17 Novembre 2015 - 18.16

PARIGI – La 'Fallaceide', gli anti-islam e gli anti-anti-islam

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Controllando il vostro profilo Facebook in questi giorni vi sarete accorti che, più che un social network, è sembrato e sembra tuttora una versione nostrana e peracottara di Micro-Mega. Due minuti dopo la notizia degli attentati a Parigi, sono comparsi post di personaggi politici o di non-opinion leader che da subito si sono scagliati contro l’invasione di islamici, i profughi, il rischio di annientamento dell’occidente. Tre minuti dopo, immancabili anche loro, si sono scatenati gli anti-anti-islam. Quelli che vivono all’ombra dei precedenti. Sono comparsi quindi articoli e foto del tenore: “non sono tutti uguali”, “li armiamo noi”, “ce la siamo cercata”. Senza parlare di chi ha modificato la propria immagine del profilo apponendo la bandiera francese su una foto nella quale si prende il sole al mare o si beve un cocktail in discoteca. E’ sembrato che l’obiettivo di entrambi, anziché qualche momento di riflessione, trascinare su un piano locale e declinarlo con i nostri meccanismi di adesione politica, un evento sconvolgente che ha colpito la capitale d’Europa.
Minimo comune denominatore: il fatto che i postanti si trovassero davanti ad una tazza di the, in pantofole, davanti alla TV, convinti di modificare le sorti del mondo dal proprio salotto o dalla propria camera da letto.
A fianco di grandi firme, di notizie d’agenzia, di aggiornamenti di testate nazionali ed internazionali, sono comparse anche le prime interpretazioni dell’accaduto, fra microchip, scie chimiche, teorie complottistiche. E’ probabile che ogni intervento sia fondato su elementi di verità, ma l’impressione complessiva è di un teatro d’opera con platea e gallerie colme di spettatori intenti a guardarsi tra di loro anziché ascoltare i cantanti e girare lo sguardo sul palco.
Molti hanno deciso semplicemente di rimanere in silenzio o di non aprire affatto facebook, nauseati da una narrazione diventata pesante e debordante fino a diventare inutile.
In tutto questo, non è passata inosservata la puntuale riesumazione della salma di Oriana Fallaci, chiamata a esprimersi come un oracolo, con citazioni e profezie e, a catena, l’ironia di chi ha sempre considerato estremistiche le sue posizioni o di chi non sopporta il citazionismo spesso basato sulla mancata lettura dei testi della scrittice. In questo post vi riproponiamo alcune delle versioni ironiche di tale riesumazione. Dissacranti? Sì… ma con un’utilità: chiedere un minuto di silenzio anziché caricare in maniera spasmodica lezioni di politica internazionale e orientare alla propria causa politica avvenimenti che non possono diventare oggetto di querelle fra politici di terzordine, mancati segretari di partito ora impiegati alle poste e dattilografi da social.
P.U.
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