20 Ottobre 2021 - 10.26

La lingua cimbra s’insegnerà nelle università: è ufficiale

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Il cimbro è una lingua. E presto verrà insegnata anche in un corso di laurea, a Trento o a Udine, dove verranno formati gli insegnanti – di cimbro, appunto – attesi nelle scuole del Vittoriese, di Fregona e Sarmede in particolare.

L’annuncio è dell’Associazione dei Cimbri del Cansiglio, dopo che ieri il Consiglio regionale ha varato la nuova legge di tutela.

L’assemblea legislativa di palazzo Ferro Fini ha approvato, con i voti della coalizione leghista e di parte del gruppo misto e l’astensione delle opposizioni e di Fratelli d’Italia, la proposta di legge presentata dai consiglieri della lista Zaia e della Lega, prima firmataria la bellunese Silvia Cestaro. La nuova legge impegna la Regione a tutelare, promuovere e valorizzare l’uso del ladino, del cimbro, del friulano nelle rispettive comunità etniche e linguistiche; riconosce la facoltà di usare le lingue minoritarie nelle sedi istituzionali (nelle modalità previste dalla legge nazionale 482 del 1999, ovvero là dove le minoranze linguistiche rappresentino almeno il 15 per cento della popolazione) e si impegna a favorirne “il ripristino, sempre associato alla lingua italiana, nelle prassi degli enti locali”. “Nel territorio regionale – ha ricordato la relatrice Cestaro – sono tre le isole linguistiche presenti: i cimbri, appartenenti al ceppo linguistico germanico attivo in Lessinia e nel Cansiglio, i ladini nell’area cadorina, e le comunità che parlano il friulano nel territorio portogruarese compreso tra Livenza e Tagliamento. Sino al 2017 si aggiungeva anche la lingua germanofona parlata a Sappada, territorio poi passato al Friuli Venezia Giulia. La promozione del rispetto e dell’uso delle lingue regionali minoritarie e la conservazione delle loro identità culturali sono premessa e obiettivo di una società regionale pluralistica e democratica, cosciente delle proprie peculiarità. Scopo di questa legge non è solo valorizzare il recupero e la conservazione di queste lingue, ma promuovere anche la ricerca, lo studio, la divulgazione, l’apprendimento e l’utilizzo insieme alla valorizzazione di musei, istituti e tradizioni culturali”.

In base alla nuova legge la Regione Veneto sosterrà enti ed organismi che promuoveranno la ricerca storica e linguistica sulle comunità ladine, cimbre e friulane, la pubblicazione di studi, ricerche e documenti, i corsi di cultura locale, la valorizzazione delle lingue minoritarie nelle scuole, nell’editoria e nei mass media, iniziative didattiche per l’apprendimento di tali lingue, la creazione e la valorizzazione di musei locali e di istituti culturali, servizi di traduzione e di ricerca lessicografica, l’organizzazione di manifestazioni su usi, costumi e tradizioni, la valorizzazione della toponomastica e – novità – collaborazioni e gemellaggi anche transfrontalieri tra comuni o altri enti locali sulle aree di insediamento dei rispettivi gruppi linguistici.

La dote finanziaria della legge è di 120 mila euro (20 mila in più rispetto a quelli inizialmente previsti) dedicati a valorizzare le minoranze e tutelarne il patrimonio linguistico. A coordinare i programmi e finanziamenti per la comunità ladina sarà la provincia di Belluno, che in base allo Statuto regionale e alla legge sull’autonomia bellunese provvederà a sostenere la Federazione delle associazioni ladine dell’area dolomitica. Per le minoranze cimbra e friulana sarà invece la Regione a gestire i finanziamenti ai rispettivi organismi di rappresentanza, in accordo con gli enti locali.

È previsto inoltre uno stanziamento straordinario in conto capitale di 50 mila euro, da erogare solo per quest’anno alla Provincia di Belluno, finalizzato all’acquisto e al recupero del patrimonio librario dell’istituto Ladin de la Dolomities di Borca di Cadore.

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