23 Marzo 2019 - 21.19

Al Bertagnoli è tornato “Il Signore delle Cime” con Bepi De Marzi e i Crodaioli

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Centinaia di persone hanno partecipato questa mattina all’appuntamento nella foresta di Giazza e Crespadoro, per ricordare i 60 anni del “Signore delle Cime” di Bepi De Marzi, dedicata all’alpinista ed amico Bepi Bertagnoli, a cui è dedicato il rifugio, in Alta ValChampo, nel cuore delle Piccole Dolomiti.

Un rito carico di emozione per gli amanti della montagna e gli appassionati dei canti che celebrano le nostre vette. Un abbraccio collettivo, sotto un bel sole tiepido, che ha consacrato  – ce ne fosse stato ancora il bisogno – i Crodaioli come “il” coro della montagna per eccellenza.

Sulla facciata del “Bertagnoli” è stata scoperta una targa che ricorda proprio i 60 anni dalla realizzazione del più famoso canto di montagna,  scritto da un allora 23enne Bepi De Marzi in memoria della prematura scomparsa dell’amico Bepi Bertagnoli, travolto da una slavina sulle Piccole Dolomiti il 7 aprile 1951. Bepi era scomparso “su in Piatta”, travolto da una slavina, dopo un’abbondante nevicata primaverile. L’avevano cercato invano per settimane: solo lo sciogliersi delle nevi l’aveva restituito. Toccò poi a De Marzi mettere in musica e in pura poesia ciò che tutti gli amici di Bertagnoli stavano provando.

Ricordiamo che il Rifugio Bertagnoli, di proprietà di Veneto Agricoltura, è stato inaugurato nell’autunno del 1958 dall’allora Ministro Mariano Rumor; fu proprio in quell’occasione che gli amici dello sfortunato scalatore, che avevano formato un piccolo coro come CAI di Arzignano guidato proprio da Bepi De Marzi, eseguirono per la prima volta il canto struggente de “Il Signore delle cime”. Oggi questa canta è conosciuta ed amata in tutto il mondo: una poesia in musica che racconta ciò che la montagna dà e ciò che la montagna – a volte – toglie. Un canto ispirato, intriso di fede e di speranza, fatto di note che salgono dal cuore alla bocca di tutti i montanari.  Per tutti coloro che amano la montagna e su di essa vivono, lottano, si emozionano, vivono gioie e dolori, infatti,  “Il Signore delle Cime” è il canto per eccellenza. O meglio, come ha sempre preferito chiamarlo il Maestro De Marzi: “Una preghiera”.

 

 

Dio del cielo, Signore delle cime,
un nostro amico hai chiesto alla montagna,
ma ti preghiamo, ma ti preghiamo,
su nel Paradiso, su nel Paradiso,
lascialo andare per le tue montagne.

Santa Maria, Signora della neve,
copri col bianco, soffice mantello,
il nostro amico, il nostro fratello,
su nel Paradiso, su nel Paradiso,
lascialo andare per le tue montagne.

 

Foto: Veneto Agricoltura

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