2 Luglio 2022 - 11.44

Il grande centro di collocamento

Più che un centro politico, l’area sempre più affollata che sta in mezzo tra la destra e la sinistra, sembra un ufficio di collocamento per le ambizioni degli ex leader e per la loro ansia di riscatto.

A contare le sigle rischiamo di dimenticarne qualcuna perché sono davvero tante e la sensazione è che ne stiano per arrivare altre. Di provenienza varia ma tutti con il miraggio di essere determinanti nei futuri equilibri delle maggioranze, tanto parlamentari quanto locali. All’indomani del trauma di Verona, dove si è conclusa il teatrino dell’assurdo del centrodestra, c’è già chi si sta organizzando per dettare l’agenda, e soprattutto la prenotazione delle poltrone, ai candidati sindaco di ogni parte, forti soprattutto della mobilità con cui i partiti di centro possono muoversi sviluppando alleanze a destra come a sinistra. La versione più evoluta del concetto di centro politico ce lo ha declinato Matteo Renzi, regista con la stessa disinvoltura tanto della maggioranza giallorossa quanto di quella attuale ed ora al lavoro su nuove formule che potrebbero ancora stupirci.

E a Vicenza che succede? Anche qui c’è un bel po’ di confusione al centro, dove arrivano storie, personaggi e progetti politici ben diversi tra loro, perché se il concetto di campo largo è – parzialmente – fallito a sinistra sarà ancora più difficile tenere insieme un centro così eterogeneo. Come possono coesistere Otello Dalla Rosa e Claudio Cicero? Gigi D’Agrò e Marco Lunardi? Daniela Sbrollini e Fabio Binato? La partita si fa straordinariamente stimolante per gli aficionados, ma di interesse zero per la città. Perché ognuno di questi soggetti si colloca al centro, ma con obiettivi diversi. Otello Dalla Rosa sta facendo oggi quello che avrebbe dovuto fare nel 2018, scomporre il centrosinistra per ricomporlo intorno a sé e rottamare l’ombra lunga di Variati e la nomenklatura dem di Possamai, mentre Federico Formisano spera che la Grande Vicenza sia un progetto di allargamento del Centrosinistra, l’impressione è che sia invece un disegno che metta questa civica alla guida dell’alternativa tanto a Rucco quanto al PD.

Cicero sogna di essere il Tosi di Vicenza, supportato dalle simpatie di una parte della stampa locale che sta provando ad utilizzarlo per indebolire l’attuale Primo Cittadino, ma anche Claudio si sta arruolando, suo malgrado, nella lista degli sconfitti che hanno sprecato la loro occasione – e Cicero l’ha avuta con tutti i sindaci degli ultimi 23 anni – e la rianimazione a mezzo stampa si trasformerà in successo elettorale? I renziani di Daniela Sbrollini viaggiano a luci spente flirtando un po’ con Rucco, ma anche con il PD, e quello che rimane è la confusione del messaggio e l’assenza di una linea politica chiara, si naviga a vista in attesa del colpo di teatro del prestigiatore di Firenze. Le sigle postdemocristiane sono portatrici di tradizione politica e di stile amministrativo, ma, a parte l’onestà intellettuale ed il valore di figure come Luigi D’Agrò, non si distinguono né per idee innovative, né per persone che le incarnino e il rischio del flop elettorale è molto alto.

Che poi il Centro cos’è? Nella Prima Repubblica era una grande area alternativa alla Sinistra e alla Destra, oggi sembra più un ufficio di collocamento per i trombati che rafforza le convinzioni dell’elettore che ha deciso di non andare più a votare, con cui si deve dialogare, ma tenendo ben presente i pesi e le cose da fare. Qualcuno lo dica a Francesco Rucco e Otello Dalla Rosa.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA