26 Settembre 2018 - 11.46

SCHIO – Importava capitali dall’Asia illegalmente, sequestrati 52mila euro

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I Finanzieri della Tenenza di Schio, nell’ambito dell’operazione denominata “nero di china”, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza, mettendo i sigilli a  41.000 euro di disponibilità finanziarie ed al valore di 11.000 euro di un’auto di recentissimo acquisto per un totale di 52.000 euro.

I beni, intestati ad un cittadino cinese (J.W., di 46 anni) residente nell’Alto Vicentino a partire dal 2015, sono stati sequestrati nell’ambito delle attività investigative svolte dai finanzieri scledensi con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.

LE INDAGINI

Le indagini erano state avviate a fine 2017, allorquando le Fiamme Gialle, grazie ad un’articolata attività info-investigativa svolta dal Comando Provinciale di Vicenza mediante l’analisi relazionale delle informazioni raccolte attraverso le banche dati in uso al Corpo, hanno individuato la posizione di un imprenditore extracomunitario caratterizzata dalla differenza evidente tra i redditi dichiarati e la manifestata capacità contributiva.

Il cittadino cinese, infatti, pur non avendo mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi in Italia, aveva pagato con 150.000 l’acquisto di una villetta nel comune di Schio.

I Finanzieri a questo punto hanno avviato una serie di accertamenti di polizia economico-finanziaria, che hanno permesso di scoprire come il soggetto, fiscalmente residente nel vicentino dal 2016, avesse omesso di dichiarare all’erario un imponibile per oltre 250.000 euro, costituiti da dividendi distribuiti da una società di capitali asiatica della quale lo stesso risulta detentore di quote societarie.

I cosiddetti “dividendi esteri” infatti, quando percepiti senza l’intervento di un intermediario finanziario residente, devono essere assoggettati a tassazione – al netto delle eventuali ritenute effettuate all’estero in applicazione del principio del cd. “netto frontiera” – applicando l’aliquota di imposta vigente sulle corrispondenti voci reddituali di fonte nazionale.

GLI ESITI

Gli esiti dei controlli condotti, con il superamento delle soglie di rilevanza penale per il reato di omessa dichiarazione, hanno condotto quindi all’avvio dell’indagine penale sino al sequestro.

Il Collegio ha ritenuto che gli elementi evidenziati dal GIP nel provvedimento di sequestro preventivo supportino l’ipotesi delittuosa. Infatti, il quadro indiziario non è minimamente intaccato dalla difesa del cittadino cinese, priva di riscontri documentali, relativa a un eventuale errore di calcolo nel tasso di cambio internazionale operato dalla polizia economico-finanziaria.

 

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