12 Agosto 2022 - 9.50

Le puttanate pre-elettorali: non illudetevi, e godetevi il Ferragosto!

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Sei sotto l’ombrellone davanti ad un mare blu, o all’ombra di un pino vista Dolomiti, e stai facendo i calcoli di quanto potrà crescere il tuo stipendio con l’arrivo della flat tax, sia nella versione al 15% di Capitan Salvini, o in quella del Cavaliere al 23%?

O magari hai una certa età, e dopo una vita di lavoro sei riuscito a mettere da parte un discreto gruzzoletto (già tassato) da lasciare magari ai tuoi figli, e sei preoccupato che con l’arrivo della patrimoniale proposta dalla sinistra, la scure rapace del fisco si possa abbattere sui tuoi soldi a salma ancora calda?

Oppure sei un insegnante e stai interrogandoti su quanto potrà ammonte il tuo “stipendio europeo” che Enrico Letta ed il Pd ti stanno promettendo, e che ieri occupava paginate sui giornali?

O sei un pensionato con un assegno di 600/700 euro al mese, o magari anche meno, e stai pregustando l’aumento a mille euro promesso dall’immortale Berlusconi, e visto che ci siamo magari assieme ad una nuova dentiera?

E ancora, sei un lavoratore ormai arrivato a fine carriera e stai chiedendoti quando scatterà la mitica “quota 41” promessa da Salvini?

O sei un percettore di Reddito di Cittadinanza, e sei terrorizzato da un’eventuale vittoria del Centro destra che, vedi mai, magari ci riesce a toglierti la “paghetta di Stato” visto che non sei vecchio, e puoi anche cercarti un lavoro?

O stai accingendoti ad acquistare la prima casa e conti sui mutui a tasso zero promessi da Giuseppe Conte?

O sei un imprenditore che ha bisogno di nuova manodopera e stai pensando di rimandare a quando sarà operativa la formula “più assumi e meno tasse paghi” di Giorgia Meloni?

O sei un siciliano che pregusta già l’emozione di attraversare lo Stretto di Messina su quel mitico “Ponte”, che ormai nella nostra vita politica assume il carattere di un “fiume carsico a scorrimento elettorale”, che compare cioè ad ogni chiamata alle urne, per perdersi nel nulla subito dopo?

O sei invece un riflessivo, di quelli che spaccano il capello in due, e con piglio ragionieristico ti stai chiedendo “Ma chi pagherà tutto questo?” (qualcuno azzarda che con le promesse siamo già a quota 200 miliardi), visto che nessuno fra i Demostene , ma proprio nessuno, vuole indicare le coperture di queste nuove spese, che in parole povere vuol dire da dove, o a chi, saranno presi i soldi?

A qualunque di queste categorie tu appartenga, ti invito caldamente a “stare sereno”, a non angustiarti, a non rovinarti il ponte di Ferragosto con questi pensieri!

Perché?

Ma perché non devi dimenticare mai che questa è la terra del Gattopardo, in cui si parla promettendo di cambiare tutto, in realtà per non cambiare nulla.

E nella declinazione in chiave modernamente elettorale del vecchio adagio del Gattopardo del grande scrittore siciliano Tommaso di Lampedusa, questo vuol dire riproporre le stesse ricette strizzando l’occhio agli stessi potenziali elettori, magari cambiando solo un po’ il lessico ma nulla, o quasi, nella sostanza.

Quando c’è da rincorrere i voti degli italiani, i nostri Demostene diventano tutti novelli Enrico Toti, pronti a gettare oltre l’ostacolo ogni prudenza, ogni moderazione, come se i soldi si raccogliessero dagli alberi.

I nostri politici, pardon politicanti, si sono fatti convinti che ogni cittadino in realtà non voti più sui grandi principi ideali, bensì solo sulla base del proprio portafoglio, sulla base della propria convenienza economica immediata.

E cosa volete che facciano allora per essere votati?

Applicano in via estensiva la famosa espressione romana “A fra’ che te serve?”, promettendoti guarda caso proprio quello che ti farebbe piacere.

E pazienza se fra un paio di mesi, finiti i “ludi elettorali”, ci sarà da scrivere una legge di bilancio piuttosto delicata e complessa, che mostrerà quanto siano campate in aria le promesse elettorali di Lor Signori, “caciocavalli appesi” li avrebbe definiti Benedetto Croce.

A che vale quindi fasciarsi la testa durante questa fase ferragostana di “delirio da urne”?

Certo sognare un aumento di stipendio, un bonus, un Reddito, una riduzione delle tasse, non è ancora vietato, ma è opportuno tenere ben presente che in questo momento l’imperativo dei politici è promettere, promettere, promettere…. poi si vedrà!

Tanto a fine settembre gli italiani avranno votato, (quelli che andranno alle urne) e se ne riparlerà fra 5 anni, a pensione acquisita (dai parlamentari intendo!), e allora via ad un altro giro di promesse da marinaio.

In fondo si tratta dell’ermeneutica in chiave politica del “passata la festa, gabbato lo Santo”.

E poi, cosa volete, le promesse elettorali sono come le foglie d’autunno.

Al primo stormir di fronde cadono, e quando si appaleserà che certe cose non si possono fare, pena l’esplosione del debito pubblico e dello spread, il colpevole sarà sempre quello, l’Europa cinica e bara che non capisce le nostre “diversità”.

Di conseguenza godetevi l’alba o il tramonto sul mare o sulle cime dolomitiche, senza farvi turbare, o illudere, dalle promesse di questi pifferai che hanno ridotto la nostra politica ad un Circo Barnum degno di un Paese sudamerican-mediorientale.

Quindi cari lettori, fra un mojito o un vin brulè, porgo a tutti voi i migliori auguri di un “Buon Ferragosto”, da parte di tutta la redazione di Tviweb.

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