28 Novembre 2021 - 8.56

La terza dose ci difenderà anche dalla variante sudafricana

Non so voi, ma quando ho letto la prima notizia sulla nuova variante sudafricana del Covid , non ho potuto non esclamare “ma non finisce più!”
Purtroppo in certi momenti si rischia di essere presi dallo sconforto.
Perchè appena si delinea un certo miglioramento della situazione, appena abbiamo la percezione di vedere la luce alla fine del tunnel, ecco che il virus si ripresenta con una ripresa della virulenza, o come adesso con una nuova variante apparentemente più aggressiva.
Si ha quasi paura ad aprire un giornale, ad accendere la televisione, perchè si viene inevitabilmente coinvolti in un clima di guerra.
Come definire diversamente le notizie che arrivano dall’Olanda, in cui è stato nelle ultime ore imposto il coprifuoco ai locali pubblici dalle 17 alle 5 del mattino, dalla Germania che sta mobilitando la Luftwaffe per trasferire gli ammalati dai Lander con le terapie intensive piene verso altri che hanno ancora posti disponibili, dal Belgio che ha richiuso ristoranti e discoteche, dall’Inghilterra che assieme ad Israele è stata la prima a chiudere i voli dall’Africa australe, dall’Austria che ha deciso per il lockdown totale e per il vaccino obbligatorio dal 1 febbraio, dalla Slovenia piegata dalla pandemia?
Non parliamo dell’area balcanica ed in generale dell’Europa dell’Est, della Russia, della Romania dove non c’è più posto negli obitori ,ed i morti vengono ammassati nei corridoi e nei giardini.
L’Italia al momento sembra un’isola felice in mezzo ad una catastrofe.
Tutte le attività sono aperte, non ci sono limitazioni agli spostamenti, e le prescrizioni, mascherina, divieto di assembramenti, lavaggio delle mani, in fondo stanno consentendo una vita “quasi” normale.
Siamo più bravi degli altri?
Francamente credo non lo sappia nessuno, ma è fuori di dubbio che il fatto che la stragrande maggioranza degli italiani si sia vaccinata, e che tutto sommato rispetti le prescrizioni anti contagio, finora sta facendo la differenza, limitando il numero dei casi gravi e dei decessi.
Finora, perchè purtroppo i segnali sono quelli di una ripresa delle infezioni, che sta interessando più o meno tutte le Regioni italiane, ma che in certe zone sta suscitando preoccupazioni.
Non sono rassicuranti le notizie dall’Alto Adige, dove per un numero sempre maggiore di piccoli comuni è stata decretata la “zona rossa”, o dal Friuli dove il Presidente Fedriga ha deciso di anticipare le nuove regole del super Green Pass, in vigore dal 6 dicembre, fin da lunedì prossimo.
Ma anche il nostro Veneto non naviga in acque tranquille, tanto da essere considerata una Regione “ad alto rischio”.
In questa situazione ecco irrompere la variante “Omicron”, isolata nelle scorse settimane in Sud Africa ed in alcuni Paesi africani, che per l’apparente alta contagiosità sta mettendo in agitazione politici ed esperti.
Se c’è una cosa che questi due anni di Covid ci hanno insegnato è che non ci sono certezze.
Di conseguenza ora è ancora troppo presto per valutare l’impatto che questa nuova variante del virus potrà avere nell’immediato futuro su contagi ed ospedalizzazioni.
Dalle prime notizie la variante Omicron, per l’Oms B.1.1.529, sembrerebbe la risultante di ben 32 mutazioni sulla proteina Spike, proprio quella su cui agiscono i vaccini attuali.
Comprensibile quindi che la maggior parte dei governi europei, Italia inclusa, sia corsa subito ai ripari, vietando i viaggi da Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Nabibia, Eswatin e Malawi, per evitare che la variante possa trasmettersi in maniera incontrollata, e dare la possibilità, ed il tempo, agli scienziati di studiarla per capirne la contagiosità, e l’eventuale capacità di eludere gli anticorpi vaccinali.
Anche se, vista la mobilità dei cittadini in questo mondo interconnesso, spesso questi divieti assomigliano tanto a “chiudere la stalla quando i buoi sono scappati”, ed infatti i primi casi, pochi per fortuna, di persone infette provenienti dal Sud Africa, sono già arrivati in alcuni Paesi europei trasportati dagli aerei.
Comprensibili gli allarmi, ma anche in questa fase è indispensabile a mio avviso attenersi alle indicazioni di coloro che ogni giorno nei loro laboratori di ricerca si confrontano con il virus, e che attraverso l’Agenzia del farmaco Europea- Ema ci dicono che è “prematuro prevedere se per la nuova variante sudafricana sia necessario un adattamento dei vaccini. Le informazioni attuali sono infatti insufficienti per determinare se questa variante si diffonderà in modo significativo, e fino a che punto potrebbe eludere l’immunità ricevuta con i vaccini”.
Capisco che in questo momento molti cittadini che hanno prenotato la terza dose di vaccino, o che debbano farla nei prossini giorni, possano avere qualche dubbio, e si chiedano “ma vale la pena che mi faccia fare la puntura se magari fra qualche settimana ci potrebbero dire che non sono più validi per proteggersi dalla variante Omicron?” Non vale la pena di aspettare per vedere cosa succede, ed eventualmente sottoporsi alla vaccinazione con un siero adattato alla nuova variante?”
Perplessità, dubbi, incertezze legittime e comprensibili, ma, come accennavo, credo sia necessario far prevalere la ragione piuttosto che la pancia.
E cosa ci dice la ragione?
Che in questi giorni stiamo assistendo anche in Italia ad una crescita repentina dei contagi, che rischia di diventare incontrollata, e che si tratti della variante Delta, o di un’altra contraddistinta da una diversa lettera dell’alfabeto greco, ha poca rilevanza quando ti dovessi trovare intubato in un ospedale.
Quindi vale la pena di proteggersi, e di proteggere i nostri anziani, sottoponendosi con fiducia alla vaccinazione non appena possibile.
Tanto se poi la variante Omicron dovesse arrivare in Europa e nel nostro Paese in tempi brevi, e se dovesse diventare prevalente, e si dimostrasse in grado di eludere i vaccini, a quel punto, credetemi, al Governo non resterebbe altra strada se non riproporre un nuovo lockdown generalizzato.
Logica vuole quindi che ci si protegga adesso da un pericolo presente, e non rimandare in attesa di eventi incerti, che nessuno oltretutto è in grado di prevedere.
Tutto il resto sono chiacchiere, buone solo per passare il tempo al bar.
Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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