13 Ottobre 2021 - 12.51

Nel Vicentino più di 1000 cinghiali abbattuti e 70 attacchi dei lupi

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Oltre 1.000 cinghiali abbattuti e 70 attacchi dei lupi. Confagricoltura: “Danni enormi, bisogna agire”

Numeri eclatanti della Polizia provinciale. La presidente Anna Trettenero: “Danni ai pascoli, alle malghe, al mais e alle bestie. Agricoltori indifesi, ma rischiano anche i cittadini”

I danni dei cinghiali

(da comunicato) Oltre 70 attacchi dei lupi sull’Altopiano, sul Grappa e nel territorio di Recoaro. E 1.017 cinghiali abbattuti, che tuttavia non sono bastati per limitare i danni alle colture: pascoli arati, mais devastato nelle zone collinari, patate e orticole fatte fuori. Sono i numeri impressionanti dell’annata 2021 archiviati ad oggi dalla Polizia Provinciale, che segnalano come il problema della fauna selvatica stia diventando sempre più preoccupante in provincia di Vicenza e come gli agricoltori siano sempre più indifesi e impotenti.

Per il comandante Claudio Meggiolaro i numeri non lasciano dubbi: “I cinghiali quest’anno sono aumentati in maniera esponenziale, se pensiamo che nel 2020 avevamo abbattuto 810 ungulati e che quest’anno a fine settembre eravamo a oltre 1.000, quindi un bilancio ancora parziale – sottolinea -. Un fenomeno in espansione, nonostante le catture, che causa parecchi danni a pascoli, malghe e coltivazioni. Per quanto riguarda i lupi siamo a una settantina di predazioni solo per quanto riguarda le aziende agricole, senza contare gli attacchi a cani o proprietà private. Un po’ meno dell’anno scorso, che si era chiuso con 90 predazioni, anche se il bilancio lo faremo il 31 dicembre. Ma la media comunque è alta e sotto tiro sono sempre pecore, bovini, asini e bestie giovani in generale”.

Per Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza, si tratta di un bilancio pesante. “I numeri sono eclatanti – commenta – e segnalano, per quanto riguarda i cinghiali, che gli ungulati si stanno espandendo e che le azioni di contenimento messe in atto finora non sono sufficienti. Oltre ai prati, che vengono devastati in maniera impressionante, quest’anno abbiamo avuto segnalazione di agricoltori che hanno seminato il mais tre volte, il che significa aumento dei costi e perdita della produzione fino al 50 per cento, perché se si risemina si perdono anche due mesi e il recupero diventa impossibile. Per quanto riguarda i lupi sappiamo dalle cronache che sono scesi in pianura, com’è successo a Bressanvido, e che sono sempre più frequenti gli attacchi anche a privati, con cani e altri animali domestici sbranati. A rischio sono, dunque, non solo l’alpeggio e i pascoli, ma anche il turismo sull’Altopiano e la cittadinanza, perché anche le persone non possono più sentirsi sicure. Bisogna trovare soluzioni veloci e realistiche. I cani da guardiania e le recinzioni sono risposte parziali e non risolutive. Per quanto riguarda i cinghiali bisogna intervenire e riequilibrare i  numeri, o tra qualche anno ci troveremo con i campi invasi e abbandonati”.

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