2 Luglio 2013 - 11.59

Del Din, inaugurata la nuova base Usa a Vicenza

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E’ stata inaugurata questa mattina a Vicenza la base statunitense Del Din. La nuova cittadina a stelle e strisce, realizzata in circa cinque anni, ospitera’, tra gli altri, il comando della 173/ma brigata aviotrasportata. Il taglio del nastro, preceduto dalla fanfara dei bersaglieri, è stato presenziato da una ventina fra autorità e itstituzioni: oltre ai più altri gradi dell’esercito statunitense in Europa, il commissario governativo alla struttura Paolo Costa, il commissario della provincia di Vicenza Attilio Schneck e il presidente del Veneto Luca Zaia, particolarmente critico per la mancanza della fascia tricolore su almeno un rappresentante del Comune di Vicenza. La caserma non porterà più il nome del pilota vicentino Tomaso Dal Molin, a cui è stato dedicato il viale principale del complesso, ma è stata intitolata ufficialmente al bellunese Renato Dal Din, partigiano italiano e medaglia d’oro al valor militare.

L’amministrazione comunale di Vicenza ha presenziato questa mattina all’inaugurazione della nuova base americana al Dal Molin. Essendo il sindaco assente per alcuni giorni di vacanza programmati da tempo, il Comune è stato rappresentato dal vicesindaco Jacopo Bulgarini d’Elci che ha partecipato alla cerimonia, peraltro molto sobria, senza indossare la fascia tricolore.
“La fascia tricolore – ha commentato Bulgarini d’Elci al termine dell’inaugurazione – rappresenta l’appartenenza dell’autonomia locale alla più grande comunità costituita dallo Stato. Ma tale appartenenza si fonda, come è chiaramente scritto nella Costituzione, sul rapporto di reciproco rispetto. Nella vicenda che ha portato alla realizzazione della nuova base militare, nella quale non c’entrano nulla gli americani, tale rispetto è mancato da parte di Roma nei confronti di Vicenza e delle istanze, rivendicazioni e richieste fatte nel corso del tempo dalla comunità locale. L’amministrazione oggi ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione perché il Comune deve esserci laddove ci sono stati, ci sono e potranno esserci dei problemi, convinto che lo strumento per affrontarli sia quello del dialogo. Ma proprio per ricordare che qualcosa tra Comune e Stato si è interrotto, e per sottolineare che l’amministrazione comunale continua ad essere un attore tutt’altro che silente in questa vicenda, ho ritenuto di non indossare la fascia, compiendo un gesto dal significato simbolico e politico chiaro. Un gesto che, ovviamente, non deve essere in alcun modo inteso come mancanza di rispetto nei confronti della comunità americana con la quale ribadisco il nostro interesse a dialogare nell’ottica della costruzione di rapporti positivi”.

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