23 Febbraio 2023 - 8.37

Superbonus e dintorni: l’Italia dei furbi e dei ladri

Sapete quello che mi ha particolarmente colpito della vicenda Superbonus 110%?

La mancanza di una seria reazione di noi italiani, di una indignazione di massa verso quei politici che non solo hanno messo in piedi questa che ormai viene definita “la più grande truffa della storia italiana”, ma che di fronte ai numeri che mostrano l’ingente danno per i conti dello Stato continuano imperterriti a difenderla. 

Io veramente pensavo che il Partito di Conte ne sarebbe uscito con le ossa rotte, ed invece, stando ai sondaggi, continua ad essere il secondo Partito italiano.

D’altro canto quando si è perso il senso dell’equilibrio di bilancio, quindi del rapporto indissolubile che deve esistere fra tasse e servizi pubblici, allora va bene tutto, e si è disposti a seguire qualunque “pifferaio magico” che prometta tutto gratis. 

Non va sottaciuto poi che non esiste forza politica che abbia stigmatizzato il Superbonus di Conte, e se è vero che Giorgia Meloni ha adesso lodevolmente stoppato le cessioni dei crediti, è anche vero che quando Draghi e Franco manifestavano le loro perplessità, l’attuale Premier difendeva a spada tratta  questa misura, assieme a tutti gli altri.    

Ma perché in questa benedetta Italia si è inclini a passare sopra a tutto, ad ogni nefandezza politica?

Devo confessarvi che ormai mi sono rassegnato.

Volendo essere tranchant potrei dire che siamo un Paese di ladri ed opportunisti, ma credo sia più corretto affermare che in Italia metà della popolazione vive sulle spalle dell’altra metà, ed intende continuare a farlo, votando chi promette “panem et circenses” (oggi direbbero Bonus, Superbonus e condoni vari) come ai tempi degli imperatori romani.

D’altronde che sia una pratica che affonda nei secoli lo sappiamo dalle fonti, che ci dicono che l’imperatore romano Vespasiano, dopo la dissennata amministrazione di Nerone, è stato un formidabile risanatore e un nemico pubblico degli evasori, che già allora seppellivano i gioielli per non pagare la tassa sul lusso.

Quindi è inutile che ce la prendiamo con il Premier od il Ministro di turno, con i politici in generale, perché da sempre abbiamo i Governi ed i governanti che ci meritiamo.

E di conseguenza è inutile sperare che la situazione costante di corruzione, evasione, elusione, nepotismo, verrà mai eradicata, perché è triste dirlo, ma in questo stato di cose una grossa fetta di italiani ci sguazza alla grande.

E tutti i Governi, ben consci di questo sentiment collettivo, fino ad ora hanno scelto di spremere lavoratori dipendenti e pensionati che non possono sfuggire perché soggetti a ritenuta alla fonte, accanendosi per soprammercato su coloro che guadagnano dai 35.000 euro lordi in su, importo da loro fissato come soglia della ricchezza. Ovviamente facendo finta di non vedere che il mitico Isee non fotografa la povertà o il disagio, perché non fotografa il lavoro nero e l’evasione fiscale.

Al riguardo ricordo una vecchia intervista immaginaria di un giornalista ad un evasore fiscale in cui quest’ultimo affermava che “piuttosto di pagare le tasse preferiva far girare l’economia e investire in auto di grossa cilindrata, case, terreni, barche, vacanze per lui e la mia famiglia”.

Alle obiezioni del cronista sull’obbligo di pagare i tributi per godere dei servizi pubblici, l’evasore incallito rispondeva “Ma che dice? Ma allora è proprio fesso? Se dichiaro meno di quindicimila euro all’anno che tasse universitarie devo pagare? Le mie creature quando andavano all’Università hanno sempre avuto l’assegno di studio, in quanto figli di nullatenenti. La mia nipotina è al primo posto per le graduatorie per il nido, mia suocera ha ottenuto la badante gratis anche se vive in una villa sul Lago di Como, e se ci ammaliamo non dobbiamo nemmeno pagare il ticket! E lei mi dice che devo dire la verità sul 730! Ma mi facci il piacere, diceva Totò”.

Per quanto si tratti di un dialogo immaginario, credo che queste parole fotografino bene come la pensa una buona parte dei nostri compatrioti.

Alcuni dei quali arrivano a vedere anche le tragedie come opportunità di intrallazzo, e credo ricordiate quegli imprenditori che poche ore dopo il sisma che aveva distrutto il Centro Italia, se la ridevano felici pregustando appalti e corruzioni.

Il nostro è un Paese che affoga da sempre nelle norme!

Ed i cittadini in generale vogliono la legge, e giustamente vorrebbero che la legge fosse rispettata.

Ma  nel contempo si vuole che a rispettarla siano gli altri!

Per se stessi ci sono mille scusanti, mille attenuanti, mille giustificazioni.

Dall’automobilista che parcheggia in doppia fila, o sulle strisce, o con le quattro frecce lampeggianti in mezzo alla strada.

Dal venditore abusivo all’evasore fiscale, a colui che sale sui mezzi pubblici senza pagare il biglietto, salvo poi lamentarsi dell’inefficienza dei trasporti.

Dal furbetto del cartellino,  a quello delle false malattie, agli invalidi ciechi che guidano, e quando la Guardia di Finanza li scopre gridano al miracolo.

Da coloro che durante la pandemia hanno falsificato i Green Pass, magari anche lavorando in ospedale o nelle Rsa.

Dal truffatore della dichiarazione Isee per non pagare i ticket, ed usufruire così della sanità pagata dai contribuenti onesti, salvo poi lamentarsi che gli  ospedali non funzionano bene, e già che ci siamo picchiare medici e infermieri.

Dall’imbianchino all’idraulico al dentista del “Senza fattura risparmia l’Iva”, al barista che se gli chiedi lo scontrino ti guarda storto.

Dal cassintegrato con secondo lavoro, al disoccupato che lavora in  nero, magari incassando il Reddito di Cittadinanza, salvo poi lamentarsi delle pensioni basse.

Da colui che paga o riceve tangenti per condizionare gli appalti, al parente di… al nipote di…. al figlio di…..

Dal genitore del ragazzo che vandalizza la scuola o bulleggia i compagni, che giustifica sempre senza se e senza ma l’operato del “virgulto”.

Da chi quando perde soldi “è colpa dello Stato”, e quindi pretende ristori o contributi, ai professionisti delle calamità.

Dal palazzinaro abusivo, alla “stanzetta da condonare”, magari a Ischia vista mare.

Da chi vuole la casa calda d’inverno e fresca d’estate, ma pretende che i rigassificatori siano piazzati lontano da casa sua.

Mi fermo qui, ma l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

In fondo nulla è cambiato da quando Giovanni Giolitti diceva “Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”.

Ecco perché è inutile arrabbiarsi, indignarsi, stupirsi.

Questa è l’Italia, e soprattutto questi siamo noi italiani.

Un popolo che Giuseppe Prezzolini divideva in due categorie: i furbi e i fessi.

E poi aggiungeva: “L’Italia va avanti perché ci sono i fessi. I fessi lavorano, pagano, crepano. Chi fa la figura di mandare avanti l’Italia sono i furbi, che non fanno nulla, spendono e se la godono”.

Sapete per finire qual è il vero problema; che i fessi non solo pagano e si lamentano per i furbi, ma in realtà li ammirano, e vorrebbero essere come loro.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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