6 Agosto 2021 - 11.42

L’alta qualità: un privilegio del latte veneto

Il cittadino consumatore premia l’alta qualità, legge l’etichetta e, non di rado, vuole andare oltre, per conoscere l’azienda che produce il latte e, soprattutto, per sapere dove vivono gli animali, come vengono trattati, che alimentazione seguono e, persino, che caratteristiche ha il latte che producono.

“Un latte che, in Veneto, ha delle caratteristiche di qualità che si attestano su una fascia alta, con caratteristiche diverse in base a stagionalità, alimentazione, razza bovina, capace, perciò, di soddisfare tutte le esigenze, sia esso destinato alla produzione di latte fresco che trasformato nei tanti prodotti lattiero-caseari che caratterizzano il paniere Veneto. Il tutto partendo sempre da un punto fermo – commenta il presidente di ARAV, Floriano De Franceschi – tutto il latteo prodotto è antibiotic free. Una volta munto, infatti, il latte viene trasportato al caseificio, che è tenuto ad esaminare un campione di prodotto prima di passare alla sua lavorazione. La presenza di residui di antibiotico comporta l’eliminazione totale del carico di latte. Un sistema che non lascia spazio a dubbi e che tutela al cento per cento il consumatore e, non di meno, le nostre eccellenze casearie venete”.

La parola antibiotico spaventa, ma occorre sapere esattamente di cosa si parla. “Se in una stalla un animale si ammala – aggiunge il presidente De Franceschi – accade esattamente ciò che si verifica in una casa in cui ad ammalarsi è un bambino. L’allevatore si prende immediatamente cura del capo. E non lo fa perché si tratta di un animale “da reddito”, come vengono definite le vacche, ma perché è indispensabile tutelare la mandria. Eseguire una corretta profilassi sull’animale malato, quindi, significa rispettare i protocolli sanitari, nonché porre in atto quelle misure indispensabili per garantire il benessere animale”.

Il filo sottile che separa la corretta informazione dalla disinformazione. Essere informati non è facile. Dare la spallata giusta alle fake news, per arrivare alle corrette informazioni, lo è tanto meno. Tuttavia, ciascun cittadino ha il diritto di poter acquisire quelle nozioni che gli consentono di poter scegliere in modo consapevole. “Stiamo facendo un gran lavoro sul versante della corretta informazione – prosegue il presidente De Franceschi – non solo della comunicazione. Tutti sono in grado di comunicare ciò che si fa di positivo, ma occorre trasmettere dei messaggi che facciano crescere la consapevolezza negli interlocutori che, nel caso nostro, sono i cittadini consumatori. Il Sistema Allevatori, infatti, vuole farsi conoscere, far emergere la trasparenza che lo contraddistingue, che porta a produzioni di qualità e di valore, come dimostra il patrimonio lattiero-caseario veneto, che tutto il mondo ci invidia ed imita”.

Negli animali meno antibiotici che nell’uomo. A rivelarlo, lo scorso 30 giugno, EFSA, EMA ed ECDC, che certificano il sorpasso virtuoso della veterinaria. Grazie alla progressiva riduzione di antibiotici negli animali da produzione alimentare, infatti, i consumi di antibiotici si attestano su livelli inferiori a quelli del settore umano. Lo afferma l’ultimo rapporto congiunto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Il latte di qualità, punto di partenza per i nostri formaggi. Realizzare un latte di qualità non è affatto scontato. Non si parla di un latte UHT destinato alla Gdo, ma di un prodotto d’eccellenza, con precise caratteristiche. “Si parte dalla genetica – conclude De Franceschi – per arrivare al costante miglioramento delle caratteristiche nutrizionali: aumento delle proteine, riduzione dei grassi, alta digeribilità da un lato, maggiore attitudine casearia dall’altro. Dai controlli funzionali, per migliorare la sostenibilità delle stalle, all’impiego del lisato piastrinico per contrastare la mastite. Fino ad arrivare ai progetti di valorizzazione dei nostri pascoli, perché portare gli animali in quota è un grande sacrificio, ma vuol dire avere a cuore il loro benessere e guardare ad una produzione distintiva di un territorio e di un modo di fare allevamento che non ha eguali”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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