20 Ottobre 2016 - 15.39

ECONOMIA – Abolizione Equitalia? “Una palla per vincere il referendum”

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La presa di posizione odierna contro quella che sembra essere a tutti gli effetti una mossa elettorale del premier Renzi, non arriva da qualche costituzionalista o da qualche esponente di partito d’opposizione, ma da due sindacati dei lavoratori, ovvero dalle segreterie provinciali FIRST/CISL FISAC/CGIL.
“Le dichiarazioni del Capo del Governo -recita un comunicato- in merito alla “chiusura “ di Equitalia e al fatto che le more e le sanzioni sono frutto del modo di riscuotere di Equitalia sono demagogiche e semmai utili a raccogliere consensi.
Equitalia potrà anche cambiare nome e collocazione ma come “funzione” continuerà ad operare quale soggetto che riscuote tasse e imposte non pagate, quindi, in realtà, non si chiude niente.
Le sanzioni e le more sono stabilite dalle leggi dello Stato, infatti quando vengono incassate vanno riversate all’Ente Impositore.
L’unico onere che trattiene Equitalia è l’aggio che le permette di autogestirsi senza gravare sul Bilancio dello Stato e quindi su tutti i cittadini che pagano regolarmente le tasse.
Se si cambiassero le leggi che regolano l’attività di riscossione, da domani Equitalia potrebbe anche regalare fiori anziché spedire cartelle.
L’ennesimo condono è un grave errore; vengono “abbuonate” le sanzioni e gli interessi di mora, che vanno agli Enti e non ad Equitalia; è sbagliato far credere ai cittadini che si rimedia così alle storture dell’Esattore.
E’ come dire che in Italia se paghi le tasse, anche con sacrifici e nei tempi dovuti, sei poco furbo, perché se non rispetti le scadenze paghi di meno.
Che siano le stesse Istituzioni ad attaccare Equitalia, nel paese con il più alto tasso di evasione fiscale d’Europa, è un atto vergognoso.
Gli 8000 lavoratori del Gruppo Equitalia sono a fianco dei contribuenti in quanto con la loro professionalità li aiutano nei momenti di difficoltà cercando le soluzioni più idonee ai loro problemi, con l’aggravante che i politici, invece, si limitano a recitare proclami e non intervenire con radicali modifiche delle leggi.
Gli 8000 lavoratori di Equitalia che negli anni si sono sobbarcati un lavoro ingrato, oggi criminalizzato, che hanno preso solo schiaffi e mortificazioni in tutte le direzioni per colpa di quella politica trasversale che ha preferito lo scarica barile, chiedono chiarezza sul loro futuro.
A questo paese serve una seria politica fiscale, non proclami”.

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