28 Febbraio 2022 - 11.48

IL GRAFFIO – Quei residui di pacifismo a senso unico: che brutta figura a Vicenza

di Luca Faietti

Il pacifismo in crisi. E’ quello che si è plasticamente visto succedere sabato scorso in piazza Matteotti. In Italia esiste da sempre un pacifismo molto attivo, storicamente fondato sul rifiuto della guerra ma nato e cresciuto come opposizione alla politica internazionale voluta dai governi degli Stati Uniti. E’ quel pacifismo che ha preso le mosse dalla critica aspra e feroce contro la guerra del Vietnam e che poi ha visto le piazze schierarsi contro la prima guerra del Golfo e contro la decisione di reagire agli attentati dell’11 settembre con l’invasione dell’Iraq prima e dell’Afghanistan poi. Quel pacifismo trova le sue radici nell’antifascismo e nella lotta partigiana, linfa e gioventù nei centri sociali di estrema sinistra che hanno avuto spesso la capacità di mobilitarsi prima e meglio di tanti altri.

Oggi quel pacifismo ha perso i suoi punti di riferimento. Chi fa la guerra, invade paesi sovrani, porta distruzione e morte con armi micidiali non è l’America, ma la Russia. Un governo non democratico, che accusa l’Ucraina di essere troppo vicina all’Europa e pericolosamente vicina alla Nato.

Per molti pacifisti di casa nostra è uno scenario imprevisto e non calcolato. Per settimane il rischio del conflitto è stato ben chiaro a tutti, ma nessuno ha fatto nulla: non si sono viste alzate di scudi, non si sono convocate manifestazioni. Si sperava in una soluzione negoziale? Forse.

Giovedì 24 febbraio, però, la parola è passata alla armi e solo allora le organizzazioni pacifiste vicentine si sono accorte che la guerra aveva invaso l’Europa e hanno deciso di scendere in piazza. Lo hanno fatto sabato 26 febbraio in piazza Matteotti ed è stato un disastro. Cinzia Bottene, parlando a nome dell’Anpi ha imbastito un discorso che sembrava mettere una buona parte di responsabilità per quello che sta accadendo sulle spalle degli ucraini, quelli che sono stati aggrediti, invasi e bombardati. Una donna ucraina in piazza non ha accettato e ha addirittura strappato il discorso dalle mani della Bottene, molti esponenti politici hanno preso le distanze e se ne sono addirittura andati da quella manifestazione. Fare in pacifisti contro Putin, insomma, è più difficile che farlo contro Bush o gli americani. Vogliamo sottolineare che gli organizzatori inoltre hanno poi ribadito con forza che la manifestazione era di ferma condanna della aggressione russa nei confronti dell’Ucraina.

Ma quelle posizioni emerse durante la manifestazione sono state una brutta figura, una di quelle senza se e senza ma. Una bruttissima figura

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