9 Agosto 2022 - 10.21

Manodopera illecita e contributi non versati: sequestrati 12 milioni di euro a imprenditori vicentini

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Dodici milioni di euro in Iva non versata: a questo ammonta il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di Vicenza nei confronti di due imprenditori e di una società di trasporti vicentina, ritenuti colpevoli di reati tributari quali omessa dichiarazione e omesso versamento di ritenute previdenziali e IVA, oltre che di bancarotta fraudolenta.

L’operazione era iniziata tempo addietro, quando gli investigatori della Polizia Economico Finanziaria di Vicenza, attraverso un’analisi di rischio nel settore dei trasporti, avevano individuato una SPA vicentina, vincitrice di grossi appalti che, grazie a due cooperative e cinque srl (con sedi fittizie a Salerno, Roma, Milano, Piacenza e Vicenza), aveva dato il via ad un articolato sistema fraudolento, atto a somministrare illecitamente manodopera.

In tale tipologia di frode tutte le obbligazioni nascenti dal rapporto di lavoro subordinato (versamento dei
contributi, ritenute fiscali sui redditi da lavoro dipendente) vengono fittiziamente trasferite in capo ad un
soggetto diverso dall’effettivo datore di lavoro, attraverso l’interposizione, tra il reale datore di lavoro
(utilizzatore: la SPA) e il lavoratore dipendente, di un terzo soggetto (imprese di somministrazione: le SRL e le cooperative), che assolve, solo cartolarmente alle funzioni proprie del datore di lavoro e che non possiede i requisiti previsti per l’esercizio legittimo dell’attività delle agenzie di somministrazione. Grazie alla sistematica emissione di fatture per servizi inesistenti, da parte delle imprese formalmente somministratrici di manodopera, la SPA vicentina ha artificiosamente contenuto i costi del personale, risparmiando sui contributi ed abbattendo l’IVA, riuscendo – in spregio alle regole della libera concorrenza – ad aggiudicarsi commesse da società di rilievo nazionale ed internazionale (queste ultime estranee ed inconsapevoli di tale sistema di frode).

La società vicentina, così come le altre facenti parte del medesimo disegno criminoso, è risultata amministrata formalmente da un prestanome ma di fatto gestita da un imprenditore campano, emerso in pregresse indagini quale soggetto verosimilmente contiguo alla criminalità organizzata. Le altre società o cooperative sono state attivate, nel tempo, con l’obiettivo di restare operative in media tre anni, per poi essere successivamente rese inattive e sostituite dalle altre neocostituite e nelle quali venivano trasferiti i dipendenti. Si tratta, come detto, di fittizie imprese di somministrazione che presentavano, esteriormente, i caratteri tipici delle società cartiere, quali l’assenza di struttura organizzativa, la devoluzione delle funzioni amministrative e di rappresentanza legale a soggetti prestanome e il mancato rispetto degli obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte.

All’esito delle investigazioni, le Fiamme Gialle vicentine hanno ricostruito un’evasione, per le annualità dal
2017 al 2019, di oltre 12,5 milioni di euro, di cui 7 milioni di IVA evasa a seguito di omessa dichiarazione, circa 3 milioni di IVA non versata e di 2,5 milioni di ritenute non versate.

Sulla scorta degli elementi indiziari raccolti, che dovranno poi trovare conferma in sede dibattimentale,
l’imprenditore campano amministratore di fatto anche della SPA nonché il rappresentante legale, parimenti di origine campana, dell’unica SRL con sede a Vicenza sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica per i reati di omessa dichiarazione e omesso versamento di ritenute e di IVA. Atteso poi lo stato di decozione di una delle imprese utilizzate per la somministrazione di manodopera, la citata SRL vicentina con sede coincidente con la SPA utilizzatrice della manodopera, l’A.G. berica ha richiesto ed ottenuto a marzo del 2022 la dichiarazione di fallimento della SRL, motivo per il quale i due indagati sono stati deferiti anche per il reato di bancarotta fraudolenta, avendo causato, per effetto del reiterato omesso pagamento delle imposte, il dissesto della società dagli stessi amministrata.

È stato, infine, eseguito nei giorni scorsi un provvedimento di sequestro preventivo volto all’apprensione, in via diretta o per equivalente, delle disponibilità e dei beni posseduti dalla società coinvolta e dai due indagati, sino alla concorrenza di € 12.759.945, con cui sono stati sottoposti al vincolo cautelare 19 immobili, 28 terreni, diversi autoveicoli, quote societarie, nonché disponibilità finanziarie e liquidità collocata su oltre 70 rapporti finanziari.

L’attività posta in essere si incardina nel consolidato indirizzo del Corpo volto all’aggressione delle forme di evasione connotate da maggiore pericolosità, nei cui confronti viene indirizzata l’azione ispettiva delle Fiamme Gialle vicentine al fine non soltanto di pervenire al recupero di imposte evase fondamentali per garantire i servizi dello Stato verso la collettività, ma anche per contrastare le più insidiose forme di concorrenza sleale che possono minare il tessuto economico locale in danno della stragrande maggioranza di imprese sane insistenti nella provincia berica.
Si rappresenta che la misura cautelare sopra descritta è stata adottata su ordine dell’Autorità Giudiziaria e che, comunque, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza della persona sottoposta ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

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