28 Luglio 2022 - 8.54

Per l’Azione di Tosetto citofonare Calenda

Era nell’aria da tempo, i segnali di insofferenza c’erano tutti e, alla fine ci siamo arrivati.
Matteo Tosetto, seguendo l’esempio più noto di Renato Brunetta, Maristella Gelmini e Mara Carfagna, lascia Forza Italia dopo una lunghissima militanza durata – dice lui – 26 anni. Un divorzio che può essere letto in tanti modi, ma che di sicuro porterà conseguenze nella maggioranza che regge Palazzo Trissino. Ora il Sindaco, che magari sta preparando le valigie per la classica vacanza di agosto, dovrà gestire non solo i purosangue della sua giunta che scalpitano per prenotare il biglietto con destinazione Montecitorio – Mattia Ierardi e Silvio Giovine (FdI), Matteo Celebron (Lega) -, non soltanto i ranghi rinnovati dei suoi pretoriani – Idea Vicenza -, non soltanto i nuovi equilibri politici nel rapporto con Verona in area Agsm-Aim, ma la nuova grana che gli è scoppiata in queste ore rischia di rovinargli le ferie.
La versione di Tosetto che balla da solo, quella raccontata nelle sua intervista di oggi al Giornale di Vicenza, lascia il tempo che trova. È evidente che nelle prossime settimane lo vedremo ricollocarsi in un altro partito, del resto i riferimenti a Brunetta e Gelmini lasciano intendere proprio questo e l’approdo naturale è Azione di Carlo Calenda, che ha fra i suoi referenti a Vicenza Otello Dalla Rosa, do you remember?
Fin qui tutto chiaro, restano però molti interrogativi che confondono le idee e gli assetti di Palazzo Trissino. In primo luogo Tosetto dice di voler restare al suo posto come assessore agli Interventi Sociali, in attesa di decidere il suo futuro politico, ma resta un’ambiguità di fondo nel suo rapporto con il Sindaco e la maggioranza di cui fa parte. O meglio, ci sta che un membro della giunta sia senza partito, quello che stona è che non c’è una parola nella sua intervista che ridefinisca la posizione in un eventuale rinnovata fiducia tra lui e Rucco e tra lui e la maggioranza di cui fa parte. In altre parole come si pone il soggetto politico Tosetto, in rotta verso il Patto Repubblicano, nei confronti di chi gli dovrà votare le delibere e di chi gli ha affidato la delega?

Diversamente da Brunetta, Gelmini & friends, Tosetto non fa parte di una coalizione trasversale come era il Governo Draghi, ma di una maggioranza saldamente ancorata nel centrodestra e agganciata al civismo rucchiano che non trasmette simpatie al centrosinistra; inoltre non dimentichiamo che la crisi mistica dell’assessore al Sociale inizia all’indomani dell’avvicendamento con Matteo Celebron nel ruolo di Vicesindaco. Piano piano si accorge che fa parte di una giunta e di una maggioranza fortemente sbilanciata verso il populismo ed il sovranismo, negli ultimi mesi poi non nasconde insofferenza con i suoi colleghi di Lega e FdI, fino al non gioco più, me ne vado, di oggi.

Ecco che allora la domanda sorge spontanea e riguarda proprio la collocazione politica di Tosetto, in questo momento dentro la maggioranza di Rucco come assessore, ma contro la stessa maggioranza come soggetto politico. Una contraddizione evidente che regala a Rucco un grattacapo non semplice da sciogliere, perché stare con un piede dentro ed uno fuori potrebbe non piacere nè ai forzisti rimasti fedeli a Berlusconi e neppure a quei pericolosi populisti e sovranisti di Celebron e Ierardi.

A meno che Rucco non si inventi una nuova versione del campo largo e sulle azioni di Tosetto decida di citofonare a Calenda.

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