2 Aprile 2021 - 8.26

Vendevano pellet contraffatto: sequestrate quasi 400 tonnellate

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Nei giorni scorsi, i Finanzieri del Comando Provinciale di Vicenza hanno concluso l’operazione denominata “A quo venis”, che ha portato alla denuncia dei titolari di tre aziende (a Camisano e Schio) e al sequestro penale ed amministrativo di oltre 384 tonnellate di pellet, del valore commerciale al dettaglio di circa € 107.000,00, recante certificazioni di qualità contraffatte, marchi e denominazioni di origine mendaci, ovvero posto in vendita in violazione del cd. Codice del Consumo.

L’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle a tutela dei consumatori, è scaturita dall’esecuzione di numerosi accessi ispettivi, nell’ambito del dispositivo di contrasto ai traffici illeciti di merci. L’obiettivo era reprimere il fenomeno della vendita del pellet privo della certificazione di qualità, delle informazioni obbligatorie impresse sull’etichetta, e dall’altro a verificare i canali di approvvigionamento della merce.

In un primo accesso, eseguito dai militari della Compagnia di Vicenza presso un magazzino riconducibile ad una S.r.l., in Camisano Vicentino, avente formalmente sede a Milano e attiva nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti semilavorati in legno, sono state riscontrate le indicazioni ed etichettature riportate su taluni sacchi di pellet con i dati rilevabili dai portali PEFC (Programma per il mutuo riconoscimento degli schemi di Certificazione Forestale), WIPO (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) ed ENPlus. Tali riscontri, confermati dalla successiva interlocuzione diretta con un perito specializzato nel settore, hanno permesso di rilevare l’irregolarità dei prodotti sotto molteplici profili. Oltre 320 tonnellate di pellet, provnienti dalla Lituania, sono state sequestrate perché recanti simbologie e diciture riconducibili a nazioni diverse da quella di origine effettiva, al fine di evitare l’alterazione o dispersione del contesto intercettato e la commercializzazione del combustibile potenzialmente nocivo per la salute. Il vincolo eseguito d’iniziativa è stato successivamente convalidato dall’Autorità Giudiziaria interessata.

Il titolare della società è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Vicenza “introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi” e “Vendita di prodotti industriali con segni mendaci”, mentre la società è stata segnalata per i profili di responsabilità amministrativa dell’Ente in quanto, effettivamente, avrebbe tratto un vantaggio di tipo economico dalla commercializzazione del pellet sequestrato.

Nel contempo, l’intervento sviluppato dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Schio ha tratto le proprie mosse dall’esame della merce rinvenuta presso due magazzini, ubicati nella città altovicentina e a Torrebelvicino, di un’impresa individuale anch’essa attiva nel settore del commercio di prodotti semilavorati in legno. Anche in questo caso sono stati rinvenute più di 50 tonnellate di pellet destinate alla vendita e prive delle indicazioni obbligatorie sull’identità del produttore stabilito nell’Unione Europea. Anche in questo caso, i finanzieri hanno proceduto a sequestrare la merce.

Parte del pellet sequestrato a Schio, importato dalla Romania, recava inoltre l’indicazione “Prodotto in EU, conforme alla normativa DIN-plus”, facendo riferimento alla citata certificazione di qualità, rilasciata dall’Istituto normativo tedesco “DIN CERTCO”, senza tuttavia specificare alcun codice riferibile all’Ente produttore certificato e dunque inserendo tale dicitura in maniera illegittima, nonché inidonea a garantire lo standard qualitativo previsto per Legge.

Il titolare della ditta, un imprenditore residente a Schio (VI), è stato segnalato per gli stessi crimini del suo omologo di Camisano. Anche l’impresa individuale è stata segnalata per la responsabilità amministrativa dell’Ente.

Nel corso di un altro intervento dei finanzieri scledensi, eseguito presso il luogo d’esercizio di un’impresa individuale con sede a Zanè (VI) ed attiva nel commercio all’ingrosso di materiali da costruzione, è stato appurato che oltre una tonnellata e mezzo di pellet, denominato “Dfa Holz pellet” e “Linea verde”, e destinato alla vendita, era privo delle indicazioni obbligatorie sull’identità del produttore o dell’importatore stabilito nell’Unione Europea.

L’intera quantità di pellet individuato è stata sottoposta a sequestro, con contestuale notifica all’impresa di un verbale di contestazione dell’illecito amministrativo di cui al Codice del Consumo.

Infine, ulteriori interventi sono stati conclusi dagli stessi finanzieri nei confronti di magazzini e di punti vendita di una S.p.A. attiva in tutto il nord-est nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di ferramenta. Nelle località di Schio, Castel Ivano (TN), Borgo Valsugana (TN) e Pergine Valsugana (TN) è stato eseguito il sequestro probatorio d’urgenza di ulteriori 10.020 kg di pellet, denominati “Swedish pellet”, recanti segni distintivi esteri atti ad indurre in inganno il compratore sull’origine del prodotto. Nello specifico, nonostante il produttore fosse stabilito in Repubblica Ceca, la merce esibiva sull’etichetta riferimenti nominativi e cromatici (colorazione giallo-blu), nonché effigi (bandiera nazionale svedese), inconfutabilmente riferibili al Paese Scandinavo.

In questo caso, tre dirigenti sono stati segnalati alle competenti Procure della Repubblica di Vicenza e Trento per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci.

L’operazione svolta delle Fiamme Gialle si pone a tutela della salute dei consumatori e della leale concorrenza nello specifico settore economico, nonché a tutela dell’affidamento riservato dal mercato agli Enti di certificazione. Rientra nel rafforzamento del dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti di merci, attuato anche tramite un costante presidio delle tratte stradali interessate dai maggiori flussi veicolari e commerciali ed avvalendosi dinamicamente e trasversalmente dei poteri di polizia giudiziaria ed amministrativa conferiti al Corpo della Guardia di Finanza.

Per ottenere la certificazione di qualità, rilasciata da Enti privati all’uopo costituiti, di diritto nazionale o estero, il produttore di pellet deve attenersi al disciplinare tecnico, ove sono indicati tutti i requisiti di produzione, compresi i limiti a tutela dell’ambiente, concernenti i residui delle ceneri e delle altre sostanze derivanti dalla combustione. Ad ogni tipologia di certificazione, sono associati determinati parametri qualitativi del prodotto, come il diametro e la lunghezza, il potere calorifico, la resistenza all’abrasione, il peso specifico, la percentuale di ceneri, l’umidità residua e la percentuale di additivi. Sull’etichetta, oltre alla tipologia di certificazione, indicata dal marchio, deve essere evidente anche un codice riconducibile all’Ente produttore certificato, indispensabile per verificare l’idoneità del marchio esposto e dunque la sicurezza e la qualità del prodotto.

L’uso di tale prodotti non certificati, laddove di scarsa qualità, comporta l’aumento di inquinamento atmosferico a causa della maggiore emissione di polveri sottili, con conseguente inalazione nociva di sostanze tossiche per la salute, soprattutto metalli pesanti.

Il pellet è un combustibile naturale ricavato dal legno vergine, talvolta partendo da scarti di lavorazione di altri settori industriali (su tutti quello edilizio); esso è di larga diffusione sul territorio vicentino e deve essere sempre certificato “all’origine”, ossia al momento della produzione. Un pellet non certificato al momento della produzione non può acquisire la certificazione in un secondo momento.

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