1 Gennaio 2019 - 16.22

VENETO- I PRINCIPALI FATTI DEL 2018: TRA URAGANI E OLIMPIADI

Dopo avervi elencato gli avvenimenti che, a mio avviso, hanno caratterizzato il 2018 a livello nazionale, spostiamo la nostra attenzione sulla realtà in cui abbiamo la fortuna di vivere il Veneto. E non a caso parlo di fortuna, senza timore di cadere nello sciovinismo, perché il Veneto è una regione dove c’è tutto, mare, monti, laghi, città d’arte, e che è abitata da gente innamorata del lavoro perché in esso trova la propria dignità, e che fa della tenacia il proprio tratto distintivo, come abbiamo visto anche di recente in occasione dell’uragano di novembre.

Ed in una terra del genere individuare eventi eclatanti non è facile, perché il Veneto vive quotidianamente i propri problemi, che innegabilmente ci sono, pensando e programmando il proprio futuro.

Per un’economia che è riuscita ad annullare gli effetti della crisi del 2008 e del 2011, pur di fronte ad un rallentamento dovuto al “freno” dell’economia internazionale, il problema è quello di mantenere i livelli di produttività, e per fare questo servono sostanzialmente due cose: infrastrutture ed autonomia.

Pedemontana, Valdastico Nord, Terzo valico, rafforzamento della rete ferroviaria, sono imprescindibili per cercare di mantenere adeguati livelli di sviluppo, perché lo capisce anche un bambino che è inutile, per non dire stupido, premere sulle maestranze di un’azienda perché migliorino i tempi di lavorazione e produzione, se poi i manufatti prodotti perdono ore ed ore nel traffico caotico dell’attuale rete viaria.

Ma oltre alle infrastrutture sono indispensabili anche i servizi, e per questo serve che la programmazione su molte materie si sposti da Roma a Venezia. Al riguardo autonomia è la “parola magica”, ed i veneti hanno dimostrato di averlo ben presente quando si sono recati in massa alle urne per il referendum, e con un voto plebiscitario hanno “urlato” il loro SI.

Su questi temi non ci sono stati eventi particolari nel 2018, se non il cambio di Governo nazionale, che ha portato nella stanza dei bottoni Salvini e la Lega, con conseguenti legittime aspettative di accoglimento delle istanze venete.

E mi auguro che Salvini sappia bene che disattendere queste speranze sarebbe devastante per la Lega in Veneto.

A questo punto, se proprio vogliamo fare il “giochetto degli eventi”, fra i tanti io ho scelto questi, sempre con l’avvertenza che si tratta di una scelta individuale, che si può ovviamente non condividere.

Non sono i dieci o i dodici come da tradizione “giornalistica”. Sono solamente sei.

Campionati del mondo 2021 di sci alpino ed Olimpiadi. Dopo quattro tentativi andati a vuoto, Cortina d’Ampezzo sarà la sede dei Campionati mondali di sci del 2021. Ma è chiaro che lo sguardo della “perla delle dolomiti” è rivolto ai Giochi Olimpici del 2026, ad ospitare i quali si è candidata in tandem con Milano, dopo l’incomprensibile abbandono di Torino. Per il Veneto i mondiali saranno un’occasione di rilancio dell’intero territorio regionale, ed una sorta di “prova generale” per i giochi olimpici invernali del 2026, che si spera vengano assegnati all’Italia.

Ospedale di Padova. Potrebbe sembrare una notizia di “ordinaria ammistrazione”. Se non che l’accordo fra Regione e Comune di Padova per la realizzazione del nuovo polo universitario-ospedaliero pone fine a quella che in lingua veneta si definisce “la fiaba del Sior Intento”. Dopo decenni di polemiche, di avanti e indietro, finalmente si spera che la firma apposta nel 2018 da Zaia e Giordani dia finalmente anche a Padova la prospettiva di godere di una struttura moderna e funzionale, al livello delle altre città venete.

Anniversario della fine della Grande Guerra. Il 2018 è stato l’anno della memoria. Del ricordo e della rievocazione di una guerra finita il 3 novembre 1918, 100 anni fa, con la firma dell’armistizio a Villa Giusti, nella periferia di Padova. A pensarci bene la Prima guerra mondiale è forse l’unico conflitto che vide una netta vittoria dell’Italia, sia pure al prezzo di centinaia di migliaia di giovani vite stroncate.

Crisi e ripartenza della Melegatti. Credo che tutti noi ritenessimo impossibile la sparizione di un marchio storico dell’industria dolciaria veneta, il cui fondatore è stato l’inventore del “pandoro”, per il quale ottenne anche il brevetto. Non era accettabile che un marchio ed un prodotto che si è imposto nel tempo a livello nazionale, e forse mondiale, venisse a mancare sulle tavole natalizie. La ripresa della produzione è una buona notizia sia per le maestranze che per il tessuto produttivo veneto, che ha dimostrato di essere in grado di assorbire la crisi di un’azienda, e di promuoverne il rilancio.

Tassa di sbarco. La finanziaria fresca di approvazione ha accontentato il sindaco Brugnaro, che da tempo chiedeva la previsione di una sorta di ticket a carico dei turisti e dei visitatori “mordi e fuggi” che a milioni ogni anno si recano a Venezia. Non so se questo balzello basterà per ridimensionare gli intasamenti che quotidianamente rendono invivibile il nostro capoluogo di regione, ma almeno fornirà all’Amministrazione comunale risorse per la pulizia e la manutenzione della città.

Uragano di novembre. Non a caso ho tenuto per ultimo quanto successo ai primi di novembre sulle montagne venete. Venti a 200 all’ora, come un uragano forza quattro, che hanno letteralmente raso al suolo boschi secolari. Ma, come accennavo all’inizio, questa situazione per certi aspetti apocalittica ha mostrato di quale tempra sono fatti i nostri montanari, che in pochi giorni, rimboccandosi le maniche, sono riusciti a ripristinare condizioni di vita accettabili, avendo come obiettivo la stagione sciistica alle porte.

A questo punto, archiviati i ricordi, la mente corre alle scadenze del 2019. In primis proprio all’autonomia, che deve superare le ritrosie di certi ambienti governativi ed in generale dei parlamentari eletti al Centro-Sud, che vedono l’autonomia non come un riconoscimento alle Regioni più “virtuose”, bensì come una sorta di “secessione dei ricchi”, di abbandono del sud al proprio destino. Noi sappiamo che non è così, ed aspettiamo fiduciosi.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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