27 Gennaio 2021 - 10.11

Un sorriso oltre al vetro: nuovi modi di fare famiglia nella pandemia

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La pandemia sta aumentando la sofferenza. Per tutti. Basti pensare all’aumento di situazioni di perdita del lavoro, stress economico, lutto, indebolimento delle relazioni, disagi psicologici. E maggiormente ne risentono le persone che si sono trovate in questa nuova difficile quotidianità vivendo già condizioni di fragilità per problematiche di salute mentale. Persone che per ragioni di cura stanno vivendo un periodo presso un servizio residenziale dedicato e che si trovano a dover stare lontane dalla famiglia.

Le cooperative sociali che gestiscono queste strutture per persone con disagio psichico (comunità terapeutiche, alloggio, appartamenti protetti) grazie alla collaborazione e al contributo della Regione del Veneto e delle Aziende ULSS di competenza, lo possono testimoniare bene perché, nonostante le difficoltà di questo periodo di crisi sanitaria, sono impegnati oltremodo per assicurare la continuità assistenziale.

I numeri regionali raccontano che le cooperative sociali afferenti a Confcooperative Federsolidarietà Veneto gestiscono circa un centinaio di strutture residenziali per un totale di circa 830 persone accolte e 500 lavoratori impiegati tra operatori socio-sanitari, educatori, infermieri, psicologi, altri professionisti socio-sanitari, ma anche cuochi e addetti alle pulizie. E il numero di lavoratori impegnati è aumentato in questi mesi rispetto agli standard richiesti per garantire il servizio e contenere il rischio di contagio.

Tra queste l’esempio della cooperativa sociale Mano Amica di Thiene, comunità che accoglie 12 persone con disagio psichico.

“Abbiamo dovuto rivedere completamente la nostra organizzazione. Sono state interrotte tutte le attività di integrazione sociale nel territorio – frequentazione palestre, centro danza, partecipazione ad eventi culturali e ricreativi del territorio – e gli incontri periodici di gruppo psico-motivazionali con i familiari così come le visite a casa” afferma Barbara Barengo coordinatrice della CTRP Spazio Libero di Thiene.  “Abbiamo però rivisto e riaggiornato le nostre attività così’ come gli incontri d’equipe che sono rimasti anche se in modalità virtuale. Abbiamo insistito più sulle attività interne, sportive, artistiche, creative per garantire agli ospiti della struttura una vita più o meno normale nonostante il covid.”

Tra queste attività anche la scrittura creativa che si concretizza in testi e poesie che potrebbe presto diventare un libro vero e proprio,

“Gli ospiti si sono espressi anche così – spiega la coordinatrice – nel bene e nel male. Se nel periodo di lockdown le poesie erano molto cupe, quest’estate, quando siamo riusciti ad uscire un po’ di più anche all’esterno, rispettando tutte le norme e il distanziamento, abbiamo visto come i toni anche delle poesie sono cambiati. Una delle poesie più toccanti per esempio è  quella di un’ospite che ha raccontato la speranza legata anche al verde dell’ambiente intorno, al senso di libertà, provato durante una delle nostre passeggiate, nonostante la paura del virus. La poesia si intitola proprio Una passeggiata”

Spazio Libero, Comunità Terapeutica Riabilitativa Protetta, è una struttura residenziale fondata nel 2005 e accreditata dalla Regione Veneto che accoglie 12 persone maggiorenni inviate e seguite dai Centri di Salute Mentale di Schio e Thiene dell’Azienda ULSS 7 Pedemontana.

“Noi lavoratori insieme agli utenti ci siamo posti come alleati, perché questo strano periodo ci mostra che il comportamento di ognuno ha ricadute su tutti” continua Barbara Barengo. La mascherina sta complicando alcune dinamiche ma non sta precludendo la relazione e in comunità si stanno inventando nuovi modi di starsi vicino. Come il benvenuto dal cortile per il nuovo arrivato in struttura che da protocollo anticontagio si trova a dover trascorrere i primi giorni in isolamento. Una sorpresa che fa allargare un sorriso anche se al di là del vetro.”

Vista la situazione sanitaria le cooperative sociali hanno dovuto affrontare anche un aumento dei costi di gestione per garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività, modificando l’organizzazione delle attività, dividendo gli utenti in più gruppi, assumendo nuovo personale, intensificando i servizi di pulizia e sanificazione, acquistando le mascherine e altri dispositivi, etc….

“Uno sforzo per le cooperative sociali e per i propri lavoratori, che stanno dimostrando davvero di mettere al centro le persone più fragili, per garantire loro cura e protezione.” afferma Roberto Baldo Presidente regionale di Confcooperative Federsolidarietà, e continua “i lavoratori delle cooperative sociali stanno dimostrando un profondo senso di responsabilità affrontando con resilienza questo periodo così intenso”. Un compito importante e a volte faticoso per gli operatori, soprattutto quando ci si relaziona con utenza particolarmente fragile, come le persone ospitate presso la CTRP Spazio Libero. Ecco perché la Cooperativa Mano Amica ha deciso di supportare il vissuto degli operatori intensificando momenti ad essi dedicati, di supervisione e di confronto. Perché aiutare chi fa il bene, vuol dire fare il bene 2 volte.”

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