17 Giugno 2025 - 9.37

Guerra 4.0: i droni riscrivono le regole del combattimento

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Evidentemente i timori di un mondo in cui la soluzione dei contrasti sia affidata alle armi sono molto più presenti di quanto mi aspettassi.  Numerosi lettori mi hanno infatti scritto interloquendo su queste problematiche.

Ma diversamente da quello che mi aspettavo, l’attenzione maggiore non si è concentrata sul  tema della proliferazione delle armi atomiche (https://www.tviweb.it/noi-non-abbiamo-paura-della-bomba/)  bensì sulla tecnologia dei droni.

Di primo acchito mi sembra di poter dire che mentre la “Bomba atomica” è vista ancora dai più come l’arma finale, i droni ormai fanno quasi parte della vita quotidiana; si regalano a Natale a figli e nipoti, si vedono sempre più persone farli volare in campagna o nelle spiagge, non tralasciando l’utilizzo da parte delle forze dell’ordine, dei pompieri ecc. 

In pratica una tecnologia alla portata di tutti, di quelle che si comprano liberamente su Amazon o su Temu, ma che opportunamente adattata sta dimostrando di essere l’arma attualmente più efficace e letale.

E allora proviamo a soffermarci ancora sul tema, con qualche riflessione ulteriore.

Come ho avuto modo di scrivere (https://www.tviweb.it/russia-e-ucraina-lorso-impagliato-ed-il-drone-con-le-palle/)  l’assalto dell’Ucraina alle basi aeree russe del 1° giugno ha già inaugurato una nuova visione meno convenzionale: vale a dire che le costose armi con equipaggio umano (carri armati, aerei, navi) che hanno a lungo definito le forze armate “avanzate” del mondo, sono rese via via più obsolete da “apparecchietti volanti” poco costosi. 

Ma questa visione potrebbe al momento anche essere incompleta, e forse anche pericolosamente fuorviante.

Partiamo sempre dalle lezioni che ci ha finora fornito la guerra in Ucraina. 

I droni hanno reso estremamente vulnerabili i carri armati ed i veicoli corazzati per il trasporto di truppe; tanto che per gli assalti terrestri i russi ora utilizzano spesso truppe a piedi, motociclette o veicoli fuoristrada. 

Ma questo in realtà non è servito a molto, perché i droni si sono dimostrati terribilmente efficaci anche contro le persone.

D’altronde lo avevamo già visto anche anni fa in occasione dell’uccisione di Osama Bin Laden, quando i droni furono determinanti per la sua localizzazione, e da lungo tempo Israele usa i droni per le sue incursioni in territorio nemico e per uccidere “chirurgicamente” gli avversari, sia  politici che militari.

Comunque in Russia gli analisti stimano che i droni siano responsabili di oltre il 70% delle vittime da entrambe le parti.

Quello che colpisce è la loro grande versatilità ed efficacia: l’Ucraina ha utilizzato i droni per distruggere obiettivi russi come fabbriche di armi, treni in movimento, depositi di munizioni, raffinerie, navi e porti.

E guardate, credo vada riconosciuto agli ucraini di essere stati estremamente moderati, perché a fronte della barbara condotta delle truppe russe, si sono auto-limitati, evitando di colpire terminal aeroportuali, stazioni ferroviarie nelle ore di punta, stadi sportivi, ospedali, scuole.

Ma c’è un aspetto che a noi “civili” forse sfugge; quello che la guerra dei droni dipende essenzialmente dalla base industriale dedicata alla loro produzione.

Ad un certo punto gli ucraini si sono resi conto che i droni rappresentavano l’arma più letale disponibile, fra l’altro a bassissimo costo rispetto alle armi tradizionali,  ed hanno anche capito che i tempi e le normali procedure dell’industria della difesa erano totalmente inadeguate (hanno anche constatato che la maggior parte dei produttori di droni statunitensi ed europei si sono dimostrati irrimediabilmente lenti, costosi e di fatto inutilizzabili). 

Hanno quindi dovuto cambiare passo e modello produttivo,  e di conseguenza l’industria dei droni e l’esercito ucraino hanno sviluppato un modello rivoluzionario di ricerca, sviluppo, produzione e dispiegamento di armi, basato su una comunicazione diretta e continua tra le unità in prima linea e i produttori di droni.

Una sorta di continuo dialogo  “dal produttore al consumatore”, però  fondamentale per tenere aggiornate e migliorare continuamente le prestazioni e le performances dei droni, sulla base dei risultati bellici (in altre parole quanti morti hanno provocato).

E così in Ucraina si è sviluppato in tempi rapidissimi un forte ecosistema di startup, che supporta un’industria degli armamenti (con centinaia di aziende) in grado di progettare, produrre e mettere in campo una nuova arma nel giro di poche settimane. 

Tanto per avere un’idea, si stima che quest’anno l’Ucraina produrrà più di quattro milioni di  droni, la maggior parte dei quali modelli che non esistevano nemmeno un anno fa. 

Ovviamente detta filiera produttiva è stata copiata anche dalla Russia, che si è affidata anch’essa ad una rete di startup private. 

E per capire meglio tutto ciò bisogna allargare lo sguardo in una visione geopolitica. 

Gli ucraini si sono ben presto resi conto che nella partita dei droni la Cina la faceva da padrone.

E sono stati letteralmente costretti a  sviluppare la propria industria dei droni perché gli Stati Uniti e la Nato non ne avevano quasi nessuno dotati della velocità e della flessibilità richieste, e poi  perché la Cina aveva gradualmente ridotto le forniture all’Ucraina a favore della Russia (circa l’80% dell’elettronica utilizzata nei droni russi proviene dalla Cina) . 

Anche  l’Ucraina era all’inizio fortemente dipendente dalla Cina, ma ha progressivamente ridotto la propria dipendenza si stima ora a meno del 20%, per di più ottenuta per vie traverse.

Non mi soffermo sulla tecnologia, che fa sì che un drone sia  utile solo per 2-6 mesi; cioè fino a che la controparte non sviluppa le necessarie contro misure. 

Ne consegue che le tecnologie, l’armamento e le tattiche dei droni ora si evolvono ad un ritmo accecante.

E così dai droni utilizzati all’inizio del conflitto, sicuramente armi rudimentali,  siamo arrivati a droni che possano eludere i radar volando molto bassi o utilizzando la tecnologia stealth, e adesso la nuova frontiera  sono quelli controllati tramite cavi in fibra ottica, impermeabili ai disturbi.

E la prossima frontiera sarà l’applicazione ai droni dell’Intelligenza Artificiale, che promette cose strabilianti, fra l’altro  con l’aumento anche della letalità e della precisione quando usati contro le persone.

Capite bene che in questa gara all’ultimo drone, restare indietro  di un solo mese vuol dire perdere il treno, il che si tramuta in più morti e più distruzioni.

Credo sia ormai chiaro  che la ricerca, lo sviluppo e l’approvvigionamento della difesa degli Stati Uniti e dell’Europa, non pressata da impellenze belliche, sono rimasti lenti e non competitivi, il che paralizza la loro capacità di difendersi dai droni, così come la loro capacità di utilizzarli. 

Anche se poche persone se ne rendono conto, gli Stati Uniti, la Nato e noi Europei ora abbiamo un disperato bisogno degli ucraini per la loro esperienza nei droni, maturata sul campo di battaglia giorno dopo giorno.

Ciò perché l’Ucraina è ora l’unico Paese che potrebbe  competere ed eguagliare la tecnologia cinese e/o russa, ed i relativi tempi di sviluppo e di reazione in una guerra. 

Senza l’Ucraina, e senza modernizzare le proprie forze, la Nato,  gli Stati Uniti e l’Europa subirebbero perdite orribili in una guerra con la Russia o la Cina, e potrebbero anche perderla.

Io lo so che per la maggior parte di voi questi argomenti sono agghiaccianti, ma questo è il tempo in cui siamo costretti a vivere, e dal momento che nell’attuale contesto geopolitico qualsiasi significativo Trattato anti proliferazione è del tutto improbabile, credo dobbiamo prepararci per un mondo in cui tali armi saranno la normalità.

Ma l’establishment della difesa occidentale sembra sempre più la tipica azienda “legacy”, che è stata colta alla sprovvista dalla rivoluzione tecnologica, sviluppata ed anche utilizzata in Ucraina. 

Recuperare il gap ereditato può essere molto costoso, ma i costi sarebbero puramente monetari. 

Nel malaugurato caso di guerra, potrebbero essere, e saranno, mortali.

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