10 Marzo 2023 - 8.36

PILLOLA DI ECONOMIA:  “Spesso buono oltre”

Per quanto mi riguarda non ne ho mai fatto un problema, nel senso che, pur tenendo nel debito conto le indicazioni del produttore, non le ho mai considerate come il Talmud. 

Di cosa parlo?

Ma delle etichette degli alimenti che acquistiamo abitualmente nei supermercati!

Spesso sentiamo accusare l’Unione Europea dai “sovranisti de noaltri”  di essere troppo invasiva con i suoi regolamenti, con le sue prescrizioni, e credo ricordiate a tal riguardo le polemiche sulle dimensioni delle vongole per il consumo, che secondo le norme Ue devono avere la lunghezza minima di 25 millimetri, fra l’altro derogata regolarmente ogni tre anni a favore del nostro Paese.

Ma credo sia incontestabile che alcune prescrizioni siano invece utilissime per la salvaguardia della nostra salute,  e fra queste ci sono senza dubbio anche quelle relative alla data di scadenza degli alimenti, che devono essere obbligatoriamente indicate dai produttori nelle etichette delle confezioni. 

A tal proposito, siete del tutto certi di conoscere la differenza fra la dicitura “da consumare entro” rispetto a quella “da consumarsi preferibilmente entro”?

Forse qualcuno pensa che si tratti dello stesso concetto relativo alla data di scadenza di un prodotto, magari espressa in modo diverso?

Non è così, e a fare la differenza è proprio quel “preferibilmente”, in quanto la dicitura “da consumare entro” è un indicatore di sicurezza, mentre il “da consumarsi preferibilmente entro” è un indicatore di qualità.

Poiché secondo la Commissione Ue la maggior parte dei consumatori non comprende appieno la predetta distinzione, si sta pensando ad una modifica, che si sostanzierebbe nell’aggiungere alla nota dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro il”, oltre  alla data come adesso anche la formula  “Spesso buono oltre”, oppure una analoga come “Spesso sono buoni anche dopo la data indicata”.

Al di là di quale sarà la dicitura che alla fine gli Stati approveranno di adottare, badate bene che non si tratta di una questione da poco, perché dietro c’è molto di più di un banale cambio di etichettatura. 

Dietro c’è in particolate la lotta allo spreco alimentare.

Pensate che in Europa produciamo ogni anno ben 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari (173 kg per abitante), con un costo pari a 130 miliardi di euro.

Solo per dare un altro dato, in Italia a finir nelle pattumiere nel 2022 sono state 4 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di circa 9,3 miliardi di euro. 

E poiché si è constatato che molto di questo cibo buttato via è appunto quello per cui è scaduta la data in cui doveva essere “consumato preferibilmente”, la Commissione ha pensato di correre ai ripari, appunto proponendo  agli Stati membri una revisione delle norme sulla data di scadenza degli alimenti,  come accennato con l’aggiunta in etichetta della dicitura “Spesso buono oltre”, oltre  all’attuale “da consumarsi preferibilmente entro”.

Non è da adesso che se ne parla, e  la Ue già nel 2020, con l’iniziativa Farm to Fork (parte importante dell’European Green Deal, studiata appositamente per traghettare il sistema alimentare europeo verso una maggiore sostenibilità) voleva introdurre il concetto “zero spreco”, e gli Stati membri hanno sottoscritto impegni con l’ obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari del 50 per cento entro il 2030.

Una cosuccia non da poco!

Immagino che qualcuno di voi in questo momento magari possa sentirsi un po’ confuso, e stia pensando: “ma io mi limito ad osservare la data riportata dall’etichetta che mi segnala la scadenza entro cui consumare preferibilmente il prodotto; se ce la mettono ci sarà pure un motivo”!

Come sopra accennato quel “preferibilmente” va inteso come indicatore di qualità, non di sicurezza, e di conseguenza molti cibi sono sicuramente commestibili senza problemi anche oltre la data indicata in etichetta.

Anche in questo campo, come in tutte le cose, serve un po’ di comune buon senso.

I prodotti più comuni che si possono mangiare anche dopo la data di scadenza indicata sulla confezione sono: pasta e riso, che possono durare anche mesi dopo la data indicata,  ma anche biscotti, crackers e la farina (anche se bisogna controllare che non abbia farfalline o muffa).

In altri termini, quando sull’etichetta si legge “da consumarsi preferibilmente entro”, significa che fino alla data indicata  il prodotto conserva le sue caratteristiche specifiche nutrizionali e di gusto; dopo al massimo può perdere un po’ di fragranza, ma non è in alcun modo nocivo per la salute. 

Diversamente, i prodotti da frigorifero invece sono quelli più deperibili, e per questi è generalmente bene rispettare la data di scadenza. Per yogurt e latte fresco si può sforare di uno o due giorni, ma davanti a pesce crudo, carne o formaggi freschi, ma anche le uova, bisogna rispettare le date di scadenza, perché altrimenti rischiano di diventare pericolosi per la nostra salute.

Come vi accennavo all’inizio, io se posso consumo gli alimenti entro la data indicata (che secondo me è erroneo definire di scadenza come per i farmaci), ma se un pacco di pasta ad esempio mi è rimasto in dispensa anche oltre il fatidico “preferibilmente”, la utilizzo senza problemi, dopo ovviamente aver controllato che non presenti evidenti anomalie.

E a onor del vero ho osservato che qualche produttore ha già anticipato le modifiche che la Ue ha in animo di introdurre come regola generale. 

Ad esempio una nota marca di latte, di quelle che vanno per la maggiore, nell’etichetta riporta in un apposito riquadro la dicitura “Spesso buono oltre” seguita da un riquadro con i simboli “Osserva” (un occhio), “Annusa” (un naso) e “Assaggia” (una lingua), oltre a questo messaggio per esteso “Se ben conservato  e non aperto puoi consumare questo prodotto qualche giorno dopo la data indicata come termine per il consumo”.

Come vedete va dato atto che c’è già fra i produttori chi ha a cuore il problema dello spreco alimentare, e si è già mosso in tal senso.

Basta che ognuno di noi adesso faccia propria  questa consapevolezza, rifiutando la cultura dello spreco.

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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