Trump anziano e bipolare? Traccia il bilancio dei primi 100 giorni alla Casa Bianca tra dichiarazioni trionfali e contraddizioni

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Donald Trump ha descritto il suo primo bilancio da presidente come i “100 giorni di maggior successo” nella storia degli Stati Uniti, vantandosi delle sue politiche protezionistiche e della sua lotta contro l’immigrazione illegale. Il 29 aprile, in un intervento nel Michigan, ha esultato per l’inizio del suo mandato, definendo frenetico e determinato il suo approccio. “Siamo solo all’inizio”, ha dichiarato con tono trionfante, ma allo stesso tempo aggressivo, ripetendo le sue stesse lamentele di quando era candidato: Joe Biden è il “dormiente”, i media “mentono”, e i giudici sono “comunisti”. Eppure, nonostante l’entusiasmo e l’aggressività, i suoi commenti e il suo comportamento sollevano una domanda: Trump sta mostrando segni di bipolarità?
I dubbi sulla bipolarità di Donald Trump potrebbero derivare dalla sua apparente oscillazione tra fasi di grandioso ottimismo e frustrazione aggressiva, che caratterizzano il suo stile di comunicazione. Le sue dichiarazioni a volte incoerenti, l’incapacità di mantenere una posizione ferma su temi centrali (come l’economia o la politica estera) e le sue reazioni emotive estreme, che vanno da un entusiasmo travolgente a attacchi verbali intensi, possono far pensare a una condizione di instabilità emotiva. Inoltre, l’alternanza tra momenti di autocompiacimento e attacchi implacabili agli avversari o ai media, unita alla mancanza di coerenza nelle sue politiche, alimenta il sospetto che Trump possa mostrare tratti simili a quelli di un disturbo bipolare.
Il presidente ha continuato a criticare la politica “woke”, i costi energetici e le politiche di immigrazione, rimanendo focalizzato su un discorso che appare ossessivamente incentrato su vecchie battaglie. Ma tra le sue dichiarazioni contrastanti e la sua incrollabile convinzione di essere il salvatore dell’America, emergono preoccupazioni circa la coerenza della sua leadership. Si sta veramente “divertendo molto” come dice, o le sue contraddizioni riflettono una mente che oscilla tra eccitazione e frustrazione?
Il bilancio dei primi 100 giorni non è solo una questione di numeri, ma anche di percezione: c’è spazio per la stabilità politica in un periodo dominato da questo tipo di conflitto interno?
Donald Trump ha sempre mantenuto uno stile di leadership e comunicazione che non ha mai nascosto la sua natura polarizzante. Tuttavia, nei primi 100 giorni del suo secondo mandato, è emerso un quadro di dichiarazioni e azioni che suscitano interrogativi e alimentano la percezione di incoerenza. Ecco alcune delle contraddizioni e dei marcia indietro che hanno caratterizzato la sua amministrazione in questo periodo.
- Le promesse sulla “grande economia”: Durante la sua campagna, Trump ha promesso di rilanciare l’economia con politiche protezionistiche, abbassando i dazi e portando a casa la produzione industriale. Ha affermato che l’America stava vivendo una “nuova età dell’oro”, ma quando ha dovuto affrontare i primi segnali di difficoltà economica e i cali nei sondaggi, ha cercato di minimizzare la situazione. “Da quando sono arrivato, i prezzi sono scesi”, ha detto, cercando di smentire il deterioramento delle condizioni economiche, ma senza fornire dati concreti a supporto di tale affermazione.
- La politica sull’immigrazione: Trump ha ripetutamente dichiarato che l’immigrazione illegale era una delle sue priorità assolute, con l’espulsione di milioni di immigrati clandestini. Tuttavia, alcuni dei suoi ordini esecutivi in questo campo sono stati bloccati dai tribunali, dimostrando che le sue ambizioni scontrano la realtà legale e politica. Inoltre, nonostante le sue dichiarazioni durissime sull’immigrazione, la sua amministrazione ha dovuto fare marcia indietro su alcuni aspetti, cercando compromessi che contrastano con l’immagine di fermezza che aveva creato.
- Le politiche energetiche e l’ambiente: Trump aveva fatto della politica antiambientalista un marchio di fabbrica, scatenando la sua battaglia contro le regolazioni ambientali e i trattati internazionali come l’Accordo di Parigi. Tuttavia, mentre le sue dichiarazioni in questo senso sono rimaste costanti, alcune azioni della sua amministrazione, come il sostegno a fonti di energia rinnovabili a livello locale, sembrano essere in contraddizione con il suo programma a livello federale. La sua retorica aggressiva nei confronti delle energie alternative e delle politiche climatiche è stata spesso seguita da misure più sfumate e meno incisive.
- La Cina e i dazi: Uno degli aspetti più discussi della politica di Trump è stato il suo approccio alla Cina e alla guerra commerciale con Pechino. Ha imposto pesanti dazi sulle importazioni cinesi, accusando il paese di pratiche commerciali sleali. Tuttavia, nonostante le sue dichiarazioni trionfalistiche, la sua amministrazione ha dovuto fare compromessi con la Cina per evitare danni all’economia americana, ritardando e annullando alcune misure draconiane. Nonostante queste concessioni, Trump ha continuato a dichiarare la Cina come “la principale minaccia economica”, alimentando contraddizioni tra la retorica e la realtà delle politiche.
- Le critiche alla Federal Reserve: Un altro aspetto delle sue contraddizioni è emerso nei confronti della Federal Reserve, in particolare del presidente Jerome Powell. Trump ha criticato duramente Powell, definendolo inefficace nel portare avanti politiche monetarie che stimolassero ulteriormente l’economia. Eppure, quando si è trattato di confrontarsi con la realtà dei tassi d’interesse, Trump ha dovuto fare marcia indietro su alcune delle sue dichiarazioni, accettando che la politica monetaria della Fed, seppur criticata, fosse in qualche modo necessaria per sostenere l’economia.
- Il “dramma” dei media: Non è una novità che Trump abbia sempre accusato i media di essere contro di lui, definendoli “nemici del popolo”. Tuttavia, nella sua recente disamina dei suoi primi 100 giorni, ha continuato a usare il linguaggio duro e accusatorio, pur continuando a utilizzare i canali mediatici per promuovere il suo bilancio positivo. Questo approccio sembra contraddire la sua retorica di combattere contro un sistema di informazione ostile, che a tratti appare più un mezzo per consolidare il proprio potere che una reale lotta contro presunti nemici.
- Le promesse di “unità”: In alcuni dei suoi discorsi, Trump ha promesso di lavorare per l’unità del paese, tentando di smorzare le tensioni politiche. Ma le sue azioni e dichiarazioni, spesso divisive e polarizzanti, sembrano andare in direzione opposta, rafforzando le spaccature tra le diverse fazioni politiche. Questo tentativo di “unificazione” appare più come un slogan piuttosto che una vera politica in grado di superare le fratture profonde della società americana.