Sinistra contro il Masotto di Noventa. L’accusa: uso di risorse pubbliche per corso ‘paramilitare’. La scuola smentisce

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È polemica attorno all’Istituto superiore “Masotto” di Noventa Vicentina, accusato di aver impiegato 15.868 euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – fondi destinati a combattere la dispersione scolastica – per finanziare un corso di sopravvivenza rivolto agli studenti, realizzato dall’Alpha 22 Training Center di Albettone, centro fondato da un ex incursore delle forze speciali.
La denuncia è stata rilanciata da Luana Zanella, deputata di Europa Verde, e si basa su un’inchiesta dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole. Secondo quanto riportato, il progetto avrebbe incluso attività ispirate a tecniche e scenari militari, sotto la definizione di “team building e orienteering”, come indicato nel documento informativo distribuito ai genitori.
A sollevare perplessità sono state soprattutto le immagini promozionali del centro Alpha 22, visibili sul sito ufficiale, che mostrano uomini armati e richiamano un’estetica addestrativa militare. Un contesto giudicato inappropriato da chi denuncia il rischio di una normalizzazione della cultura della guerra in ambito scolastico.
«In un momento in cui il mondo è attraversato da conflitti drammatici, apprendiamo con sconcerto che fondi pubblici destinati all’inclusione e alla lotta contro l’abbandono scolastico vengono utilizzati per attività di addestramento in stile militare», afferma Francesco Bressan, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Vicenza. «È inaccettabile – aggiunge – che si camuffino pratiche militari dietro le parole “resilienza” e “lavoro di squadra”».
Duro anche il commento di Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera: «Un utilizzo indecente dei fondi PNRR. Le scuole dovrebbero essere luoghi di emancipazione, non di preparazione al combattimento». Zanella ha inoltre annunciato un’interrogazione parlamentare al Ministero degli Affari Regionali, chiedendo che l’istituto restituisca i fondi e auspicando un intervento normativo per evitare che simili situazioni si ripetano.
La dirigenza scolastica, come riferisce il Giornale di Vicenza, ha però respinto con fermezza tutte le accuse, negando categoricamente che il progetto abbia avuto carattere para-militare. Le attività, secondo la scuola, si sarebbero limitate ad esercitazioni all’aperto di gruppo, orientamento e collaborazione, senza alcun uso di armi o riferimenti bellici.
A sostegno di questa versione, la scuola fa riferimento allo stesso documento inviato alle famiglie, che descrive un programma formativo volto allo sviluppo delle competenze relazionali e personali.
Nonostante i ripetuti tentativi di contatto e l’attesa della redazione prima della pubblicazione di questo articolo, la dirigenza non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali.
Il programma, denominato “Military Survival”, è promosso dal centro Alpha 22 come un’esperienza formativa per civili basata su tecniche delle forze speciali, tra cui orientamento, autosufficienza e gestione dello stress. La presenza, sul sito web del centro, di contenuti legati all’uso di armi e a scenari operativi ha però alimentato il sospetto di una sovrapposizione tra formazione civile e addestramento militare, giudicata incompatibile con un contesto scolastico.
Il caso continua a far discutere e potrebbe arrivare presto in Parlamento. Nel frattempo, resta forte la contrapposizione tra chi parla di una sperimentazione educativa legittima e chi teme l’ingresso, anche indiretto, di una cultura militare nelle scuole italiane.