19 Maggio 2023 - 19.32

Parenti serpenti

I CANDIDATI SINDACI AL BALLOTTAGGIO DIVENTANO PARENTI DI CICERO E ZOPPELLO?

Chiuso il sipario sul primo turno delle Amministrative, con il risultato che tutti sanno, o almeno lo sanno il 50% dei vicentini, cioè quelli che sono andati a votare, da qualche giorno si è ripresa la corsa con l’alfabeto del ballottaggio. Che ha un’altro linguaggio e un’altra grammatica.

Con i due candidati che hanno polarizzato il voto, ma che non hanno appassionato i votanti vista la scarsa affluenza, ora la parola magica è apparentamento. Fare appello, insomma ai candidati che non sono stati esclusi dal ballottaggio, ed anche dall’ingresso in consiglio, per convincere i leader, e soprattutto i loro elettori, a scegliere tra Rucco e Possamai. Tra fantasia e realtà le ricostruzioni e i gossip si sprecano. Basta farsi un giro nei profili social dei tifosi delle due curve per leggere, oltre alle più surreali ricostruzioni, alle proiezioni dei desideri. Quindi si è aperta la caccia alle liste minori per arrivare a fine mese con il rinforzo degli esclusi. E qui si vedono le differenze di racconto.

Il centrosinistra parla di programmi e di città, il centrodestra tace. Ma le chiacchiere trapelano lo stesso. Due forme della stessa sostanza. In realtà è molto, moto probabile che entrambi i candidati sindaci stiano trattando con gli esclusi, che gli sherpa siano al lavoro da giorni per convincere, soprattutto Cicero e Zoppello, a collegarsi o apparentarsi. Per l’apparentamento il countdown finisce domenica, quindi mancano poche ore al redde rationem. Tuttavia ci sono comunque altri strumenti, ci sono gli accordi senza apparentamento dove si palesa di essere irriducibili per poi segretamente aderire all’uno o all’altro schieramento. Si lasciano i loghi nel cassetto ma si tratta per il dopo.

Nessuno lo ammette, ma tutti lo fanno. Qualcuno ci prova, qualcuno lo sussurra. In realtà è l’ennesima prova di una competizione senza passione e senz’anima. Una corsa di plastica che neanche al ballottaggio riuscirà a convincere i vicentini che siamo di fronte ad una competizione tra due visioni diverse di città. Sarà una scelta tra la continuità con Rucco o la sindrome PAQ (Proviamo Anche Questi), rappresentata da Possamai. Anche se il PAQ nel caso di Possamai è relativo perché la continuità con l’epopea di Achille Variati è scolpita nella pietra.

Nella sfida probabilmente gli ex assessori avranno un ruolo molto marginale in termini di percentuali. Perché alla fine è una partita a due. Coppi o Bartali. Rivera o Mazzola. Beatles o Rolling Stones. I voti di Cicero e Zoppello, se arriveranno, non cambieranno il risultato dell’ultimo week end di maggio. Psicologicamente per gli addetti ai lavori saranno, invece, fondamentali per rassicurare o deprimere. Ma è la solita fiction a cui ci ha abituato questa campagna elettorale che, per fortuna, sta per finire. E la perversione della politica che diventa fiction è il sintomo della morte della politica, perché anche in queste due settimane perfino Cicero e Zoppello potrebbero dire qualcosa che non sia solo la retorica sulla loro verginità. Magari offrire una disponibilità ad aderire ad uno dei progetti modificandolo con qualcosa di veramente nuovo, sfruttare la possibilità di negoziare idee e programmi di Rucco o Possamai. L’idea di città di Claudio Cicero e Lucio Zoppello assomiglia di più a quella del sindaco uscente o a quella dello sfidante? E partendo da lì distinguersi.

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