22 Dicembre 2020 - 10.17

Covid: la prima vaccinata in Italia sarà un’infermiera

Sarà una donna la prima vaccinata Covid in Italia. Secondo quanto si è appreso da fonti dello Spallanzani e della Regione, si tratta di un’infermiera. Tutto pronto all’istituto Spallanzani di Roma per l’avvio della vaccinazione in programma il 27 dicembre.

La mutazione del Covid comparsa in Gran Bretagna “è un po’ diversa” da quelle prese in considerazione finora, “e non sappiamo ancora precisamente se il nostro vaccino possa proteggere anche contro questa. Dal punto di vista scientifico, però, è altamente probabile che il nostro vaccino possa difendere anche contro questa variante”. Lo ha detto il fondatore di Biontech, Ugur Sahin, in conferenza stampa. Serviranno adesso due settimane per raccogliere i dati a riguardo, ha anche sottolineato.

Ieri l’Agenza europea del farmaco (Ema) ha dato l’ok condizionale al vaccino anti-Covid Pfizer-BioNTech. “Al momento non ci sono indicazioni che il vaccino non funzionerà contro la variante del Covid”, ha detto Emer Cooke, direttrice esecutiva dell’Agenzia del farmaco (Ema). “La battaglia contro il virus è ancora molto complessa, come dimostrano anche le ultime notizie provenienti da Londra, ma avere a disposizione un vaccino efficace e sicuro apre una fase nuova e ci da più forza e fiducia”. Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il via libera all’immissione in commercio del vaccino Pfizer-BioNTech, dopo l’ok dell’Ema. 

A proposito della variante inglese e dei timori per i vaccini sviluppati, gli esperti concordano: “Ci sono già state delle varianti nel recente passato e ce ne potranno anche essere altre. Allo stato questo non vuol dire un aggravamento della malattia o della letalità e, soprattutto, il vaccino non e’ messo in discussione”. Così il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma Francesco Vaia intervistato dal Tg2. 

Sulla resistenza al vaccino della variante Gb emersa nel Regno Unito “io lo ritengo altamente improbabile”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli.”I vaccini – ha precisato – determinano la formazione di una risposta immunitaria contro diversi ‘pezzettini’, chiamiamoli così, della proteina spike. Se anche c’è una mutazione in uno, due o tre ‘pezzettini’ della proteina spike, è altamente improbabile che il vaccino possa risultare inefficace”. ANSA

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