9 Febbraio 2021 - 20.16

Prolungare la scuola? No grazie, tutti contro Draghi

Prolungare la scuola sino a fine giugno? No grazie. È una levata di scudi da parte del mondo della scuola contro la proposta paventa dal presidente incaricato Mario Draghi. L’idea non sembra essere apprezzata dal mondo scolastico e dai sindacati, anche perché penalizzerebbe ulteriormente i ragazzi già sballottati tra Dad e presenza in questi lunghi mesi. Non c’è una preclusione in linea di principio; ciò che non piace è l’impostazione. Finora infatti non si è perso tempo, con gli insegnanti che in didattica a distanza hanno fatto il possibile per tenere alto il livello di istruzione degli studenti. E non si comprende cosa potrebbero portare tre settimane in più, se non logorare in un mese ormai estivo gli studenti a programmi già chiusi nei tempi previsti. Pare insomma una operazione di marketing politico fine a se stesso, più che una proposta intelligente e concreta per supportare gli studenti.

Ad askanews Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale Presidi: “L’idea del presidente Draghi di riportare la scuola al centro dell’agenda politica è sicuramente condivisibile. Attendiamo un piano organico per poterlo commentare a fondo. Le indiscrezioni trapelate riferiscono di un’ipotesi di prolungamento delle lezioni. Non c’è una preclusione ideologica su questo, ma ci tengo a ribadire che non possiamo parlare di giorni persi. La didattica a distanza ha prodotto dei risultati, positivi o negativi. Sarebbe invece molto importante rilevare eventuali carenze formative da parte dei nostri alunni e intervenire in maniera mirata”.

Proposta non condivisa anche dai sindacati. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti: “Preliminarmente devo dire che bisogna smettere di parlare del tempo perso, risulta addirittura offensivo verso gli insegnanti che in questi mesi di emergenza si sono fatti in quattro passando le giornate davanti al computer per mantenere la didattica a distanza e per cercare di trasmettere un buon insegnamento ai loro alunni. Poi mi pare che tecnicamente pensare di allungare la durata dell’anno scolastico sia molto difficile, perché ci sono gli esami di stato. Che facciamo gli esami a Ferragosto? Se vogliamo affrontare in termini seri la questione, bisogna innanzitutto pensare agli alunni che sono rimasti indietro, non allungando i tempi di un paio di settimane per tutta la classe. Ma penso che la cosa utile sarebbe finanziare dei corsi di recupero individualizzati. Questo si che sarebbe un sistema per aiutare chi è rimasto indietro”.

Daniele Grassucci è il direttore del portale skuola.net, uno dei portali più seguiti nel mondo scolastico. “La normativa attuale già prevede per le scuole la possibilità di prolungare la durata dell’anno scolastico se durante l’anno si fossero manifestate delle difficoltà negli apprendimenti a causa di giorni persi a causa di forza maggiore. Tuttavia questa proposta applicata all’intero sistema scuola pur se di buon senso la vedo di difficile realizzazione, perché ogni qualvolta si è balenata questa ipotesi si sono levate proteste dal settore turistico ma anche dal mondo degli insegnati che dovrebbero prolungare il loro servizio anche in giorni di ferie”.

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