18 Maggio 2022 - 9.44

Le dòne de Arzignàn e quèle de Chiampo

Tra il serio e il faceto… di Alessandro Cammarano

Premessa dell’autore: prima che gli animi si infiammino – il caldo improvviso è già di per sé sufficientemente incendiario – corre l’obbligo di specificare che quanto segue va letto con animo leggero. Si scherza un po’ calcando la mano su alcuni stereotipi (magari non sempre legati alle ultime generazioni) che, in quanto tali, sono l’eccezione e non la regola. Esaurite le istruzioni per l’uso a voi decidere se proseguire o meno nella lettura.

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Eh sì, pare che l’adagio secondo il quale i ragazzi di Arzignano sposino le ragazze di Chiampo sia molto più che un semplice modo di dire; anzi è proprio la realtà dei fatti.

Ma perché tutto ciò? Le due città della Valchiampo insistono nella medesima area geografica e sono separate da una manciata scarsa di chilometri, eppure sembrano appartenere a galassie differenti.

A ben guardare e anche a fare un giro per le due cittadine – oramai non si chiama più “paese”, che per altro è un sostantivo bellissimo, nemmeno un agglomerato di due case, una chiesa e tre cani – le differenze balzano all’occhio e nel confronto le donne di Chiampo mostrano davvero di avere una marcia in più.

Non è questione di reddito, i due centri urbani sono tra i più abbienti della provincia di Vicenza grazie ad un solido tessuto industriale e artigiano, ma proprio di approccio alla vita quotidiana e alle priorità su cui concentrarsi.

Arzignano percepisce se stessa come socialmente più “su” – e non c’è nulla di male in questo, sia ben chiaro – visto che beneficia di una zona pedonale, qualche bel caffè con plateatico in piazza, negozi discreti e la possibilità di un sabato del villaggio di certa qual attrattiva.

Chiampo, di contro è più ruvida, urbanisticamente parlando, non possiede un corso “da struscio” e in piazza i punti di attrazione sono rarefatti. Siccome è l’ambiente che determina caratteri e comportamenti delle persone le arzignanesi tendono a sentirsi un gradino più in alto rispetto alle vicine e in Piazza Libertà e dintorni il look femminile “tipo” è caratterizzato da occhiali da sole – preferibilmente di Gucci – indossati anche di notte borsa griffatissima, abbigliamento maxilogo e aria milanese un po’ alla Toffanin, per intenderci.

Non sono cattive, ovviamente, solo un po’ più fashion-victim delle chiampesi.

A Chiampo le donne, invece, guardano al sodo, talvolta fanno lavori prettamente maschili, praticano sport di contatto, non vanno a prendere i figli a scuola con il suv – che le altre parcheggiano di preferenza sul marciapiede o davanti a un passo carraio come tutte le mamme suv del mondo – ma con una più pratica Panda, magari 4×4, quando non direttamente con il furgone che usano per lavorare. Sprizzano cordialità, sono spiriti pratici ma non per questo meno femminili.

Certo non si può fare d’ogni erba un fascio, perché in qualche caso – anche qui legato alla geografia del territorio qualche signora della Chiampo Bassa preferisce portare i figli a scuola ad Arzignano perché fa più chic; ma, si sa, le eccezioni confermano la regola.

Le chiampesi borderline si sentono intimamente arzignanesi e si vergognano un po’ dei loro natali; quando, conversando, si scoprono gli altarini la “vorrei ma non posso” si schermisce con improbabili “Sì, sono di Chiampo, ma ci dormo e basta, sia chiaro. Per il resto sono sempre ad Arzignano, la spesa la faccio ad “Arzi” e pure i da vestire mica lo compro a Chiampo”.

Tornando al discorso iniziale le statistiche parlano chiarissimo i ragazzi di Arzignano alla fine convolano a giuste nozze con le fanciulle di Chiampo, perché sono affidabili, in qualche maniera li completano.

Bisognerebbe indagare, per onestà di cronaca, quanti ragazzi di Chiampo sposano invece le arzignanesi: se i due incrociando i dati le statistiche si equiparassero il risultato sarebbe tra i migliori auspicabili perché vorrebbe dire che alla fine della festa l’unione vince sul campanile.

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