5 Dicembre 2017 - 9.52

PFAS – Iniziato ieri all’ospedale di Lonigo lo screening

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Sono iniziate ieri all’Ambulatorio Pfas dell’ospedale di Lonigo, con i primi 4 pazienti, le visite per lo screening di II livello per la contaminazione da Pfas. Come noto, a fine gennaio era stato avviato un screening di I livello tra i residenti dell’area rossa che coinvolgerà complessivamente circa 85 mila soggetti. Tra quanti hanno aderito o aderiranno, per chi presenta elevati livelli di Pfas nel sangue in combinazione con altri valori alterati – cardiovascolari o metabolici – è previsto un ulteriore screening di II livello, anche questo completamente gratuito, con una serie di ulteriori esami e una presa in carico continuativa da parte del sistema sanitario regionale. La selezione avviene tramite un software appositamente predisposto che consente al personale dell’ULSS 8 Berica di incrociare i risultati dello screening di I livello con la storia clinica del paziente e i risultati degli esami effettuati in precedenza, al fine di avere un quadro il più completo e chiaro possibile del suo livello di salute. La partecipazione allo screening di II livello avviene quindi su chiamata attiva da parte del personale sanitario, che si mette direttamente in contatto con il soggetto per invitarlo ad effettuare una valutazione più approfondita, se necessario. La presa in carico è continuativa, con la ripetizione degli esami ogni due anni, mentre i dati complessivamente raccolti consentiranno di valutare in che misura vi è un collegamento con tra le alterazioni rilevate e l’esposizione a Pfas. Ad oggi, su circa 7.500 soggetti già esaminati per lo screening di I livello, sono 3.156 quelli rinviati ad un secondo e più approfondito livello di analisi. Di questi, 2.262 sono residenti nel territorio dell’ULSS 8, 543 sono utenti dell’ULSS 9 Scaligera, mentre i rimanenti 351 sono afferenti all’ULSS 6 Euganea. Una volta a regime saranno complessivamente una trentina al giorno i pazienti esaminati per lo screening di II livello, coordinato dal dott. Giampaolo Stopazzolo, con l’impegno di un’equipe dedicata composta da personale medico e infermieristico guidato dal dott. Giovanni Scanelli – direttore della Medicina Generale del S. Bortolo – per i medici internisti e dal dott. Claudio Bilato – direttore della Cardiologia di Arzignano e Valdagno – per gli specialisti in Cardiologia. La valutazione di II livello approfondisce infatti in particolare due aspetti: da una parte il rischio cardiovascolare, dall’altra quello riconducibile ad alterazioni a livello metabolico ed endocrinologico, quali possibili danni renali, alternazioni alla tiroide e diabete.

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