29 Giugno 2021 - 10.15

Non si governa l’Italia senza le giuste alleanze a Bruxelles

Le recenti elezioni regionali francesi hanno dimostrato l’aleatorietà, e per certi versi anche l’inaffidabilità, dei sondaggi.A dimostrazione che su questo tema bisogna andarci piuttosto cauti, e che non bisogna mai fare i conti senza l’oste, soprattutto se l’oste sono i cittadini elettori.A maggior ragione se il numero degli indecisi si aggira sul 30/40%, il che rende qualsiasi previsione piuttosto azzardata.Ma se i sondaggi vengono letti non come il Vangelo, ma come indicatori di tendenza, allora le cose cambiano. E le rilevazioni diventano quindi per i leader un valido strumento per testare gli effetti delle loro proposte politiche sull’elettorato.Fatte queste doverose precisazioni, i sondaggi che quasi quotidianamente ci vengono proposti delle varie società specializzate, non possono essere ignorati, soprattutto se certe tendenze sono confermate nel tempo.E pur senza cavillare od impiccarsi su variazioni percentuali minimali, sulle quali gli stessi rilevatori suggeriscono prudenza, da molti mesi osserviamo due tendenze piuttosto chiare: il calo delle Lega di Capitan Salvini, ed una crescita che sembra inarrestabile di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.Il ruolo di terzo incomodo viene svolto dal Partito Democratico di Letta che, a seconda del sondaggio, si posiziona in mezzo ai due partiti di Centro Destra, una volta più su, ed un’altra più giù. Non è mia intenzione commentare un singolo sondaggio in particolare, spesso smentito o corretto da quello immediatamente successivo.Ma non si può non rilevare che esistono tendenze consolidate nei sondaggi da un paio d’anni a questa parte, e si tratta di numeri che, se confermati alle urne, sarebbero in grado di alterare la geografia politica italiana. Mi limito quindi a prendere in esame quattro Partiti, partendo dai risultati delle elezioni europee del 2019 (voti veri), per finire ai sondaggi di questi ultimi giorni.Mi concentrerò sui numeri, non sulle classifiche, che a mio avviso lasciano il tempo che trovano, anche se comprendo che sono funzionali ai media per attrarre lettori.Partendo da Fratelli d’Italia, alle europee ha incassato il 6,5% dei suffragi. Da allora, sondaggio dopo sondaggio, abbiamo assistito ad una sorta di “crescendo rossiniano”, fino al 20% circa attribuito in questi giorni.Crescendo che ha raggiunto il punto più alto il 28 giugno, quando il sondaggio settimanale de La 7 ha accreditato Fratelli d’Italia come la prima forza politica italiana, scalzando la Lega di Salvini.   Per carità, stiamo ancora parlando di decimali, ma psicologicamente è senz’altro un risultato importante.Va sottolineato che la crescita delle adesioni al Partito di Giorgia Meloni è stata costante, quindi non è frutto della scelta di posizionarsi all’opposizione al Governo Draghi, anche se adesso questo sicuramente aiuta.Venendo al Movimento 5 Stelle, comparando il dato delle ultime europee (17,1%) con l’accredito attuale (16% circa), si potrebbe pensare ad una sorta di stabilità. Se non che il vero dato che conta per i “grillini” sono le politiche del 2108 (32,7%), rispetto alle quali il Movimento ha sostanzialmente dimezzato i consensi.Di una certa stabilità, o immobilità secondo alcuni, invece si può parlare relativamente al Pd, che dal 22,7% delle europee naviga da lunghi mesi intorno al 18/20%. Arriviamo quindi alla Lega, che trattiamo per ultima non solo perchè è il Partito di riferimento della parte più produttiva del Paese, ma anche perchè presenta una tendenza specularmente opposta a quella di Fratelli d’Italia. Nel senso che capitan Salvini ha ottenuto il suo risultato più eclatante proprio alle europee del 2019, con un sonoro 34,3% dei voti, staccando il Pd, arrivato secondo, di oltre 12 punti percentuali. Un vero e proprio “botto” (considerato che alle politiche dell’anno prima la Lega aveva incassato il 17,4% dei voti) che proiettava il Partito di Salvini nell’empireo della scena politica italiana. E fu proprio quel risultato a fare decidere a Salvini di affossare il Governo Conte Uno con una manovra passata alla storia come la “crisi del Papetee”, con l’obiettivo dichiarato di andare a nuove elezioni, per vincerle e magari diventare premier. Non mise in conto l’apertura di Matteo Renzi ai 5Stelle, che portò al Governo Conte Due. Da quel momento è iniziato un costante calo nei sondaggi, fino ad arrivare al 20% e rotti di questi giorni, ed ora al “sorpasso” di Fratelli d’Italia.  Non proprio bruscolini, ma un bel 14% di calo rispetto al dato delle europee.Per ironia della sorte la Lega, secondo i sondaggi attuali, rispetto ai voti delle europee del 2019 avrebbe perso quasi la stessa percentuale dei 5Stelle rispetto alle politiche del 2018. Ma perchè la Lega perde consensi, anche se giova sempre ricordare che parliamo di voti virtuali?Non è facile dare una risposta, e siate certi che se Salvini la conoscesse metterebbe in campo qualsiasi iniziativa per risalire la china. Io credo vada considerato in primis che non è la prima volta che il risultato delle elezioni europee illude un leader di avere l’Italia in mano. Era capitato anche a Matteo Renzi nel 2014 di stravincere le europee con uno strabiliante 40%, dovendo poi constatare che si era trattato di un risultato effimero, e come sia finita lo abbiamo visto tutti.Sulla base di questi precedenti mi sentirei di suggerire ai leader politici italiani di non contare troppo sugli eventuali exploit alle elezioni europee, perchè quando votano per il Parlamento di Bruxelles gli italiani sembrano, come dire, in “libera uscita”.Tornando a Salvini, si potrebbe dire che la pandemia da Covid 19 gli stia dando il colpo di grazia, visto che nel 2020 secondo le rilevazioni la Lega avrebbe perso ben 10 punti percentuali. Un trend che, se dovesse continuare, prima o poi potrebbe indurre qualcuno a mettere in discussione la leadership del leader leghista. Sicuramente non la ha aiutato l’irrompere sulla scena di Mario Draghi, che il Capitano ha deciso di appoggiare, ben sapendo di dover così mettere un po’ (solo un po’ pero!) in sordina la polemica anti governativa, e altri cavalli di battaglia leghisti.Nonostante tutto io ritengo che Salvini abbia fatto bene ad entrare in questo Governo di unità nazionale.In primis per impedire a Pd e 5Stelle di fare il bello ed il cattivo tempo, approvando leggi quali lo “ius soli”, la “patrimoniale”, o il “ddl Zan” senza alcuna opposizione interna, e poi perchè non credo che il mondo produttivo del nord avrebbe gradito che il partito maggioritario da Aosta a Trieste fosse all’opposizione, quindi non in grado di influire direttamente nella gestione dei miliardi del Recovery Plan. Si tratta poi di vedere quanto possa influire sul calo dei consensi l’abbandono di fatto (anche se non parole) di temi identitari della Lega, in primis quello dell’autonomia regionale.Non credo sia un caso che Luca Zaia, non appena i morsi della pandemia si sono un po’ allentati, abbia ricominciato a riproporre il tema con queste parole: “Per quanto riguarda il Veneto, vi dico che noi sul fronte dell’autonomia continuiamo ad andare avanti”.Sembra infatti che fra i parlamentari leghisti, e fra gli amministratori locali veneti, cominci a trapelare una certa insofferenza, per non dire malcontento, sui silenzi e sulle indecisioni di Salvini a porre decisamente sul tavolo il tema dell’autonomia, che spopolò fra i cittadini nel referendum consultivo del 2017.  E l’attuale Ministro per le Disabilità, la veneta Erika Stefani, lo dice senza giri di parole quello che pensa: “Così si ignora la voce del popolo. La mia impressione è che si vogliano allungare i tempi per mandare l’autonomia in soffitta”.  Sicuramente non si tratta di un momento eccezionale per Matteo Salvini, che sembra aver perso il tocco magico. Ma si sa che la politica è l’arte del possibile, e a mio modesto avviso ritengo che a Salvini convenga continuare ad appoggiare Draghi, considerati i nervosismi di Pd e 5Stelle che farebbero carte false pur di ricacciare la Lega all’opposizione, e nel frattempo cercare di muoversi per cercare un avvicinamento con la famiglia del Ppe europeo. Il Capitano dovrebbe aver ormai realizzato che con compagni di viaggio come Orban o la Le Pen non si va da nessuna parte, e che non si governa l’Italia senza le giuste alleanze a Bruxelles. E a tal riguardo, prima lo capirà anche Giorgia Meloni, meglio sarà per tutti.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA