7 Giugno 2023 - 8.32

“Giorgia Meloni sembra Lionel Messi…….ma non lo è!

Guardando l’azione del Governo, uno potrebbe avere l’impressione che, usando un paragone calcistico, Giorgia Meloni sia il  Lionel Messi  della politica italiana.

Certo la “ragazza de borgata” sa quello che vuole, vanta una lunga esperienza di gioco, ha un certo senso tattico, non è male neanche nel dribblare gli ostacoli, ma a ben guardare è come se nell’altra metà del campo non ci fosse nessuno, come se giocasse senza avere davanti la squadra avversaria.

E sfido che in queste condizioni fare gol è facile!  Ci mancherebbe!

Certo la sua azione non sempre è fluida, ed al momento dei “fondamentali”, che sarebbero la rivoluzione sovranista, non ce n’è proprio traccia, visto che i limiti imposti dalle compatibilità del bilancio (sempre gli schei eh!) hanno cancellato di fatto parecchie promesse elettorali. 

Ma a ben guardare è proprio grazie a questo allineamento italico alle regole di Bruxelles (non fatevi trarre troppo in inganno delle polemiche “ad uso interno”),  ed a  questa mancanza di “colpi di testa” in politica economica, che i Mercati sono tutto sommato tranquilli, e lo spread rimane su livelli accettabili.

Dov’è che Meloni/Messi va in rete?

Beh ad esempio sull’occupazione del potere, dagli apparati dello Stato alle Aziende pubbliche alla Rai, attuata senza infingimenti, e con la voracità tipica di chi sempre è stato escluso delle “stanze dei bottoni”.

Poi su manovre di distrazione di massa, come il rilancio del “merito” (che io approvo incondizionatamente fra l’altro), le polemiche ideologiche su “Dio, Patria, Famiglia” che fanno imbestialire i nostri progressisti da Ztl, la posizione sulla maternità surrogata come “reato universale”, le riforme costituzionali, la Commissione di inchiesta sul Covid, che non è difficile prevedere farà la fine di quelle Mitrokin e di Telekom Serbia, e la recente “crociata” contro la Corte dei Conti, a mio avviso del tutto strumentale.

Non va però trascurato che, sia pure nell’ambito di una gestione di bilancio accorta e prudente, la premier non ha rinunciato ad inviare dei chiari segnali politici al proprio elettorato di riferimento: via il reddito di cittadinanza, ampliamento delle agevolazioni per le partite Iva (flat tax), ripensamento dei rapporti fra fisco e contribuente (condoni), apertura alla pacificazione con la galassia No-Vax, ecc.

So di spararla grossa, ma io penso che paradossalmente la stessa guerra in Ucraina abbia in parte finora aiutato il primo Governo di destra-destra della storia repubblicana, perché l’Italia, con la sua strategica posizione geografica al centro del Mediterraneo, è ridiventata di fondamentale importanza sia per gli Stati Uniti di Biden che per l’Europa, che non possono certo  permettersi  cedimenti filo “putiniani”, ben presenti non solo in  certi settori della gauche, ma anche fra le forze di Governo. 

Questo Giorgia Meloni/Messi lo ha capito bene, e sta giocando al meglio le sue carte a livello internazionale, anche in vista della partita delle prossime europee. 

Ma come accennavo all’inizio, tutto questo a mio avviso è possibile perché la squadra avversaria di fatto ha abbandonato il campo, rifugiandosi per lo meno in queste prime prime fasi nella denuncia di un nuovo autoritarismo, addirittura di un “incombente neo-fascismo, cui gli italiani mostrano chiaramente di non credere, confermando così elezione dopo elezione il consenso al Centro destra.

In fondo c’è da capirli gli esponenti del Pd; per decenni sono riusciti a stare al Governo non avendo mai vinto chiaramente le elezioni politiche, e non erano psicologicamente preparati ad una netta vittoria della destra.

Forse nel loro intimo ritenevano che la presunta superiorità morale della sinistra avrebbe garantito loro di governare per sempre. 

Ed ecco perché ci troviamo praticamente in assenza di opposizione; il che porta ad una illusione ottica, quella di far sembrare un irresistibile goleador un normale attaccante che segna perché non si trova davanti alcuna difesa. 

Con questo non voglio certamente dire che Giorgia Meloni ed i suoi Fratelli d’Italia siano diventati come d’incanto dei novelli democristiani!

L’indole della premier e dei suoi amici non è moderata, ed i suoi alleati a livello europeo, dai Polacchi ad Orban agli spagnoli di Vox, sono decisamente inquietanti.

Ma io sono convinto da sempre che una democrazia sia tale solo quando c’è un giusto ed equilibrato confronto, anche duro se serve, fra una maggioranza decisa, ed un’opposizione strutturata e  determinata.

Ma guardando appunto alle opposizioni, inevitabilmente non posso non osservare che ilPartito Democratico  sta cercando di uscire da quella che probabilmente è la più grande crisi della sua storia recente, l’estrema sinistra ha mostrato gravi limiti nella selezione della sua classe dirigente come dimostrato dal caso Soumahoro, Giuseppe Conte deve fare gli equilibrismi per dimostrare che l’esistenza del suo Partito ha ancora un senso e nel frattempo media con il centro-destra su qualunque dossier, ed nel cosiddetto ex Terzo Polo  Renzi e Calenda sembra stiano giocando un altro campionato. 

Elly Schlein, la grande novità di questa stagione, sta dimostrando di essere una giovane donna magari guidata da buone intenzioni, ma che naviga fra i “se”, i “ma”, i “tuttavia”, i “sebbene”, senza mai specificare con chiarezza ciò che pensa, e ciò che vuole il suo Partito.

Con risultati come quello del voto dei giorni scorsi sulle armi all’Ucraina, a Bruxelles, in cui è riuscita a mettere gli eurodeputati del Pd in questa cristallina posizione: favorevoli, contrari, e anche un astenuto. 

Ma in realtà è sempre così, su qualsiasi tematica.

La destra occupa la Rai “manu militari”, e la sinistra urla e strepita senza però spiegare bene al Paese quale sia la sua idea di servizio pubblico (perché non privatizzare un paio di Reti Rai ad esempio?).

La Meloni propone il “premierato forte” e la sinistra balbetta sul vulnus alla “Costituzione più bella del mondo”, guardandosi bene però dal mettere in  campo un’idea alternativa su cui aprire il confronto.

La destra gioca la carta sicuritaria sui migranti, e la sinistra, come fosse un Ente religioso come il Vaticano, si limita a denunciare una presunta “disumanità”, senza però spiegare quali misure sia possibile attuare per non alimentare l’insicurezza sociale determinata dalle “porte aperte tout court”.

La destra è in evidente difficoltà ad attuare il Pnrr, e la sinistra mostra chiaramente di sperare che ciò avvenga, così che il Governo ne esca screditato, senza considerare che ad andare a fondo sarebbe l’intero Paese.

Quindi, diciamoci la verità, Giorgia Meloni ha potuto e può beneficiare non solo di un contesto favorevole, ma anche degli aiuti più o meno consapevoli dell’opposizione parlamentare, e così la sua luna di miele con il Paese continua anche grazie ad una sinistra divisa ed autolesionista.

Non so se nel Pd si siano già pentiti di aver eletto alla Segreteria  Elly Schlein, ma una leader dell’opposizione che si esprime come il Capo di un Centro Sociale, che appare sconnessa dal Paese, e palesemente inesperta ed inefficace nell’elaborare una strategia ed una proposta politica comprensibili dai cittadini, finisce, come accennavo, per far sembrare la Meloni Lionel Messi, quando in realtà…. non è assolutamente così.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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