10 Agosto 2025 - 10.07

Turismo Veneto flop: tutte le colpe della Santanchè (che nega)

Estate amara per il turismo italiano e veneto. I dati e le testimonianze degli operatori del settore segnalano un calo di presenze sia nelle località balneari che nelle città d’arte. Colpa di fattori internazionali? In parte. Ma molti addetti ai lavori puntano il dito contro un problema ben più domestico: l’aumento dei prezzi, acuito dalle nuove regole sugli affitti brevi introdotte dal governo.

Il nodo centrale riguarda la decisione del Ministero del Turismo, guidato da Daniela Santanchè, di applicare la cedolare secca al 21% anche a molte locazioni turistiche di breve durata e del 26 per cento sul secondo immobile. Una mossa che, secondo le intenzioni, avrebbe dovuto colpire l’evasione fiscale e riequilibrare il mercato immobiliare. Ma per garantire una maggiore trasparenza nel settore degli affitti brevi, è stata creata nel 2024 una banca dati apposita per il monitoraggio delle strutture ricettive, che prevede l’obbligo di utilizzo del Codice Identificativo Nazionale (CIN) che ha costretto alla chiusura molti affitti brevi.

Nella pratica, cosi, moltissimi proprietari e gestori di case vacanza denunciano di essere stati costretti ad aumentare le tariffe per assorbire la maggiore pressione fiscale.

Il risultato? Prezzi medi delle strutture extralberghiere aumentati in molte destinazioni, con un effetto diretto sulle scelte dei viaggiatori. Secondo gli operatori i turisti italiani: sempre più spesso riducono i giorni di vacanza per rientrare nel budget. I turisti stranieri: preferiscono alternative più economiche, spesso all’estero, o rinunciano del tutto. “Non è solo questione di tasse – racconta un albergatore veneto – ma di un effetto domino: più costi per noi, meno presenze, più difficoltà a mantenere i prezzi bassi”.

Le immagini di quest’estate raccontano un’Italia turistica meno affollata rispetto agli anni post-pandemia. Stabilimenti balneari che registrano ombrelloni vuoti a Ferragosto, musei con code più corte, e ristoranti che non sempre fanno il pieno neppure nei weekend.

Il paradosso è che, pur essendo tra le mete più desiderate al mondo, l’Italia rischia di diventare “troppo cara per il turista medio”. Il settore turistico – già provato dai rincari di energia, carburante e generi alimentari – teme che questa tendenza possa protrarsi anche nei prossimi anni, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro stagionali.

E la ministra? Nega. Mentre le immagini implacabili dell’estate italiana da meno 30 per cento rimbalzano ovunque la Santanchè spiazza tutti con un son tutte balle, il turismo va benissimo. Negare l’evidenza sta diventando un must della politica; le tasche però sono vuote e la gente incazzata, che piaccia o non piaccia alla ministra.

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Testata Street Tg Autorizzazione: Tribunale Di Vicenza N. 1286 Del 24 Aprile 2013

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