10 Dicembre 2018 - 17.38

VICENZA – I Corridoi umanitari nel Vicentino, da Montecchio a Bassano

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A pochi giorni dalla Giornata internazionale per i diritti dei migranti, che dal 2000 ricorre il 18 dicembre per volontà dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Caritas Diocesana Vicentina fa il punto sul proprio territorio in merito al progetto nazionale dei “Corridoi umanitari”, istituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per favorire l’ingresso legale e sicuro in Italia di persone richiedenti protezione internazionale e provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente.

In particolare Caritas Diocesana Vicentina ha aderito al progetto “Protetto-rifugiato a casa mia / Corridoio umanitario Etiopia-Italia”, accogliendo una famiglia eritrea giunta a Roma il 27 giugno 2018 assieme ad altri beneficiari selezionati da Caritas Italiana direttamente nei campi profughi in Etiopia (500 persone previste in due anni, secondo il protocollo finanziato con fondi CEI 8×1000).

Il nucleo, composto dalla giovane mamma Amalle (28 anni) e da due bambini di 8 e 3 anni, di etnia Kunama e di religione Cristiana, è stato accolto dalla Parrocchia di S. Maria e S. Vitale a Montecchio Maggiore, la quale ha risposto positivamente al progetto che appunto mira a coinvolgere le comunità parrocchiali chiamandole ad attivarsi attraverso la formazione di un gruppo di volontari. In questo modo i beneficiari possono sperimentare l’incontro con la comunità locale ed avviarsi verso un processo di integrazione. La durata del progetto è di un anno, arco temporale in cui Caritas Italiana, attraverso i fondi CEI, mette a disposizione la somma di 15€ al giorno per beneficiario.

La portata innovatrice di questo progetto è la modalità di ingresso in Italia: il corridoio umanitario è infatti una via di accesso sicura e legale, frutto dell’accordo e di una stretta collaborazione fra varie istituzioni (il Governo Italiano attraverso i Ministeri dell’Interno e degli Esteri, Caritas Italiana, Ambasciate Italiana ed Etiope). Attraverso un ponte aereo i beneficiari possono arrivare in Italia in tutta sicurezza, evitando così i rischi connessi ad un viaggio pericoloso lungo le “tradizionali” rotte migratorie, ma soprattutto sottraendosi al traffico di esseri umani.

 

L’esperienza a Montecchio Maggiore.

 I 15 volontari attivi nella Parrocchia di Santa Maria e San Vitale e formati attraverso un corso appositamente attivato, sono organizzati per ambiti di intervento (scuola, assistenza dei bambini, cura della casa, orientamento nel territorio, ecc.). Sono quindi il vero fulcro del processo di integrazione, perché è qui che nasce una significativa relazione di vicinanza con le persone accolte.

L’arrivo e la permanenza in Italia sono stati vissuti dalla famiglia in maniera complessivamente positiva e il rapporto con operatori e volontari è molto stretto e cordiale. Amalle, la madre dei due bambini, ha dimostrato fino ad oggi ampia disponibilità all’incontro e alla convivenza con il gruppo di volontari ed è molto motivata ad imparare la lingua, frequentando un corso di italiano per adulti.

La famiglia ha appena ricevuto lo status di rifugiato da parte della Commissione Territoriale. Da segnalare, come nota positiva, la rapidità del percorso giuridico e la disponibilità dimostrata da parte di alcune istituzioni verso questo progetto, malgrado fosse loro sconosciuto. In meno di cinque mesi dal loro arrivo, si è riusciti ad ottenere il permesso di soggiorno per motivi di richiesta asilo e tutti i documenti che spettano loro di diritto: carta d’identità, codice fiscale, tessera sanitaria (con assegnazione del medico di base e del pediatra per I bambini). Questa celerità ha permesso l’inserimento alla scuola materna ed elementare dei due bambini (che frequentano anche attività parrocchiali) e I’iscrizione al Cpia (scuola per adulti) della madre, volto a favorire l’apprendimento della lingua italiana e la costruzione di relazioni sul territorio.

“I risultati ottenuti a Montecchio Maggiore – afferma il direttore di Caritas Diocesana Vicentina don Enrico Pajarin – dimostrano che il progetto dei corridoi umanitari è efficace, perché sa dare veramente una prospettiva di vita diversa a persone che fuggono da guerre e persecuzioni. Ringraziamo le parrocchie che hanno dato la loro disponibilità e tutti i volontari coinvolti, perché senza di loro tutto questo non sarebbe possibile”.

“Questo progetto vuole essere un segno – spiega Giacomo Peretto, referente del progetto “Corridoi umanitari” per la Caritas Diocesana Vicentina -: è vero che 500 persone sono la goccia di un oceano, ma i corridoi umanitari dimostrano che è possibile gestire i flussi migratori rispettando la dignità umana ed evitando le morti in mare. Ricordo con piacere il momento in cui ho incontrato la famiglia all’aereoporto di Roma Fiumicino. Prima di essere arrivati dei richiedenti asilo, dei rifugiati, dei migranti, sono arrivate delle persone. Credo che questo sia il risultato più bello”.

“Nel nostro gruppo – sottolinea Agostino Pilato del gruppo volontari di Montecchio Maggiore – c’è chi si occupa dell’insegnamento dell’italiano, chi aiuta a preparare il cibo, chi porta la famiglia a fare qualche gita per conoscere il territorio. Attorno a loro si è formata una rete, affinché si sentano a loro agio e con il tempo trovino la loro autonomia ed indipendenza. Stiamo lavorando bene e la famiglia è stata presa a cuore dalla comunità”.

 

L’esperienza di Amalle nelle sue parole.

 “Sono arrivata in Italia il 27 giugno 2018 insieme ai miei due bambini, prima a Roma e poi nella stessa serata a Montecchio Maggiore. All’inizio ero preoccupata ed impaurita, pensavo che Dio mi avesse affidato un compito troppo grande per le mie capacità, anche se sono arrivata in Italia legalmente grazie al progetto di Caritas. Poi però ho incontrato i volontari e gli operatori e conoscendoli ho incontrato tante madri e tante sorelle, oltre che una casa e tante altre piccole cose preziose. Il mio impegno è quello di imparare l’italiano per potermi integrare e trovare un lavoro per mantenere la mia famiglia. I bambini a Montecchio stanno bene e sono molto felici di andare a scuola. Ringrazio Dio e Caritas per tutto il lavoro che stanno facendo per noi, qui ora sono più serena”.

 

La disponibilità per il prossimo corridoio umanitario del Vicariato di Bassano del Grappa e l’appello ai volontari.

 A fine gennaio atterrerà in Italia l’ultimo aereo di beneficiari individuati dalla Caritas Italiana nei campi profughi in Etiopia. Il Vicariato di Bassano del Grappa ha espresso alla Caritas Diocesana Vicentina la propria disponibilità all’accoglienza ed ora si è in attesa delle decisioni da parte della Caritas Italiana che sta operando in Etiopia. In vista del possibile arrivo di alcuni beneficiari, la Caritas Diocesana Vicentina lancia quindi un appello ai cittadini di buona volontà che intendano impegnarsi come volontari in questo progetto a favore di persone provenienti da zone dell’Africa martoriate dalle persecuzioni.

Nella città del Grappa il corso di formazione per volontari del gruppo accoglienza corridoi umanitari è già iniziato, ma è aperto a nuove iscrizioni. I prossimi incontri si svolgeranno tutti alle 20,30 nei seguenti date e luoghi:

– lunedì 19 novembre presso la Parrocchia di S.Vito – centro parrocchiale

– mercoledì 12 dicembre presso la Parrocchia di S.Giuseppe – centro parrocchiale, 1° piano

– mercoledì 23 gennaio presso la Parrocchia di SS.Trinità

 

 

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