2 Maggio 2022 - 14.47

Pedopornografia on-line, maxi operazione tra Trieste e Udine: un arresto e 30 denunce

La Polizia Postale di Trieste e Udine, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha portato a conclusione l’operazione “Luna”, finalizzata al contrasto della pedopornografia online, con l’esecuzione di 32 decreti di perquisizione su tutto il territorio nazionale, 25 a carico di maggiorenni e 7 nei confronti di minori, che ha consentito l’arresto di una persona e la denuncia di altre 30 a vario titolo per detenzione, cessione e divulgazione di materiale pedopornografico.

L’operazione è scaturita dalla complessa analisi del materiale informatico sequestrato a un cittadino residente nella Provincia di Udine, tratto in arresto lo scorso anno nel corso di un’altra attività di indagine e successivamente condannato per detenzione, divulgazione e produzione di materiale pedopornografico.

Gli specialisti della Polizia Postale, tramite sofisticati software di analisi forense, sono riusciti a ricostruire la vasta rete di contatti che scambiavano con l’arrestato numerosi link contenenti immagini e video riproducenti atti di sfruttamento sessuale in danno di minori, talvolta in cambio di immagini di ragazzine minorenni che il soggetto aveva nel tempo adescato, concentrandosi sulle vittime più fragili.

Le risultanze investigative sono state poste al vaglio del Sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste dott.ssa Lucia Baldovin e del Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste dott.ssa Francesca Portesan, che hanno costantemente diretto l’attività, emettendo nel complesso 32 provvedimenti di perquisizione, eseguiti con la collaborazione di oltre novanta operatori di Specialità in Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

Le attività di ricerca della prova hanno fatto emergere nel complesso la detenzione di migliaia di file di natura pedopornografica, raffiguranti minori anche al di sotto dei 5 anni, coinvolti in atti sessuali violenti, puntualmente catalogati dal personale che ha proceduto scrupolosamente all’effettuazione degli approfondimenti informatici sul posto durante le perquisizioni.

Durante le perquisizioni effettuate nei confronti di alcuni soggetti minorenni è stata rilevata la presenza di software per l’anonimizzazione in rete, oltre alla creazione di chat in cui i ragazzi si proponevano quali intermediari a pagamento per la distribuzione di materiale pedopornografico all’interno di spazi cloud protetti. In altri casi i minorenni indagati, pur non essendo interessati alla diretta fruizione del materiale illecito, si erano resi protagonisti della divulgazione di materiale pedopornografico in favore di interlocutori a loro sconosciuti, dietro la rassicurazione di essere ripagati con premi e regalie, dimostrando scarsa consapevolezza dei rischi a cui esponevano se stessi e i propri dati personali in rete.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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