono quindi riusciti a passargli una corda, con la quale si è assicurato all’imbrago e, con tutte le forze in loro possesso, lo hanno trascinato oltre il flusso della cascata e fuori dalla corrente della pozza. Recuperato con verricello dall’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, Giacomo è stato trasportato all’ospedale di Belluno per i dovuti accertamenti. L’elicottero ha poi provveduto a recuperare anche la squadra.Ci dispiace aver contribuito a diffondere la triste notizia iniziale, ma non avremo mai potuto sperare in questo esito straordinario.

Aggiornamento ore 8

Sono in corso da ieri le ricerche di G.S., un quarantenne di Val di Zoldo (BL), partito da casa sua ieri attorno alle 7.30 con l’attrezzatura da canyoning, per scendere il tratto della gola del torrente Maè che fa da Soffranco a Pirago. L’uomo, dopo aver già percorso la parte bassa della forra, voleva infatti completare la parte a monte. Dopo averlo atteso invano, un amico ha lanciato l’allarme attorno alle 18.  Rinvenuta la sua auto parcheggiata a Soffranco e non potendo avere riscontri di telefonia – l’uomo è partito con il cellulare spento nel contenitore a tenuta stagna che aveva con sé, dato che all’interno della forra non c’è copertura – l’asta del torrente è stata divisa a zone. Il Soccorso alpino di Longarone ha perlustrato i punti visibili dall’alto, il Gruppo forre del Soccorso alpino e speleologico Veneto ha controllato il tratto da Pirago verso il Piave, i Vigili del fuoco hanno fatto da Soffranco verso la confluenza del Grisol, da Pirago a Igne e da Igne in giù. Mancava una porzione intermedia di oltre un chilometro più difficile per la presenza di schianti e accumuli di materiale. Verso le 22.30 il Gruppo forre forre è stato accompagnato dalla squadra alpina lungo un ripido sentiero intermedio fino alla partenza in acqua e i soccorrirori sono riusciti a percorrerne una parte per uscire alle 2.30 risalendo lungo le corde lasciate dai Vigili più a valle. Alle 7 è iniziata la perlustrazione con i droni della Guardia di finanza, cui si uniranno quelli del Soccorso alpino. Si ripartirà con il controllo del sentiero di accesso, Gruppo forre e Vigili del fuoco scenderanno nella gola nel tratto più ostico che si sviluppa per circa un chilometro e mezzo.

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